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famiglia di lingue native americane del Sud America Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le lingue quechua, checiua o kichwa sono una famiglia di lingue native americane del Sud America. Al 2016, è parlata da 7,8 milioni di parlanti.
Quechua Kichwa o Runasimi | |
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Parlato in | Argentina Bolivia Cile Colombia Ecuador Perù |
Locutori | |
Totale | 7,8 milioni (Ethnologue, 2016) |
Classifica | 81 |
Altre informazioni | |
Tipo | SOV agglutinante |
Statuto ufficiale | |
Ufficiale in | Bolivia Perù Ecuador |
Regolato da | Accademia Maggiore della Lingua Quechua |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | qu
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ISO 639-2 | que
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ISO 639-3 | que (EN)
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Glottolog | quec1387 (EN)
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Estratto in lingua | |
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1 Tukuy kay pachaman paqarimuqkuna libres nasekuntu tukuypunitaq kikin obligacionesniycjllataj, hinakamalla honorniyuqtaq atiyniyuqtaq, chantaqa razonwantaq concienciawantaq dotasqa kasqankurayku, kawsaqi masipura hina, tukuy uj munakuyllapi kawsakunanku tiyan. | |
Distribuzione geografica delle varianti di quechua | |
Fu la lingua ufficiale dell'impero inca, e nel 2016 è parlata in vari dialetti da circa 7,8 milioni di persone nella zona occidentale del Sud America, inclusa la Colombia meridionale (dipartimento di Nariño) e l'Ecuador, tutto il Perù e la Bolivia, la parte nord-occidentale dell'Argentina e quella settentrionale del Cile (provincia di El Loa).
Oggi è la lingua nativa americana più estesa in tutto il mondo e la quarta lingua più estesa nel continente americano. È seguita dall'aymara e dal guaraní.
A causa della sua antichità e della sua ancestrale grafia (durata almeno fino alla metà del XX secolo), la lingua ha ben 46 dialetti differenti, raggruppati in due rami: Quechua I (o Waywash) e Quechua II (o Wanp'una). Quest'ultimo si divide, a sua volta, in tre sotto-rami: A (Yunkay), B (Chinchay) e C (Meridionale). Il linguista peruviano Alfredo Torero Fernández de Córdova, inoltre, li ha raggruppati in sette tipi:
Lo standard ISO 639-3 classifica il quecha come macro-lingua composta dai seguenti 44 membri:
Il quechua discende dal protoquechua, una lingua preincaica che si parlava nella costa e nella sierra centrale dell'antico Perù e che si espanse fino al sud. Quando gli Inca si stabilirono nella zona di Cusco, venne adottata questa lingua, sebbene essi parlassero il puquina. Nell'annettere i diversi popoli andini, gli Inca imposero l'apprendimento obbligatorio del quechua, mantenendo le lingue dei conquistati come dialetti.
Durante il Vicereame del Perù, il quechua venne utilizzato come strumento per aumentare l'influenza degli Inca sui popoli andini e su quelli amazzonici.
Questa espansione, unita alla mancanza di un ente regolatore, propiziò la diversificazione dell'idioma in dialetti influenzati dallo spagnolo o dalle lingue autoctone regionali.
Tra le persone che parlano quechua stanno sorgendo movimenti linguistici locali per la difesa della lingua. Inoltre esiste un'intensa attività di poesia contemporanea quechua, soprattutto lirica.
Nel febbraio 2009 per la prima volta un film girato per il 40% in lingua quechua e 60% in spagnolo ha preso parte al 59 Festival del Cinema di Berlino e ha vinto l'Orso d'Oro per il miglior film. Si tratta di una coproduzione ispano-peruviana dal titolo 'La teta asustada' della regista Claudia Llosa, che tratta del dramma delle donne violentate in Perù durante un ventennio a partire dal 1980: settantamila fra stupri, omicidi e abusi sulle donne peruviane.
Quechua è la trascrizione spagnola della parola qishwa, che significa zona temperata. La parola nativa per l'idioma è runasimi (runa = uomo, simi = idioma) ovvero linguaggio umano. Alcuni popoli adottarono il nome di quechua a causa del loro idioma, soprattutto i più settentrionali e influenzati dallo spagnolo. Anche i dialetti dell'Ecuador vengono chiamati quichua o kichwa a causa di una retrotrascrizione. Inoltre vi sono alcuni, come coloro che parlano gli idiomi della Colombia, che lo chiamano inka.
Il quechua presenta tre vocali (a, i, u) che possono essere modificate in presenza di particolari consonanti senza alcuna implicazione semantica. In presenza delle occlusive uvulari q, q' e qh, le vocali si pronunciano [ɑ], [e] e [o] rispettivamente, anche se vengono comunque scritte come a, i e u. Questo fenomeno si chiama allofonia. Nei dialetti del nord si verificano allargamenti di vocali, rappresentati da una dieresi sopra le tre vocali, ottenendo: ä, ï, ü.
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Il quechua usa 16 consonanti, con una bassissima o nulla variabilità fonetica. Nel caso di consonanti occlusive, si presentano tre forme: semplice, glottizzata e aspirata.
Nei dialetti Wanp'una, che rappresentano quelli più parlati, la glottalizzazione o aspirazione della consonante, cambia il significato della parola, vengono quindi considerate come consonanti separate. Per esempio qata, q'ata e qhata significano, rispettivamente, coperta, torbido, pendio.
