Memoriale della Shoah
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Il memoriale della Shoah è un'area museale di Milano dedicata al ricordo delle vittime dell'olocausto in Italia. È ubicata sotto la stazione centrale, a piano strada, di fronte al palazzo delle ex regie poste, ed è stata ideata con lo scopo di « [...] realizzare un luogo di memoria e un luogo di dialogo e incontro tra religioni, etnie e culture diverse...»[1] che si estende su una superficie di 7.060 m², per la maggior parte al piano terreno.[2]
Memoriale della Shoah | |
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Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Località | Milano |
Indirizzo | Piazza Edmond J. Safra 1 |
Coordinate | 45°29′17.43″N 9°12′29.61″E45°29′17.43″N, 9°12′29.61″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Olocausto, storia e antropologia |
Periodo storico collezioni | Novecento |
Superficie espositiva | 7,060 m² |
Istituzione | 2013 |
Apertura | 2013 |
Proprietà | Fondazione Memoriale della Shoah |
Direttore | Roberto Jarach |
Sito web | |
«Il ricordo è protezione dalle suggestioni ideologiche, dalle ondate di odio e sospetti. La memoria è il vaccino culturale che ci rende immuni dai batteri dell'antisemitismo e del razzismo.»
(Ferruccio De Bortoli, presidente della Fondazione Memoriale della Shoah)
Dal cosiddetto "binario 21", al quale in precedenza erano caricati e scaricati solo i treni postali, centinaia di ebrei, partigiani e deportati politici venivano caricati su vagoni bestiame diretti ai campi di Auschwitz–Birkenau, Mauthausen, Bergen-Belsen, Ravensbrück, Flossenbürg, Fossoli e Bolzano. Si conosce il numero dei convogli RSHA partiti dal binario 21, che furono 20 (12 di soli ebrei, 5 di politici e 3 di misti)[3]; si hanno invece solo dati frammentati circa i deportati, ad esempio è certo che in un convoglio partito nel gennaio 1944 si trovavano 605 passeggeri, dei quali si conosce anche la sorte[4].
Il memoriale, promosso dalla Fondazione Memoriale della Shoah, presieduta da Ferruccio de Bortoli[5], è stato inaugurato il 27 gennaio 2013.[6][7] la carica di presidente è poi passata nel marzo 2018[8] ad uno dei principali promotori dell'istituzione del memoriale[9][10], di cui era vicepresidente fin dalla fondazione[11], Roberto Jarach, figlio di Guido Jarach e nipote di Federico Jarach, note figure della imprenditoria industriale italiana e della comunità ebraica milanese, tra i fondatori di Assolombarda e della Federazione delle industrie metallurgiche (l’attuale Federmeccanica). A causa delle leggi razziali la famiglia fu costretta a cedere la sua azienda, le Rubinetterie Riunite, all’Edison, di cui non rientrò più in possesso neanche alla fine della guerra[12]. La famiglia, scampata all'eccidio nazista di Meina si rifugiò in Svizzera dove, nel 1944, nacque Roberto.[13]