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Myriam Harry, pseudonimo di Maria Rosette Shapira (Gerusalemme, 21 febbraio 1869 – Neuilly-sur-Seine, 10 marzo 1958), è stata una scrittrice e giornalista francese prima vincitrice del Prix Femina (allora denominato La Vie heureuse).
La madre esercitava come diaconessa[1] protestante in un ospedale ed era la nipote di Théodor Fliedner, fondatore della diaconia di Kaiserswerth[2]. Suo padre, William Moses Shapira, un ortodosso russo convertito al protestantesimo[1], era dalla regione di Kiev in Ucraina e gestiva un negozio per turisti e pellegrini nel quartiere cristiano della Città Santa. Per la sua attività, acquistò un manoscritto che sembrava essere una versione molto antica del Deuteronomio, e nel 1882 di andare a Berlino e poi a Londra per cercare di venderlo a vari musei. Ma uno studioso francese, Charles Clermont-Ganneau, convinse gli esperti che il manoscritto era un falso[3];
Shapira andò in rovina a causa della faccenda, e, persa ogni credibilità, finì col per suicidarsi[4] nel marzo 1884 a Rotterdam. Senza le risorse per rimanere a Gerusalemme, la madre di Myriam Harry decise di tornare in Germania con Miriam e sua sorella nel 1884[5].
Grazie a uno zio, Myriam Harry fu assunta a Parigi come assistente di un parroco e nel periodo trascorso presso di lui imparò il francese per poi diventare indipendente insegnando in una scuola privata[5]. Inviò i suoi primi manoscritti ad alcuni giornali berlinesi e a Leopold von Sacher-Masoch che la incoraggò a scrivere[6] e le fece conoscere Catulle Mendès[4] che l'aiutò a stabilire alcuni rapporti editoriali. Iniziò così a collaborare nel 1898 con la rivista La Fronde[5], diretto da Marguerite Durand e scritto interamente da donne con un racconto pubblicato nel numero del Natale 1898[7] e proseguendo la collaborazione con una storia ogni due settimane: i racconti stampati su La Fronde furono raccolti in volume nel 1899, con il titolo Passage de Bedouins che ebbe subito un buon riscontro di critica e pubblico[8][9].
Nel 1904 la Harry sposò lo scultore Émile Perrault[5]. Con il marito, vincitore di una borsa di studio di viaggio, la Harry partì per la Tunisia che sarebbe stata fonte di ispirazione per diversi suoi scritti[10]. Molti dei suoi libri sono ispirati ai suoi viaggi in Medio Oriente. Africa e Asia[11].
Proposta da Joris-Karl Huysmans[12], che le promise la vincita per poi indirizzare altrove il suo voto[13], fu candidata al premio Goncourt con il suo libro La Conquête de Jérusalem (1904) che non le fu assegnato per via del fatto che era una donna[14]. A causa di questa discriminazione nacque il Prix Femina (inizialmente "Prix La vie Heureuse") del quale Myriam Harry fu la prima vincitrice il 28 gennaio 1905[15] e del quale fu anche membro della giuria in seguito.
Scrisse anche molti articoli per i giornali dell'epoca, quali, tra gli altri, Revue de Paris, Revue Bleue, Grande Revue, Paris-Soir, l'Intransigeant, Candide[10]. In particolare fece scalpore il suo reportage sul processo ai protagonisti dell'insurrezione di Thala-Khasserine[16][17] per Le Temps. Nel 1950 è stata nominata corrispondente dell'Académie des sciences coloniales.
Ebbe un figlio adottivo di origine siriana[18], Faouaz Perrault-Harry, divenuto pittore[19].
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