Stadi di calcio in Italia
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L'elenco seguente include i maggiori stadi di calcio in Italia, ordinati per capienza omologata non inferiore a 5.000 posti.
Quasi tutti i principali stadi di calcio italiani sono di proprietà pubblica[1] e le squadre che vi giocano regolarmente risultano affittuarie (alcune ne sono anche gestrici), inoltre circa la metà degli impianti è stata costruita prima del 1949, con un'età media di 64 anni al 2019.[1] L'ultimo rinnovamento architettonico generale dei maggiori stadi è stato effettuato in occasione del Campionato mondiale di calcio 1990 (disputato in Italia), quando gli impianti coinvolti nell'evento subirono una ristrutturazione generale:[1] ebbero un profondo rinnovamento l'Olimpico di Roma, il Meazza di Milano, il San Paolo di Napoli e il Franchi di Firenze, mentre furono costruiti ex-novo il San Nicola di Bari e il Delle Alpi di Torino (ormai demolito). La metodologia di conservazione del costruito, con restyling periodico, che fa differire l'Italia dal resto d'Europa (dove gli impianti obsoleti vengono sostituiti con altri di nuova concezione) è dettata dal fatto che circa il 70% degli stadi italiani sia sottoposto a vincolo architettonico, cosa che ne impedisce la demolizione e ricostruzione.[1]
Il primo stadio moderno d’Italia, nonché primo monumento sportivo del regime fascista, fu il Littoriale di Bologna, inaugurato nel 1926.[1] Il primo stadio moderno di proprietà privata è stato invece l'attuale Mapei Stadium di Reggio Emilia, costruito nel 1995 per conto della Reggiana e di cui la Mirabello 2000 S.p.A., società affiliata al club reggiano, fu inizialmente proprietaria.[2] Dal 2013 l'impianto di Reggio Emilia è di proprietà dell'azienda edile Mapei S.p.A., che al contempo è proprietaria anche del Sassuolo.[3]
I primi cinque stadi italiani, per ordine di capienza, sono il Giuseppe Meazza di Milano (soprannominato La Scala del calcio), di proprietà del Comune di Milano e utilizzato regolarmente da Inter e Milan, l'Olimpico di Roma, di proprietà dell'azienda Sport e Salute S.p.A.[1] e nel quale giocano la Roma e la Lazio, il San Nicola di Bari, il Diego Armando Maradona di Napoli e l'Artemio Franchi di Firenze, questi ultimi anch'essi di proprietà comunale e utilizzati dalle rispettive squadre cittadine: il Bari, il Napoli e la Fiorentina. Al sesto posto per capienza vi è invece il più grande stadio italiano privato, nonché il primo in Italia di proprietà di una società calcistica in maniera diretta, lo Juventus Stadium a Torino: di proprietà della società bianconera, al momento è l'unico impianto italiano sul "modello inglese", dove accanto a esso sorgono un centro commerciale, un megastore, il museo del club, un centro poliambulatoriale[4] e il J-Village (ossia un complesso di strutture a scopo civile e sportivo e multifunzionale, anch'esso di proprietà della Juventus). Sono di proprietà dei club anche gli stadi dell'Udinese (Friuli), del Frosinone (Benito Stirpe), della Cremonese (Giovanni Zini) e dell'AlbinoLeffe (AlbinoLeffe Stadium). Per quanto riguarda il Gewiss Stadium, esso è di proprietà della società Stadio Atalanta S.r.l., ossia una società controllata al 100% dall'Atalanta e creata appositamente dal club nerazzurro per la gestione della ristrutturazione dell'impianto.
Le nazionali maggiori maschile e femminile, come anche le nazionali giovanili, non dispongono di uno stadio nazionale fisso. Giocano le loro partite a rotazione nei vari impianti italiani, scegliendoli di volta in volta a seconda dell'importanza della partita, dell'avversario che si incontra e dell'eventuale affluenza di pubblico.
L'UEFA classifica gli stadi in categorie, a seconda delle loro caratteristiche. Gli impianti italiani di categoria 4 (quella con il maggior livello tecnico) sono quattro: l'Olimpico di Roma, il Meazza di Milano, lo Juventus Stadium e l'Olimpico Grande Torino di Torino. Questa classificazione permette a questi impianti di ospitare una finale di una competizione europea e partite del campionato europeo.[5]