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197° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 1334 al 1342 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Benedetto XII, nato Jacques Fornièr (Saverdun, 1285 – Avignone, 25 aprile 1342), è stato il 197º papa della Chiesa cattolica dal 1334 alla morte.
Papa Benedetto XII | |
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Henri Auguste César Serrure, Ritratto di papa Benedetto XII (XIX secolo); olio su tela, Palazzo dei Papi, Avignone. | |
197º papa della Chiesa cattolica | |
Elezione | 20 dicembre 1334 |
Incoronazione | 8 gennaio 1335 |
Fine pontificato | 25 aprile 1342 (7 anni e 126 giorni) |
Cardinali creati | vedi Concistori di papa Benedetto XII |
Predecessore | papa Giovanni XXII |
Successore | papa Clemente VI |
Nome | Jacques Fornièr |
Nascita | Saverdun, 1285 |
Ordinazione sacerdotale | in data sconosciuta |
Nomina a vescovo | 19 marzo 1317 da papa Giovanni XXII |
Consacrazione a vescovo | 19 marzo 1317 dal cardinale Niccolò Alberti, O.P. |
Creazione a cardinale | 18 dicembre 1327 da papa Giovanni XXII |
Morte | Avignone, 25 aprile 1342 |
Sepoltura | Cattedrale di Avignone |
Nato da una famiglia modesta della contea di Foix, divenne un monaco cistercense a Boulbonne. Fu accolto nell'abbazia di Fontfroide da suo zio, Arnaud Nouvel, che lo inviò a studiare a Parigi al collegio Saint-Bernard. Maestro di teologia, successe a suo zio come abate di Fontfroide nel 1311. Vescovo di Pamiers nel 1317, perseguì attivamente la lotta contro i seguaci del Catarismo. Fu allora che praticò di persona una politica inquisitoria molto attiva contro gli eretici. I registri dei suoi interrogatori, che teneva scrupolosamente, serviranno allo studio dei comportamenti e delle mentalità, soprattutto all'interno del villaggio di Montaillou.[1] Nel 1326 diventò vescovo di Mirepoix e cardinale con il titolo di Santa Prisca nel 1327.
Soprannominato il "cardinale bianco" — poiché aveva mantenuto la sua veste da cistercense[2] — fu un uomo austero e severo, che intervenne con autorità in tutti i dibattiti teologici del momento: povertà evangelica, fraticelli, visione beatifica. Su quest'ultimo punto, fissò la dottrina nella sua bolla Benedictus Deus del 1336.
Per i cardinali, era a quell'epoca pratica comune votare al primo scrutinio per un candidato considerato senza reali possibilità di diventare pontefice (un "non papabile", insomma), al fine di vedere l'assetto generale delle posizioni, ossia come e quanti voti gli altri cardinali ricevevano. Quella volta però accadde un evento inusuale: tutti i cardinali votarono indipendentemente per il cardinale Fournier (ovviamente il prelato francese non si autovotò). I porporati non avevano pianificato insieme questa scelta, cosicché l'elezione di Fournier al primo scrutinio risultò un evento del tutto casuale.[3]
Così scrive Giovanni Villani nella Nuova Chronica (Libro XII, Capitolo XXI) della sua elezione:
«Dopo la morte e sepoltura di papa Giovanni i cardinali, ch’erano allora XXIIII, e tutti ritrovandosi in Vignone, per lo siniscalco di Proenza del re Ruberto furo messi nel conclavi per bene guardati e distretti, a ciò che tosto facessono lezione di papa. E avendo tra·lloro tira e discordia della lezione, perché dell’una maggiore setta, della quale era capo il cardinale di Peragorgo, ciò era fratello del conte di Peragorgo, con séguito grande de’ cardinali caorsini e franceschi, e il cardinale de la Colonna, sì trattaro d’eleggere papa il cardinale fratello del conte di Comingio, uomo savio e valoroso e di buona vita: fuoro a·llui, e profersorli le loro voci, con patto ch’elli promettesse loro di non venire a Roma; la qual cosa non volle promettere, dicendo che inanzi rinunzierebbe il cardinalato ch’elli avea certo, che ’l papato ch’era in aventura. Per la qual cosa rimescolata la divisione de la lezione tra’ collegi quasi per gara, non credendo venisse fatto, misono a squittino quelli di loro collegio ch’era tenuto il più minimo de’ cardinali; ciò fu il cardinale Bianco di piccola nazione di tolosana, il quale era stato monaco e poi abate di Cestella, però uomo di buona vita. Sanza osservazione d’ordinato squittino, parve opera divina, che ciascuna setta di cardinali a·rrigatta li diedono le loro voci, e così fu eletto papa la vilia di santo Tomè apostolo dopo vespero, a dì XX di dicembre MCCCXXXIIII. E lui eletto papa, ciascuno s’amirò, e elli medesimo ch’era presente disse: «Avete eletto uno asino», o per grande umilità non conoscendosi degno, o profetizzando il suo stato, però che fue uomo di grosso intelletto quanto ne la pratica cortigiana, ma sofficiente assai in iscrittura.»
Eletto papa il 20 dicembre 1334 alla morte di papa Giovanni XXII, non proseguì con le politiche del suo predecessore. Raggiunse la pace con l'imperatore Luigi IV, che era stato precedentemente scomunicato, e, per quanto possibile, scese a patti con l'ordine francescano, che era all'epoca in contrasto con la Sede apostolica.
Tentato di riportare la sede pontificia a Roma nel 1335, alla fine si accontentò di dimorare ad Avignone, dove costruì il primo palazzo pontificio, la cui austerità architettonica ne riflesse la personalità. Non rifiutò comunque di dare un certo decoro all'edificio, motivo per cui chiamò presso di sé il noto pittore senese Simone Martini.
Nel 1336 dispose alla filiale di Avignone della nota famiglia di banchieri fiorentini Bardi l'incarico di inviare agli armeni, assaliti dalle popolazioni turche, il corrispettivo di diecimila fiorini d'oro in grano. Il 10 aprile arrivò l'ordine, poche settimane dopo gli agenti italiani dei Bardi comprarono il grano sulle piazze di Napoli e Bari tramite le loro filiali, e prima della fine del mese navi cariche delle vettovaglie erano già salpate verso il Mar Nero.[5]
Benedetto fu un papa riformatore e cercò di limitare il lusso degli ordini monastici, ma senza molto successo. Mise ordine nel sistema di collezione dei benefici e di conseguenza nel fisco pontificio.
Papa Benedetto XII durante il suo pontificato ha creato 7 cardinali nel corso di 2 distinti concistori.[6]
La genealogia episcopale è:
La successione apostolica è:
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