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Il naviglio militare italiano della prima guerra mondiale era ampio e diversificato. La Regia Marina all'entrata in guerra dell'Italia, il 24 maggio 1915, era per numero di unità e dislocamento in tonnellate di navi da guerra una marina importante, ben dotata di unità pesanti, ma molta cura era stata dedicata anche alle unità leggere, costiere e subacquee.
All'inizio della guerra erano in servizio:
Gli esploratori erano una tipologia di naviglio (introdotta dalla marina britannica come scout, in quella austro-ungarica erano invece classificati incrociatori rapidi) nata per svolgere il compito di ricognizione veloce per la flotta da battaglia in un'epoca precedente alla diffusione dell'aviazione. Furono invece molto importanti nel corso della prima guerra mondiale, anche perché la marina austro-ungarica li impiegò spesso nel basso Adriatico per molestare lo sbarramento di Otranto. La Regia Marina aveva sottostimato questo tipo di naviglio (classificando come esploratori anche vecchi incrociatori coloniali molto lenti come quelli della classe Agordat) e dovette correre ai ripari alla vigilia del conflitto (anche sequestrando naviglio in costruzione per la Romania, come la classe Aquila). Le navi di nuova costruzione si rivelarono ottime, anche se molto piccole (spesso poco più grandi di un cacciatorpediniere) e sovente meglio armate delle similari unità austro-ungariche.
Un numero abbastanza elevato di classi prestò servizio nel primo conflitto mondiale[1]:
Varie classi di torpediniere erano presenti nella Regia Marina[2]:
Nave da battaglia Conte di Cavour, nave di bandiera del viceammiraglio Luigi di Savoia[4]
Com.te 2ª squadra c.amm. Presbitero
Sommergibile Argonauta
Navi da battaglia in riserva, successivamente utilizzate come batterie galleggianti: Italia, Dandolo, Re Umberto, Andrea Doria (denominata GR 104 all'entrata in servizio della nuova corazzata battezzata con lo stesso nome).
Durante la prima guerra mondiale entrarono in servizio:
La flotta completa alla fine della Grande Guerra:
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