Rosolia
malattia infettiva che vede come agente eziologico un virus ad RNA del genere "Rubivirus" appartenente alla famiglia dei "Togaviridae". / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Con il termine rosolia si identifica una malattia infettiva, ad origine virale dovuta al Rubella virus. È esantematica, maculopapulosa, acuta e contagiosa. Insieme al morbillo, la varicella, la pertosse e la parotite, è una delle infezioni più comuni che insorgono in età pediatrica.[1] Può anche colpire donne incinte e, a seconda del mese di gestazione, la permanenza del virus nell'ospite può comportare effetti teratogeni per il feto.
Rosolia | |
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Rash cutaneo da rosolia sulla pelle della schiena di un bambino (1978) | |
Specialità | infettivologia e neonatologia |
Eziologia | Rubivirus |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
MeSH | D012409 |
MedlinePlus | 001574 |
eMedicine | 802617 e 966220 |
Al 2019 l'unico ospite conosciuto per il virus Rubella rimane l'uomo.
Esistono due modalità di contagio:
- Trasmissione orizzontale: il virus può trasmettersi per via aerea, attraverso goccioline di saliva (emesse con starnuti o colpi di tosse); per contatto diretto (mediante interazione con il soggetto malato) o indiretto (tramite contatto con oggetti contaminati);[2]
- Trasmissione verticale o Sindrome da rosolia congenita: dalla donna gravida infetta (non immunizzata) al feto, per mezzo della placenta. La trasmissione verticale non è sempre certa e avviene nel 90% dei casi.
Negli infanti ha solitamente un decorso benigno; ma quando una donna non immunizzata ne viene contagiata può sviluppare la sindrome da rosolia congenita, che causa l'aborto nel 20% dei casi e può produrre invalidità gravi e permanenti nel bambino.
L'Organizzazione mondiale della sanità stima in circa 110.000 i bambini che nascono ogni anno con la sindrome da rosolia congenita e devono confrontarsi con le sue conseguenze invalidanti.[3]