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forma di scrittura a mano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La minuscola carolina o scrittura di cancelleria è uno stile di scrittura creato durante la rinascita carolingia avvenuta sotto il regno di Carlo Magno nei secoli VIII e IX. Venne a sostituire il particolarismo grafico dei secoli VII e VIII. È una delle formalizzazioni delle scritture semicorsive[1].
Fu messa a punto per la prima volta dai monaci benedettini di Corbie (circa 150 km a nord di Parigi), i quali trasformarono la minuscola corsiva, allora usata dai copisti in varie versioni regionali, in una nuova scrittura caratterizzata da una forma regolare delle singole lettere e dall'eliminazione delle legature e delle abbreviazioni, facilitando la lettura.[2][3][4] Fu adottata dapprima nei grandi monasteri per la trascrizione delle Sacre Scritture, poi fu insegnata nelle scuole vescovili e monastiche e quindi venne utilizzata dalle pubbliche amministrazioni per la redazione degli atti ufficiali.
La grafica risultava elegante e la forma dei caratteri più accurata. Una delle differenze principali rispetto alla minuscola corsiva furono le lettere "a" e "t": vennero semplificate per poterle distinguere in maniera più semplice. La minuscola carolina riscontrò un rapido successo poiché facilitò la trascrizione di testi classici agli amanuensi, semplificò notevolmente la comunicazione internazionale e diede una nuova spinta alla rinascita e alla diffusione della cultura classica nei secoli altomedievali.
Inoltre, venne utilizzato per la prima volta il vero e proprio punto interrogativo: "?". I copisti, per indicare le domande, all'inizio usavano scrivere alla fine delle frasi la sigla "qo", che stava per quaestio ("domanda" in latino). Per evitare di confondere questa sigla con altre, cominciarono a scrivere l'una sull'altra le due lettere che la componevano, e a stilizzarle, mutando la q in un ricciolo e la o in un punto, dando così vita al punto interrogativo.
Nel corso del Basso Medioevo fu affiancata da altri due tipi di scrittura, la scrittura notarile e la scrittura corsiva, rimanendo in uso solamente per i libri. La minuscola carolina cadde poi in disuso.
Venne ripresa dai primi umanisti del XIV-XV secolo come Coluccio Salutati e Poggio Bracciolini: essi ritennero che fosse la scrittura degli antichi Romani. Fece così da base della minuscola umanistica rotonda, che a sua volta fu il modello dei primi caratteri da stampa, che si sono poi evoluti fino ai caratteri usati al giorno d'oggi.
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