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attore italiano (1948-2017) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Luigi Maria Burruano, detto Gigi (Palermo, 20 ottobre 1948 – Palermo, 10 settembre 2017), è stato un attore italiano.
Nato a Palermo da una famiglia borghese, all'inizio degli anni settanta ha cominciato a recitare, dedicandosi al cabaret e al teatro dialettale in lingua siciliana. A metà degli anni settanta ha ottenuto un buon successo di pubblico: particolare scalpore ha fatto lo spettacolo da lui interpretato, La coltellata. Dalla protagonista Aurora Quattrocchi, una volta divenuta sua moglie, ha avuto la figlia Gelsomina. Proprio a teatro Burruano ha scoperto e portato alla ribalta Tony Sperandeo e Giovanni Alamia, un duo di attori musicisti del quartiere "Boscogrande". La sua carriera teatrale lo ha portato sui palcoscenici di teatri stabili di Catania, Roma, Trieste e Prato.
Burruano ha esordito nel cinema nel 1970, ne L'amore coniugale di Dacia Maraini. Il teatro è rimasto tuttavia la sua occupazione principale fino al 1983, quando ha interpretato un carabiniere nel film Questo e quello di Sergio Corbucci e poi due anni dopo con una piccola parte in Pizza Connection di Damiano Damiani. Poi, un'altra pausa - interrotta da parti minori nel dittico di Marco Risi Mery per sempre (1989) e Ragazzi fuori (1990) - fino al 1992, quando con Nel continente nero, ancora di Marco Risi ha fatto ritorno al cinema per farne la sua attività principale. Il successo per Burruano è arrivato però quattro anni dopo con la partecipazione alla serie televisiva La piovra 8 - Lo scandalo, diretta da Giacomo Battiato.
È lo zio dell'attore Luigi Lo Cascio, con cui ha girato il film I cento passi (2000) di Marco Tullio Giordana, in cui i due interpretano rispettivamente Luigi Impastato e il figlio Peppino, ruolo per il quale Lo Cascio fu segnalato a Giordana proprio da Burruano:[1] tale interpretazione gli ha valso l'anno successivo la candidatura al Nastro d'argento. Sempre nello stesso anno lo si vede tra i protagonisti della miniserie L'attentatuni - Il grande attentato, dove interpreta il ruolo di Leoluca Barone (ispirato al personaggio del noto boss mafioso Leoluca Bagarella).
Tra gli altri film da lui interpretati, La discesa di Aclà a Floristella di Aurelio Grimaldi (1992), L'uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore (1995), Nowhere di Luis Sepúlveda (2002), Liberi di Gianluca Maria Tavarelli (2003), Il ritorno di Cagliostro di Ciprì e Maresco (2003), Te lo leggo negli occhi di Valia Santella (2004), Miracolo a Palermo! di Beppe Cino (2005), Quo vadis, baby? di Gabriele Salvatores (2005) ed Eccezzziunale veramente - Capitolo secondo... me di Carlo Vanzina (2006).
Nel 2006 ottiene una notevole popolarità con le fiction L'onore e il rispetto di Salvatore Samperi e Raccontami, dove recita insieme a Massimo Ghini. Nel novembre 2007 esce nelle sale cinematografiche il film Milano Palermo - Il ritorno, dove recita con Raoul Bova e Giancarlo Giannini, diretto da Claudio Fragasso. Nel 2008 recita ne Il sangue dei vinti di Michele Soavi, per poi tornare ad essere diretto da Tornatore in Baarìa (2009) e da Fragasso in Le ultime 56 ore (2010), al fianco di Gianmarco Tognazzi e Luca Lionello. Nel 2012 interpreta il ruolo dell'avvocato Scalici ne La città ideale, film di esordio alla regia di Luigi Lo Cascio.
Burruano è morto nel sonno il 10 settembre 2017 nella sua casa nel quartiere Uditore di Palermo: aveva 68 anni ed era malato da tempo.[2]
Il 4 settembre del 2006 Burruano è stato arrestato con l'accusa di "tentato omicidio". Dopo aver accoltellato l'ex genero Fabio Guida, colpevole secondo Burruano di esasperare la moglie e di non pagare gli alimenti ai tre figli, è stato arrestato dalle forze dell'ordine mentre beveva una birra al bar,[3] ottenendo undici giorni dopo gli arresti domiciliari. Successivamente l'attore ha patteggiato una pena di sedici mesi, ma la vicenda ha comunque avuto l'effetto di facilitare la riconciliazione familiare tra Guida e la moglie Gelsomina Burruano.[4]
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