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Titti Marrone all'anagrafe Nunzia Marrone (Napoli, 1952) è una giornalista e scrittrice italiana.
Giornalista dal 1980, scrive articoli e libri. Ama la letteratura, la storia, il confronto delle idee, il teatro, il cinema, i viaggi, sua figlia e le sue due nipotine, i suoi studenti, la libreria Iocisto[1]. I suoi maestri sono stati Pasquale Villani, Manlio Rossi Doria, Enzo Biagi, Gustaw Herling, Vittorio Foa.
Ha studiato all’università Federico II di Napoli dove si è laureata in Lettere e Filosofia. La sua tesi di laurea ha ricevuto nel 1976 uno dei premi di meridionalistica della Svimez.[2] Nel 1976-77 è stata borsista dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza e dell’Istituto italiano per gli Studi Storici Benedetto Croce. Al giornalismo è arrivata con il primo concorso a borse di studio indetto dalla FIEG-FNSI[3] nel 1980.
È stata responsabile delle pagine culturali de Il Mattino di Napoli dal 1993 al 2005, ha poi lavorato nell'ufficio del redattore capo centrale. È autrice di saggi, romanzi e racconti apparsi in varie raccolte, recensioni, commenti e editoriali sul Mattino. Ha lavorato ai servizi informativi radiofonici del Centro Rai di Napoli (1979), ha collaborato ai testi del Il Fatto e di Cara Italia di Enzo Biagi, all'Huffington Post con un blog,[4] a vari quotidiani ed a riviste letterarie, si è occupata e si occupa di storia delle idee e della cultura, letteratura, politica, teatro, storia e sociologia dei media. Come professore a contratto, ha insegnato Teorie, tecniche e Storia del giornalismo dal 1996 all’Università di Salerno, alla facoltà di Sociologia della Federico II, all'Istituto Universitario Orientale, al Master di giornalismo del Suor Orsola Benincasa. Dal 2015 insegna al corso di laurea in Scienze della comunicazione del Suor Orsola Benincasa. Ha ricevuto vari riconoscimenti tra cui, per il romanzo “Se solo il mio cuore fosse pietra” (Feltrinelli 2022), il Premio Napoli per la narrativa e il Clara Sereni (Giuria popolare - Sezione Editi) [5] nel 2022, il premio Croce nel 2023; per lo stesso romanzo è stata finalista al Premio Alassio Centolibri - Un autore per l'Europa[6] nel 2022. Ha ricevuto anche il Premio Ischia-Domenico Rea (2004), il Premio internazionale per il giornalismo civile dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (1997), il premio giornalistico Armando De Simone (2009), il Premio letterario Elio Vittorini e il Premio Minerva [7](2013), L'Iguana (2019 e 2022), Il Candelaio (2022) e il premio Procida - Concetta Barra (2023). Ha scritto: sul Sud (“Campagne e movimento contadino nel Mezzogiorno d’Italia”, De Donato 1979, con Pasquale Villani “Riforma agraria e questione meridionale”, De Donato 1981), sul teatro ("Il mestiere di regista teatrale", Marcon 1990), sul postcomunismo (“Controluce”, con Gustaw Herling, ed. Pironti 1995, Marotta&Cafiero 2022), sulle speranze di cambiamento all’epoca del primo mandato amministrativo di Bassolino a Napoli (“Il sindaco”, ed. Rizzoli 1996), su Napoli ("Omaggio a Napoli", Alinari 2006), Il reportage narrativo sulla Shoah del 2003 “Meglio non sapere”, ed. Laterza, giunto nel 2019 alla nona edizione, è stato riedito nel 2023 da Feltrinelli. Da Mondadori nell'aprile 2013 è uscito il suo primo romanzo, “Il tessitore di vite”. Per i tipi della libreria popolare napoletana Iocisto,[1] di cui è uno dei fondatori e animatori, ha curato la raccolta di racconti di scrittori italiani “Ho sete ancora”, dedicata a Pino Daniele. Da IacobelliEditore è uscito il romanzo “La donna capovolta” (marzo 2019, segnalato al Premio Strega).[8] Suoi libri sono stati pubblicati in Polonia e Germania. “Se solo il mio cuore fosse pietra” è in corso di pubblicazione in Inghilterra.
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