Livo (Trentino-Alto Adige)
comune italiano, in provincia autonoma di Trento Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Livo (Liu[3] o anche Lio in noneso, Lif in dialetto trentino[4]) è un comune italiano di 783 abitanti della provincia autonoma di Trento.
Livo comune | |
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Palazzo Aliprandini Laifenthurn, sede del comune di Livo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Amministrazione | |
Sindaco | Willi Zanotelli (lista civica) dal 20-09-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 46°24′N 11°01′E |
Altitudine | 741 m s.l.m. |
Superficie | 15,22 km² |
Abitanti | 781[1] (01-01-2022) |
Densità | 51,31 ab./km² |
Frazioni | Preghena, Varollo, Scanna |
Comuni confinanti | Bresimo, Cis, Cles, Novella, Rumo |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 38020 |
Prefisso | 0463 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022106 |
Cod. catastale | E624 |
Targa | TN |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Nome abitanti | mezzaloni; lìveri |
Cartografia | |
Posizione del comune di Livo nella provincia autonoma di Trento | |
Sito istituzionale | |
La zona dell'odierno comune era abitata in tempi preistorici: due castellieri sono stati rinvenuti a Livo, uno sul Caslìr, l'altro sul Dos da Mul; un terzo castelliere era situato sul Dos Caslìr di Varollo. In tutti questi siti sono stati rinvenuti reperti archeologici di vario genere[5].
Di Livo era originaria l'omonima famiglia dei Livo, che divenne una delle più importanti del Principato Vescovile di Trento nel XII secolo[6]; la famiglia, di probabile origine longobarda o comunque germanica, ebbe varie ramificazioni (i Metz o Mezzo, i signori di castel Zoccolo, quelli di Altaguarda, quelli di Cis e forse altri)[6].
Nel 1183 il feudo di Livo venne concesso, dal principe vescovo di Trento Salomone, ad Arnoldo e Anselmo dei Livo di Metz, del ramo poi detto "di Metz" o "da Mezzo"; più avanti, assumendo il nome di Kronmetz, essi divennero vassalli dei conti del Tirolo[6][7]. Livo era sede di una gastaldia, che aveva giurisdizione anche sugli abitati di Revò, Romallo e Cagnò[6].
La storia di Livo presenta pochi eventi di rilievo; con tutta l'area del Mezzalone, il paese venne coinvolto marginalmente nella guerra rustica, rimanendo in genere fedele al Principe Vescovo[6].
L'11 dicembre 1880 il centro abitato di Livo fu colpito da un violento incendio. Tale avvenimento è ricordato su una lastra marmorea alla base del crocefisso ligneo posto sull'angolo ovest della piazza antistante alla chiesa di San Martino.
Con la fine del Principato Vescovile, Livo, assieme con vari altri centri abitati, venne incluso in un comune facente capo a Preghena; nel 1817, con le frazioni di Varollo e Scanna, tornò comune autonomo[6]. Nel 1928 al comune di Livo vennero aggregati Bresimo, Cis e Preghena; i primi due tornarono indipendenti nel 1948, portando all'attuale conformazione comunale[6].
Lo stemma e il gonfalone sono stati approvati con D.G.P. del 14 aprile 1988.[8]
«D'argento, al basilisco spiegato di nero armato e nervato d'oro, la cresta, le fauci, la lingua, i lumi di rosso. Corona: Murale di Comune. Ornamenti: A destra una fronda d'alloro fogliata al naturale fruttata di rosso, a sinistra una fronda di quercia fogliata e fruttifera al naturale; entrambe legate da un anello d'oro.[9]»
«Vessillo rosso del rapporto di 5/8 terminante in coda di rondine, caricato al centro da una rosa araldica a doppio giro di 6 petali, con i sepali del calice, d'oro, caricata a sua volta dello stemma comunale completo dei suoi ornamenti e sovrastante la scritta in oro: "Comune di Livo". Il tutto, bordato a frangiato d'oro, unito all'asta, foderata di rosso e avvolta d'argento, mediante un cordone a nappe anch'essi d'oro.[9]»
Abitanti censiti[12]
Nel censimento del 2001, 172 abitanti del comune si sono dichiarati "ladini"[13].
Il comune di Livo è formato da quattro centri abitati distinti: Preghena a nord, Varollo e Scanna a sud, e Livo, sede dell'amministrazione comunale, nella parte centrale del territorio.[14] I quattro borghi sorgono sull'altipiano del "Mezalón", delimitato dai torrenti Pescara e Barnes, nella parte settentrionale della Val di Non, poco distante dal punto in cui il torrente Noce, proveniente dalla Val di Sole, si getta nel lago di Santa Giustina.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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9 maggio 2005 | 16 maggio 2010 | Franco Carotta | Lista civica | Sindaco | |
17 maggio 2010 | 10 aprile 2014 | Franco Carotta | Lista civica | Sindaco | [15] |
11 aprile 2014 | 16 novembre 2014 | Walter Iori | Comm. pref. | [16] | |
17 novembre 2014 | in carica | Ferruccio Zanotelli | Lista civica | Sindaco |
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