Meldola
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Méldola (Mèdla o Médla in romagnolo[4]) è un comune italiano di 9 975 abitanti[1] della provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna.
Meldola comune | |
---|---|
La Rocca | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Forlì-Cesena |
Amministrazione | |
Sindaco | Roberto Cavallucci (centro-sinistra) dal 27-5-2019 (2º mandato dal 10-6-2024) |
Territorio | |
Coordinate | 44°08′N 12°04′E |
Altitudine | 58 m s.l.m. |
Superficie | 79,08 km² |
Abitanti | 9 975[1] (31-5-2024) |
Densità | 126,14 ab./km² |
Frazioni | Para, Piandispino-Valdinoce, Ricò-Gualdo, San Colombano, Teodorano, Vitignano |
Comuni confinanti | Bertinoro, Cesena, Civitella di Romagna, Forlì, Predappio |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 47014 |
Prefisso | 0543 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 040019 |
Cod. catastale | F097 |
Targa | FC |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 225 GG[3] |
Nome abitanti | meldolesi |
Patrono | san Nicolò, Beata Vergine del Popolo |
Giorno festivo | 6 dicembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Meldola nella provincia di Forlì-Cesena | |
Sito istituzionale | |
Sorge su un territorio di pedecollina su terrazzamenti all'imbocco della valle del fiume Bidente.
Tracce e ritrovamenti indicano che il territorio è stato frequentato e abitato fin dalla preistoria. Un probabile abitato dell'età del bronzo recente, è venuto alla luce nel corso di scavi archeologici del 2007/2008.[5] Durante l'epoca romana il territorio in cui sorse poi Meldola fu attraversato da un acquedotto, ancora esistente nel sottosuolo dell'abitato. Resti di ville rustiche tardo romane sono attestati nella zona di Ca Gaiani e in altri punti del territorio.
Nel V-VI secolo vi fu costruita una grande villa fortificata di epoca teodoriciana, con ambienti decorati da mosaici policromi, sepolta da una frana dopo essere stata distrutta da un incendio e sulla quale sorge parte del centro storico.
Intorno all'anno 1000 è attestato per la prima volta il nome di "Meldola". In questo periodo sorse il castello che domina l'abitato
Il 13 maggio 1335 il Castello di Meldola, assediato da Francesco Ordelaffi signore di Forlì e dai suoi alleati, venne liberato da Pietro Ginanni alla guida delle truppe senesi e fiorentine. Pietro Ginanni, figlio di Antonio che si era trasferito a Siena lasciando Venezia del padre Niccolò, fu del partito Guelfo essendo comandante delle truppe Senesi e fiorentine. (FONTE: https://www.heraldrysinstitute.com/lang/it/cognomi/Ginanni+Fantuzzi/Italia/idc/1720/idt/it/#scheda)
Ancor oggi il blasone (lo stemma) di Meldola ne racconta la storia di tale epocale liberazione del Pietro Ginanni. Lo stemma di Meldola risale al 1647, ma quando fu adottato questo stemma, il campo dello scudo era d'argento e la torre fiancheggiata da mura merlate a rappresentare la porta cittadina dalla parte di Forlì; il colore rosso dimostra il sangue sparso nel sostenere nel 1334 il lungo assedio posto da (Francesco Ordelaffi), signore di Forlì e Cesena, e la porta aperta la liberazione ottenuta. Il leone d'oro era il cimiero che Pietro Ginanni portava sull'elmo e il giglio rosso ricorda che la rocca fu da lui liberata coll'aiuto dei Fiorentini Guelfi. (FONTE: https://www.wikidata.it-it.nina.az/Meldola.html)
Dopo questa sua vittoria Pietro Ginanni fu di stanza a Meldola quale Governatore di quel Castello e strinse presto amicizia con Galeotto Malatesta che lo creò Nobile di Cesena e come tale membro del Nobile Consiglio. I discendenti del Pietro Ginnani dopo averne garantito prosperità per lungo tempo lasciarono la terra di Meldola nel 1513, quando il Pontefice Leone X la donò a Pio, conte di Carpi, per trasferirsi a Ravenna. (Fonte: Enciclopedia Storico-Nobiliare italiana vol.III pagg. 450-451: https://www.google.it/books/edition/Enciclopedia_storico_nobiliare_italiana/jwIJAQAAIAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=ginanni+fantuzzi+meldola+storia+nobile&pg=PA451&printsec=frontcover
Il centro passò ai Malatesta di Cesena e fu quindi in possesso degli Aldobrandini e dei Doria Landi Pamphili. Ebbe un certo sviluppo per il mercato della seta, rimasto attivo fino agli inizi del XX secolo.
