Piazza Federico II
Piazza di Jesi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Piazza Federico II è una delle più importanti della città marchigiana di Jesi, in provincia di Ancona.
Piazza Federico II | |
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Piazza Federico II, prima dello spostamento della fontana. | |
Nomi precedenti | Piazza San Floriano |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Città | Jesi |
Informazioni generali | |
Tipo | Piazza |
Intitolazione | Federico II di Svevia |
Costruzione | già Foro romano |
Mappa | |
Sorta sul luogo dell'antico Foro romano, all'incrocio fra il Cardo e il Decumano massimi, subì vari cambiamenti durante il corso dei secoli fino a raggiungere la sua conformazione attuale tra il XVII e il XVIII secolo. Era la piazza centrale della città, luogo di rappresentanza del potere comunale, dove si svolgevano le grandi cerimonie pubbliche, sia civili che religiose, come per esempio il Palio di San Floriano, la maggiore di esse. I comuni del Contado, i Castelli di Jesi, una volta l'anno, il 4 maggio (Festa del Patrono San Floriano) erano chiamati a presentare il Palio insieme al pagamento dei tributi, in segno di sottomissione e di rispetto a Jesi.
Il 26 dicembre 1194 vi nacque Federico II di Svevia, futuro imperatore del Sacro Romano Impero, il quale concesse grandi privilegi e riconoscimenti a Jesi, conferendole il titolo di Città Regia.
In seguito ai numerosi scavi eseguiti sul luogo già dal 1784 (anno della ricostruzione del Convento di San Floriano), e al ritrovamento di reperti romani importanti, è accertato che qui sorgeva il Foro romano[1]. Sul lato settentrionale ed orientale vi sorgevano un Tempio pagano, una Cisterna romana e le Terme, come ancora oggi indicato da Via Posterma (da Post Cisternam, dietro la cisterna) e Via delle Terme; su quello meridionale vi era un Teatro.
Le incursioni barbariche, seguite alla caduta dell'Impero romano, distrussero tutti gli edifici esistenti, che in seguito vennero riutilizzati come fondamenta e recupero di materiali delle nuove ricostruzioni.
Nel primo medioevo, al posto del tempio pagano, San Settimio, primo vescovo cittadino, vi iniziò la costruzione di una prima Cattedrale dedicata al Santissimo Salvatore[2], e poi più volte rifatta. Attorno vi sorsero subito delle case (dapprima in legno), e in seguito edifici cittadini sempre più importanti, come l'Episcopio, un convento, un Ospedale, un Seminario e palazzi nobiliari. Il grande spazio pubblico aperto davanti al sagrato della chiesa, allora intitolato Piazza San Floriano, in onore del primo patrono di Jesi, era il luogo di svolgimento delle cerimonie cittadine.
Il 26 dicembre del 1194, nacque in questa piazza Federico II di Svevia, il futuro imperatore del Sacro Romano Impero[3]. Suo padre era Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa, e sua madre Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II di Sicilia, detto Il Normanno. Federico II vide la luce a Jesi durante il viaggio che l'imperatrice aveva intrapreso per raggiungere Palermo dove il marito era stato appena incoronato il giorno prima (giorno di Natale), re di Sicilia. Data la sua età avanzata, nella popolazione si era un diffuso un certo scetticismo circa la gravidanza di Costanza, così fu allestito un baldacchino al centro della piazza cittadina, dove l'imperatrice partorì pubblicamente, al fine di fugare ogni dubbio sulla nascita dell'erede al trono. Questo grande avvenimento portò in seguito a Jesi enormi privilegi. Fu infatti insignita da Federico II del titolo di Città Regia, col quale l'imperatore riconosceva e sanciva i diritti del Comune jesino sui territori sottomessi dei Castelli di Jesi, permettendo alla città di costituirsi in un autogoverno oligarchico denominato Respublica Aesina. Questi titoli furono talmente importanti che Jesi poté continuare ad esercitare il suo potere di piccola repubblica anche durante la dominazione papale.
Durante tutto il periodo della Respublica Aesina, dal XIII secolo al 1808, i Castelli di Jesi erano chiamati ogni anno il 4 maggio, Festa del patrono San Floriano, a presentare i gonfaloni, o palii, come atto di sottomissione e sudditanza alla città: il Palio di San Floriano[4]. Questa grande cerimonia si svolgeva nella piazza centrale, allora denominata appunto Piazza San Floriano.
Alla fine del XVII secolo iniziarono imponenti lavori di ristrutturazione della piazza che portarono a radicali cambiamenti. Il lato sinistro, ove oggi è la chiesa di san Floriano, all'epoca era chiuso da una fila di case (dette "la Spina") che allineavano le vie Pergolesi e delle Terme. e il lato destro era molto più rientrato, allineandosi con le facciate interne (che danno sul cortile) dei due palazzi Ripanti. Il Duomo dominava al centro del lato frontale[1].
Nel 1679 si procedette all'abbattimento della "Spina" così da ampliare notevolmente la piazza. Successivamente, nel corso del XVIII secolo, man mano tutti gli edifici vennero rifatti. L'antica cattedrale gotica di Giorgio da Como venne ricostruita nell'edificio odierno a partire dal 1732; nel 1743 venne riedificata la chiesa di San Floriano (che vide anche il rifacimento del suo convento dal 1784); poi fu la volta del lato destro, ove il conte Emilio Ripanti aveva acquistato nel 1724 l'edificio dell'Ospedale di Santa Lucia, adiacente al suo palazzo di famiglia. Così il conte procedette alla ristrutturazione e ampliamento del suo palazzo, costruendo tutta una grande ala davanti agli edifici di proprietà che restrinsero la piazza e ne spostarono l'asse verso sinistra, portando così il duomo ad essere in parte nascosto dai palazzi e non più al centro della piazza. Le modifiche settecentesche si conclusero nel 1758 con la realizzazione da parte dell'architetto bolognese Gaetano Stegani della balaustra barocca verso la salita di Via del Fortino.
In seguito, per onorare il grande Imperatore tedesco, gli jesini decisero di intitolare la piazza a Federico II, ritenuto più consono alla tradizione ghibellina del Comune.
Nel 1949 venne portata al centro della piazza la Fontana obelisco, opera del 1844 concepita per la Piazza della Repubblica. La stessa è stata poi ricollocata sul suo sito originario nel luglio 2021 a seguito di un lascito testamentario.
La piazza di forma rettangolare si imposta su un asse centrale che va da nord-est a sud-ovest.
Al centro dominava la Fontana Obelisco, opera del 1844-45 dell'architetto jesino Raffaele Grilli; lo scultore Luigi Amici realizzò le sculture delle otto leonesse e dei quattro delfini. La fontana, concepita per la Piazza della Repubblica, ove sorge il Teatro Pergolesi, venne qui portata nel 1949. Nel 2021 la fontana è stata ricollocata nella sua ubicazione originaria.
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