Loading AI tools
saggista, giornalista e storico britannico (1928-2023) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Paul Bede Johnson (Manchester, 2 novembre 1928 – Londra, 12 gennaio 2023) è stato uno storico, giornalista e saggista britannico, associato all'inizio della sua carriera alla sinistra politica, per poi divenire un popolare storico conservatore. Scrittore prolifico, pubblicò più di 50 libri oltre a innumerevoli articoli per riviste e giornali.[1] Divenne noto come giornalista presso la rivista New Statesman.
Johnson è nato a Manchester. Suo padre, William Aloysius Johnson, era un artista e preside della Art School di Burslem, Stoke-on-Trent, Staffordshire. Allo Stonyhurst College, Johnson ricevette un'istruzione basata sul metodo gesuita, che preferiva al curriculum più secolarizzato di Oxford. Mentre era a Oxford, Johnson fu istruito dallo storico A. J. P. Taylor[2] ed era un membro dell'esclusiva Stubbs Society.
Dopo essersi laureato con lode, Johnson ha svolto il servizio militare nell'esercito, unendosi al King's Royal Rifle Corps e poi al Royal Army Educational Corps, con sede principalmente a Gibilterra.[2] Qui ha visto la "cupa miseria e crudeltà del regime franchista". In seguito venne assunto dal periodico parigino Réalités dal 1952 al 1954.[2]
Johnson adottò una visione politica di sinistra durante questo periodo mentre assistette nel maggio 1952 alla risposta della polizia a una rivolta a Parigi (i comunisti si stavano ribellando per la visita del generale americano Matthew Ridgway, che comandava l'8ª armata degli Stati Uniti durante la guerra di Corea; era appena stato nominato comandante supremo della NATO in Europa), la "ferocia [di cui] non avrei creduto se non l'avessi vista con i miei occhi".[3] Poi è stato corrispondente da Parigi del New Statesman. Per un certo periodo fu un convinto seguace di Aneurin Bevan. Tornato a Londra nel 1955, Johnson si unì allo Statesman.[4]
Alcuni degli scritti di Johnson mostravano già segni di iconoclastia. Il suo primo libro, sulla crisidi Suez, apparve nel 1957. Un commentatore anonimo su The Spectator scrisse che "una delle sue osservazioni [di Johnson] sul signor Hugh Gaitskell è altrettanto dannosa di qualsiasi cosa abbia da dire su Sir Anthony Eden", ma l'opposizione del Partito Laburista all'intervento di Suez portò Johnson ad affermare che "il vecchio spirito militante del partito era tornato".[5] L'anno successivo attaccò il romanzo di James Bond di Ian Fleming Dr No,[6] e nel 1964 mise in guardia contro "la minaccia del fenomemno Beatles"[7] in un articolo descritto contemporaneamente come "piuttosto esagerato" da Henry Fairlie in The Spectator.[8]
Johnson è stato successivamente redattore capo, vicedirettore e direttore della rivista New Statesman dal 1965 al 1970. Sollevarono perplessità le sue presenze alle serate di Lady Antonia Fraser, allora sposata con un parlamentare conservatore. Ci fu una certa resistenza alla sua nomina a direttore di New Statesman, anche da parte dello scrittore Leonard Woolf.
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.