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Storico idrovolante Savoia-Marchetti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Savoia-Marchetti S.55 fu un idrovolante a doppio scafo bimotore prodotto dall'azienda italiana Savoia-Marchetti dal 1923 e protagonista per un decennio in svariati ruoli nella Regia Aeronautica. Poco dopo la sua introduzione batté numerosi record di velocità, altitudine, autonomia e capacità di carico. Con le celebri trasvolate oceaniche, divenne uno dei simboli dell'aeronautica militare e del progresso tecnologico italiano nei primi anni venti.
Savoia-Marchetti S.55 | |
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Una foto dell'S.55 in volo | |
Descrizione | |
Tipo | bombardiere/aerosilurante ricognitore/SAR |
Equipaggio | 6 |
Progettista | Alessandro Marchetti |
Costruttore | Savoia-Marchetti |
Data primo volo | agosto 1923[1] |
Data entrata in servizio | settembre 1926 |
Utilizzatore principale | Regia Aeronautica |
Altri utilizzatori | Società Aerea Mediterranea Forțele Aeriene Regale ale României |
Dimensioni e pesi | |
Tavole prospettiche | |
Lunghezza | 16,50 m |
Apertura alare | 24,0 m |
Altezza | 5,0 m |
Superficie alare | 93,0 m² |
Peso a vuoto | 5 750 kg |
Peso max al decollo | 10 000 kg |
Propulsione | |
Motore | 2 Isotta Fraschini Asso 750 |
Potenza | 880 CV (647 kW) ciascuno |
Prestazioni | |
Velocità max | 282 km/h |
Autonomia | 4 500 km |
Tangenza | 5 000 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 4 Lewis calibro 7,7 mm |
Bombe | fino a 1 000 kg in varie combinazioni o un siluro in alternativa al carico di bombe |
Note | dati riferiti alla versione S.55 X |
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L'S.55 fu progettato dall'ing. Alessandro Marchetti e dall'ingegnere Pier Luigi Torre che utilizzarono due propulsori contrapposti, con un'elica spingente ed una traente.
I motori erano alloggiati in una incastellatura sopra le ali, sul piano di simmetria del velivolo: ciò evitava i problemi giroscopici e gli imbardamenti dovuti a possibili dissimmetrie di spinta o avarie di una normale disposizione bimotore.
Particolarmente coraggiosa la soluzione dei due scafi: sfruttavano una struttura cellulare che permetteva il galleggiamento anche in condizioni critiche di danneggiamento e acque mosse.
Il velivolo venne inizialmente respinto dalla commissione giudicatrice del commissariato dell'Aviazione perché ritenuto troppo ardito, nonostante rispondesse alle specifiche richieste, e gli venne preferito un modello più convenzionale. Più tardi venne riesaminato e finalmente gli vennero riconosciuti gli indubbi pregi e venne adottato.
Nel 1929 erano in dotazione al LXXXVI Gruppo da Bombardamento Marittimo, con la 190ª e 191ª Squadriglia con base sull'Idroscalo di Brindisi nell'8º Stormo. Nel mese di giugno il gruppo prese parte alla crociera aerea del Mediterraneo orientale (5-19 giugno 1929) voluta da Italo Balbo con il 91º Gruppo (La Spezia), la 192ª Squadriglia (Pola) ed il Reparto Volo 3^ Z.A.T. (Vigna di Valle).
Questo velivolo, e specificatamente la versione X di cui vengono riportate le caratteristiche, fu il protagonista delle trasvolate che resero famosa la Regia Aeronautica durante il periodo tra le due guerre mondiali. Dal volo dei due grandi piloti Francesco De Pinedo e Carlo Del Prete e del motorista Vitale Zacchetti nelle due Americhe a bordo di un S.55 della prima serie denominato "Santa Maria", in modo da rendere omaggio anche al navigatore Cristoforo Colombo, fino ai voli in formazione voluti e condotti da Balbo e che culminarono nel 1933 con il volo in formazione di 24 S.55X da Orbetello fino a Chicago, la Crociera aerea del Decennale. In quell'anno la città fu sede di un'esposizione universale in occasione del decennale della fondazione dell'Arma Aeronautica: la lettera X utilizzata per quella specifica versione indicava proprio il decennale in numeri romani.
L'unico esemplare di S.55 arrivato sino ai nostri giorni è la versione C esposta presso il Museu TAM, già Museu Asas de um Sonho, sito a São Carlos nello stato federale brasiliano di San Paolo (São Paulo). L'S.55, soprannominato "Jahú" dal suo ultimo proprietario, l'aviatore João Ribeiro de Barros, lo stesso soprannominato "Alcione" dall'asso italiano della prima guerra mondiale Eugenio Casagrande, venne utilizzato per compiere la trasvolata atlantica del Sud Atlantico nel 1927.[4][5]
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