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architetto francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pierre Le Muet (Digione, 7 ottobre 1591 – Parigi, 28 settembre 1669) è stato un architetto francese.
Pierre Le Muet è stato al servizio di Luigi XIII di Borbone (1601 – 1643), architetto nominato nel 1616, sotto la reggenza di Maria de' Medici (1575 – 1642). Nel 1632, sposa Marie Autissier, figlia di Jean Autissier[1], maestro muratore ma anche imprenditore e promotore di interventi urbanistici a Parigi, tra i quali la lottizzazione della Rue Dauphine nel 1607. Nella sua attività di architetto del Re, Le Muet si occupa del completamento del complesso edilizio denominato Val-de-Grâce che comprendeva la chiesa del Val-de-Grâce progettata da François Mansart (1598 – 1666) e iniziata da Jacques Lemercier (1585 - 1654) e dell'abbazia trasformata in Ospedale militare durante la Rivoluzione francese.
L'attività professionale di Le Muet si può dividere in due distinte fasi: la prima come architetto di corte, e ingegnere militare demandato alla progettazione e alla sorveglianza di lavori di fortificazione («conducteur des dessins des fortifications de Picardie»), a partire dal 1617 fino al 1637. Le Muet ha redatto un volume di piani delle fortificazioni della Piccardia (1631), oggi conservato nella Bibliothèque de l'Arsenal, e sotto gli ordini di Pierre de Conty d'Argencour (1575 – 1655) ingegnere, ha lavorato a Péronne e Corbie (1635-1638) e successivamente a Langres. In quegli anni si occupa del progetto della chiesa di Saint-Eustache (1623) e della chiesa di Notre-Dame-des-Victoires detta del Petits-Pères (1628), a Parigi.
Negli stessi anni si dedica alla stesura e alla pubblicazione del suo testo Maniere de bastir pour toutes sortes de personnes ..., pubblicato a Parigi nel 1623, che diventa presto il manuale di riferimento per la progettazione di edifici di civile abitazione in Francia. Il testo di Le Muet si configura come un manuale di progettazione, dal semplice (abitazioni private con una sola camera da letto) al complesso (abitazioni con cortili e giardini) e comprende progetti di abitazioni che offrono una buona immagine dell'architettura civile parigina dei primi anni del ‘600: palazzi con corridoio laterale e scala (tav. I-IV), palazzi con ampio cortile e case con giardino, con corpi laterali ad ala per la distribuzione delle stanze (tav. VII-XI), padiglioni isolati (tav. XII e XIII), prospetti e sezioni di fabbricati, disegni di carpenterie delle coperture. Negli anni seguenti si dedica alla traduzione di trattati classici dell'Architettura: nel 1631 pubblica una traduzione della «Regola delle Cinque Ordini d'Architettura» di Jacopo Barozzi da Vignola (1507 – 1573), con dieci disegni inediti per porte e nel 1645 un adattamento del trattato di Andrea Palladio (1508 – 1580).
La seconda fase della sua carriera inizia intorno al 1637 e si sviluppa strettamente nel campo dell'Architettura. In questo periodo Le Muet mette in pratica le sue idee e i suoi principi sulla progettazione e sulla composizione architettonica costruendo importanti complessi come il completamento del castello di Chavigny (1637-1646)[2] a Lerné (Indre-et-Loire), iniziato da Claude Bouthillier (1581 - 1652), soprintendente alle finanze di Luigi XIII, e quello di Pont (1638-1641) à Pont-sur-Seine (Aube), prima di continuare e completare la costruzione del Castello di Tanlay (1643-1649)[3] a Tanlay (Yonne), commissionato da Michel Particelli d'Emery ou d'Hémery (1596 - 1650). Per quest'ultimo, tra il 1642 e il 1650, Le Muet progetta e costruisce l'ala destra dell'edificio, secondo lo schema classico dei castelli con pianta a U che racchiude il cortile interno. Le Muet disegna le nuove facciate dell'edificio principale e la decorazione degli appartamenti. Di fronte al castello, fa costruire, in stile classico, il petit Château. Si occupa anche della progettazione e della sistemazione del parco e realizza un canale che circonda a modo di fossato il castello. La progettazione del giardino del castello di Tanlay è stata esemplare per quell'epoca e ha influenzato il disegno dei giardini di Versailles e del castello di Vaux-le-Vicomte. Nel 1639 progetta l'Hôtel Coquet e nel 1642 l'Hôtel Marin (poi Hôtel d'Assy) a Parigi, quindi l'Hôtel Bouchu a Digione[4], e l'Hôtel Gauthier a Parigi; gli anni 1644-47 lo vedono impegnato nel progetto e nella costruzione dell'Hôtel d'Avaux (Hôtel de Saint-Aignan), nel 1647 nella realizzazione dell'Hôtel Comans d'Astry, sul quai de Béthune nella l'île Saint-Louis. Successivamente si dedica al completamento dell'Hôtel Tubeuf (1649-1655), in rue Vivienne 16 per conto di Jacques Tubeuf (1606 – 1670) e quindi prende in mano i lavori di completamento del Val-de-Grâce dopo la morte Jacques Lemercier, secondo il progetto e le linee guida che erano state tracciate da François Mansart. Nel 1656 Le Muet progetta l'ampliamento dell'Hôtel Marin e la ristrutturazione dell'Hôtel Scipion a Parigi. Negli anni 1659-1661, infine, si dedica all progettazione e alla costruzione dell'Hôtel de Laigue o di Chevreuse.
Nel panorama degli architetti del XVII secolo, Pierre Le Muet si può considerare uno dei migliori architetti del suo tempo, alla pari di Jacques Lemercier, François Mansart e di Louis Le Vau (1612 – 1670), suoi contemporanei.
Bibliografia e opere: Bibliografia estesa
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