Orsenigo
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Orsenigo (Ursenìgh in dialetto brianzolo[4], AFI: /urseˈniːk/) è un comune italiano di 2 643 abitanti della provincia di Como in Lombardia.
Orsenigo comune | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Como |
Amministrazione | |
Sindaco | Maddalena Pinti (lista civica Insieme per Orsenigo) dal 12-6-2022 |
Territorio | |
Coordinate | 45°47′N 9°11′E |
Altitudine | 329 m s.l.m. |
Superficie | 4,46 km² |
Abitanti | 2 643[1] (31-12-2023) |
Densità | 592,6 ab./km² |
Comuni confinanti | Albavilla, Albese con Cassano, Alserio, Alzate Brianza, Anzano del Parco, Cantù, Capiago Intimiano, Montorfano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22030 |
Prefisso | 031 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 013170 |
Cod. catastale | G126 |
Targa | CO |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 623 GG[3] |
Nome abitanti | orsenighesi |
Patrono | san Martino di Tours |
Giorno festivo | 11 novembre |
PIL procapite | (nominale) 22.910€ |
Cartografia | |
Posizione del comune di Orsenigo nella provincia di Como | |
Sito istituzionale | |
Sul colle del Soldo, i ritrovamenti archeologici del 1878 (un sepolcreto risalente al IV-III secolo a.C.), testimoniano la sua origine celtica.
Il borgo, nel Medioevo, con il suo castello ebbe parte nelle contese tra i Milanesi e l'imperatore Federico Barbarossa. La battaglia di Carcano si svolse anche nella località di Tassera, pertinente ad Alserio e ad Orsenigo, e per il loro contributo alla vittoria gli Orsenighesi furono ricompensati con la cittadinanza milanese.[5]
Il castello subì un primo smantellamento ad opera dei Torriani nel 1276,[5] pur continuando a disporre di una guarigione militare fino almeno ai primi del XVII secolo. Del castello restano poche vestigia nel punto più alto dell'abitato, dove ora sorge la chiesa e la casa parrocchiale fabbricata interamente sopra i resti del castello.
Gli Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346 riportano “el locho o castellanza da Orsinigo” all'interno della "squadra di Canzo", tra le località incaricate della manutenzione della “strata da Niguarda”[6].
Nel 1441 Orsenigo seguì le sorti del resto della pieve di Incino, divenuta feudo dei Dal Verme per opera di Filippo Maria Visconti[6].
Sempre inserito nella pieve di Incino e nel Ducato di Milano, dal 1647 e per oltre un secolo il comune di Orsenigo fu a lungo feudo della famiglia degli Archinto (o Archinti)[6].
Nel 1751, il territorio di Orsenigo comprendeva i cassinaggi di Porzione, Cassinazza, Dosso Pelato e Foppa[6]. Due anni più tardi, l'Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano rivela come il territorio si componesse di due comunità: "Orsenigo con Parzano" e "Orsenigo altra porzione"[6].
Durante il Regno d'Italia, le riforme di riorganizzazione amministrativa decretate da Napoleone Bonaparte nel 1807 comportarono l’aggregazione del comune di Orsenigo con Parzano in quello di Alzate[7]. Tale aggregazione fu tuttavia abrogata al ritorno della Lombardia nelle mani degli Austriaci che, con la compartimentazione territoriale del Regno lombardo-veneto del 1816 decretarono la ricostituzione del comune di Orsenigo con Parzano[8].
In seguito all'unità d'Italia, Orsenigo seguì le vicende nazionali.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 novembre 1999.
La mitra è simbolo della dignità vescovile dei santi patroni del paese: san Martino per Orsenigo e san Biagio per la frazione di Parzano. Le spade incrociate ricordano le vicende legate alla battaglia del 1160 combattuta tra Tassera e Orsenigo.
Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di bianco.
Chiesa parrocchiale di San Martino
La parrocchiale[9], attualmente dedicata al solo San Martino, nel corso dei secoli fu anche intitolata a sant'Agnese a cui l’arcivescovo Ottone Visconti (XIII secolo) era molto devoto[10]. L'attuale edificio, del XVI secolo[11] ma ristrutturato più volte nel corso dei secoli, è attestato negli atti della visita pastorale del 1574 da parte del vescovo Carlo Borromeo[10]. Internamente, la chiesa conserva un seicentesco altare marmoreo policromo, oltre a due dipinti raffiguranti una Caduta di Cristo sotto la croce e un'Adorazione dei magi, entrambi attribuiti al Legnanino[10]. La zona del presbiterio è ornata da un ciclo di sei affreschi realizzati nel 1950 dal bergamasco Cornali, rappresentativi de L'Ultima Cena, Crocifissione, La moltiplicazione dei pani e dei pesci, Il sacrifico di Melchisedech, La rinuncia di Martino alla vita militare e Il dono del mantello di Martino al povero[10].
Chiesa Vicaria di San Biagio
La chiesa, che si trova nella frazione Parzano[11][12], venner ricostruita nel 1938 in stile romanico su una precedente chiesetta risalente al XIII secolo. Al suo interno conserva due dipinti del XVII-XVIII secolo, di cui uno raffigurante il santo titolare della chiesa[13].
Oratorio alla Divina Maternità di Maria e di San Giovanni Battista
Costruita nella prima metà del XVIII secolo[14] all'interno di Villa Turati-Minoli, la chiesetta ospita due dipinti ad olio e una pianeta pregiata[15].
Oratorio di San Francesco d'Assisi
L'oratorio, commissionato dalla famiglia Crespi nella prima metà del XX secolo[16], si trova al'interno di Villa del Soldo[17].
Abitanti censiti[27]
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