Meldola vide l'abolizione del feudo con l'arrivo dei napoleonici, il ritorno allo Stato Pontificio nel 1815 e in seguito l'annessione al regno d'Italia. Il 7 settembre 1862, con decreto regio, le venne accordato il titolo di città.
Lo sviluppo economico portò alla costruzione di un piccolo teatro d'opera e alla creazione della tranvia per Forlì, poi soppressa nel 1930. Fu capoluogo di un mandamento e sede di un tribunale locale e delle carceri. L'ospedale civile creato nel XVI secolo ebbe una nuova sede negli anni settanta, ristrutturata ancora nel 2007 e dotata di un centro di ricerca per lo studio e la cura dei tumori,l'Istituto Tumori della Romagna (IRST).
«D'argento, alla torre aperta di rosso, sormontata da un leone d'oro, tenente nella zampa destra un giglio rosso. Ornamenti esteriori da Città.»
La prima testimonianza scritta dell'emblema comunale risale al 1647. Quando fu adottato questo stemma, il campo dello scudo era d'argento e la torre fiancheggiata da mura merlate a rappresentare la porta cittadina dalla parte di Forlì; il colore rosso dimostra il sangue sparso nel sostenere nel 1334 il lungo assedio posto da Francesco Ordelaffi, signore di Forlì e Cesena, e la porta aperta la liberazione ottenuta. Il leone d'oro era il cimiero che Francesco Ginanni portava sull'elmo e il giglio rosso ricorda che la rocca fu da lui liberata coll'aiuto dei Fiorentini Guelfi.[6]
Il gonfalone è un drappo troncato di giallo e di rosso.
Abitanti censiti[13]
Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 1.235 persone, pari al 12,32% della popolazione.[14]
Dal 1984 a Meldola è presente una Delegazione della Croce Rossa Italiana diventata Sede Territoriale del Comitato CRI di Forlì. Nata con il Gruppo Volontari del Soccorso, dal 2010 venne costituito anche il Gruppo Pionieri CRI, attivo nel primo soccorso, nell'attività socio-assistenziale e socio-sanitaria, in protezione civile e nella diffusione di principi di uguaglianza contro pregiudizi e razzismo.
Le campagne del meldolese iniziano ad essere indagate dal punto di vista etnomusicologico durante l'Ottocento e poi nel Novecento; il territorio rivela una ricchezza culturale popolare degna di nota, specialmente per i canti (stornelle) e per le tipologie strumentali.
Nel territorio è sviluppata l'agricoltura con produzione di frutta, vino, uova, barbabietola. Consistenti anche l'artigianato e la piccola-media industria, specialmente nel settore dell'arredamento e della lavorazione dei metalli.[15]
La città è collegata a Forlì dalla strada che costeggia il fiume Bidente; fra il 1881 e il 1930, vi si trovava il binario della tranvia Forlì-Meldola, che in quell'epoca rappresentò un importante volano economico.
Il trasporto pubblico è assicurato da autoservizi svolti dalla società START Romagna.
La principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Meldola che milita nel girone B dell'Eccellenza Emilia-Romagna. È nata nel 1999.
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.