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corso d'acqua Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Un torrente, in idrografia, è un corso d'acqua caratterizzato da un regime estremamente variabile in termini di deflusso[1].
Un torrente, secondo la definizione da Ardito Desio, è un:
«corso d'acqua permanente o temporaneo, dotato di alta velocità media, di regime variabile e caratterizzato da forti piene e da estreme magre. Il torrente è un organismo idrologico di carattere giovanile che provoca nel suo alveo profonde e continue trasformazioni morfologiche.»
Per quanto riguarda invece i singoli corsi d'acqua si può osservare che a livello toponomastico e cartografico la distinzione tra fiumi e torrenti non si basa su criteri oggettivi (quali ad esempio portata, lunghezza, ampiezza del bacino ...) quanto piuttosto deriva da fattori storici o culturali. Corsi d'acqua lunghi, con portate notevoli e relativamente poco variabili nel tempo vengono infatti chiamati torrenti in zone ricche di acque mentre in aree più aride spesso vengono chiamati fiumi corsi d'acqua dall'andamento idrologico altrettanto irregolare. Anche a livello normativo molti ordinamenti non sanciscono una distinzione netta tra fiumi e torrenti.[2][3] Ad esempio l'Orco, che scende sul versante padano delle Alpi Occidentali, è considerato un torrente pur avendo anche d'estate una portata più che significativa, mentre l'Entella, che dall'Appennino Ligure scende direttamente al mare, pur scomparendo quasi del tutto nella stagione calda è cartografato come fiume.
L'idronimo generico torrente è di derivazione latina, traendo origine dal verbo torrēre (dalla stessa radice di "torrido"), il cui significato fondamentale era disseccare, arroventare, ardere, ma avente anche il senso di essere implacabile, violento, impetuoso.[1]
In generale i torrenti si originano a monte in un bacino a forma di imbuto che termina in un canale di scolo dove si incanalano le acque meteoriche ed i materiali alluvionali. Spesso il greto del torrente è fatto di rocce e sassi erosi dall'acqua sul fondo o da essa trasportati.
Dopo un percorso a monte caratterizzato in genere da una notevole pendenza dell'alveo i torrenti creano spesso, al loro sbocco in una valle più ampia o in una zona pianeggiante, conoidi di deiezione in cui si accumulano, per brusca diminuzione di pendenza, i materiali alluvionali[4]. Il corso d'acqua può ricevere acque da altri ruscelli o torrenti e confluire poi in fiumi, laghi, altri torrenti o direttamente in mare.
Rispetto ad un fiume il torrente manca in genere dell'alimentazione da parte di sorgenti regolari e costanti e presenta una notevole alternanza fra le magre estive e le piene autunnali e primaverili (regime torrentizio[5]) in concomitanza con i differenti regimi precipitativi interannuali. Inoltre, contrariamente ad un fiume, un torrente può rimanere secco, privo di acqua.
Facendo riferimento a questa caratteristica i torrenti vengono divisi in permanenti (quando il bacino di raccolta garantisce in tutti i periodi dell'anno il deflusso superficiale nel loro letto), sempermanenti e temporanei. I torrenti permanenti traggono in genere origine da rilievi sui quali durante l'inverno si accumula una notevole massa nevosa, che viene gradualmente persa durante i mesi più caldi. Quelli temporanei invece, oltre che andare in secca nella stagione calda, possono anche presentarsi privi d'acqua durante l'inverno ed attivarsi solo a fronte di precipitazioni di un certo rilievo. Esempi di questo tipo di corso d'acqua sono le fiumare delle zone semi-aride del bacino del Mediterraneo.[6] Altri esempi di torrenti temporanei sono gli Arroyo (America Centrale) e i Uadi (Nord-Africa).
A volte la sparizione dell'acqua è solo apparente, nel senso che il deflusso prosegue nel sottosuolo ed è mascherato dal materiale detritico che costituisce l'alveo del corso d'acqua. Sperimentalmente la cosa può essere facilmente verificata scavando in alveo fino ad incontrare la falda acquifera.[6]
I torrenti, o almeno alcuni tratti del loro corso, sono di solito caratterizzati da una forte azione erosiva, da notevole capacità di trasporto solido, anche di materiali di grosse dimensioni, e delle piene improvvise.[7]. Ciò può provocare danni ai centri abitati e alle vie di comunicazione: spesso nella storia l'uomo ha modificato il corso dei torrenti per limitare i danni e sfruttare le acque convogliandole in canali, oppure ne ha rettificato o modificato il percorso naturale con opere di vario tipo (es. briglie) o ancora ne ha arginato le sponde.[8]
A seguire alcuni esempi di torrenti.
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