Al termine di una parola, in questi dialetti, la lettera q suona come [χ]. Per esempio warayoq (sindaco) si pronuncerà [wa.ɾaˈjoχ]. Nei dialetti parlati a Cuzco e in Bolivia, la q nel finale di parola suona come [ɦ]. Ad esempio llaqta (città) si pronuncerà [ˈllɑɦ.ta]
Inoltre, in alcuni dialetti Waywash di Ancash e Huánuco, la lettera q varia il fonema da sordo occlusivo [q] in sonoro fricativo [ʁ], con i medesimi effetti allofonici e s in [ʃ]. Queste variazioni marcano notevolmente l'intellibilità interdialettale, come in sunqu (cuore) che verrà pronunciato come [ˈsoɴ.qo] a Cusco e come [ˈʃoɴ.ʁo] a Sihuas. Non esistono casi di consonanti occlusive sonore, come [b], [d] o [g], salvo in alcuni prestiti dallo spagnolo, come bindiy, da vender (vendere) o Diyus da Dios (Dio); tuttavia si preferiscono sempre forme meno xenofoniche, come inlisiya per iglesia (chiesa).
È una lingua agglutinante sintetica nel quale né l'accento né il tono della voce modificano il significato della parola.
Numero | |||
Singolare | Plurale | ||
Persona | Prima | Nuqa | Nuqanchis (inclusivo)
Nuqayku (esclusivo) |
Seconda | Qan | Qankuna | |
Terza | Pay | Paykuna |
In quechua si usano sette pronomi personali. Il quechua ha due diversi pronomi per la prima persona plurale: uno inclusivo ("tutti noi incluso te") e l'altro esclusivo ("noi" escluso te). Il suffisso -kuna è un suffisso pluralizzatore indipendente che, se aggregato ai pronomi singolari, li rende plurali.
Gli aggettivi precedono sempre il sostantivo. Gli aggettivi quechua non ammettono il genere e il numero, accettano, comunque, declinazioni quando accompagnati da sostantivi.
Presente | Passato remoto | Futuro | Passato prossimo | |
---|---|---|---|---|
Nuqa | -ni | -rqa-ni | -saq | -sqa-ni |
Qan | -nki | -rqa-nki | -nki | -sqa-nki |
Pay | -n | -rqa-n | -nqa | -sqa |
Nuqanchis | -nchis | -rqa-nchis | -sun | -sqa-nchis |
Nuqayku | -yku | -rqa-yku | -saq-ku | -sqa-yku |
Qankuna | -nki-chis | -rqa-nki-chis | -nki-chis | -sqa-nki-chis |
Paykuna | -n-ku | -rqa-nku | -nqa-ku | -sqa-ku |
La forma all'infinito porta il suffisso -y (much'a=bacio; much'ay=baciare).
Gli altri tempi e altre forme verbali si formano anteponendo altri prefissi. Ad esempio -man per il condizionale. A queste se ne antepongono altre, come -ku-, per la forma riflessiva nel caso in cui l'attore e colui che subisce l'azione coincidano (ad esempio: wañuy=morire, wañukuy=suicidarsi); -naku-, quando l'azione è mutua (ad esempio: marq'ay=abbracciare marq'anakuy= abbracciarsi), e -chka- per il gerundio o per rendere la forma continua (ad esempio kay=essere, kachkay=stare e mikhuy=mangiare; mikhuchkay=mangiando).
Si tratta di parole non declinabili che non accettano suffissi. Sono relativamente rari. I più comuni sono ari (sì) e mana (no). Quest'ultimo ha una forma rafforzativa con il suffisso -n (manan). Sono frequenti anche le espressioni yaw (ciao) e alalaw (che freddo!). Ci sono anche alcune espressioni derivate dallo spagnolo (ad esempio piru deriva da pero, che significa però).
È una lingua di tipo sintattico Soggetto Oggetto Verbo. In una frase, generalmente, sarà quindi questo l'ordine. Alcune caratteristiche sintattiche sono:
Come riflesso di una cultura che ebbe un notevole sviluppo nel campo dell'ingegneria agraria, il quechua contiene molti vocaboli inerenti a specie, piante e animali. Sono presenti numerosi vocaboli riguardanti anche le tecniche utilizzate, alcune delle quali ancora in essere.
Sono altresì importanti le parole di relazioni interpersonali che costituiscono una parte molto ampia del vocabolario. Sono presenti molti suffissi di cortesia.
Sebbene si possa notare una relativa semplicità nei vocaboli soggettivi, si ricorre spesso alla metafora.
Si dibatte spesso se esistesse la scrittura nel periodo preispanico. Si pensa che i quipu (sistema di corde di lana e nodi utilizzati per comunicare) e i tokapu potessero essere gli strumenti per una sorta di scrittura del quechua. In realtà gli studi su questi strumenti sono ancora agli inizi. I cronisti coloniali impiegarono diverse forme per rappresentarla con la grafia spagnola, senza avere nessun riscontro e senza rappresentarla in modo scientifico.
Il 29 ottobre 1939, durante il Congresso Internazionale degli Americanisti, si approva a Lima (Perù) un alfabeto per le lingue aborigene americane, che consta di 33 segni.
Il 29 ottobre 1946, il Ministero dell'Istruzione del Perù approva l'alfabeto delle lingue quechua e aymara, con 40 segni utilizzabili negli abecedari per l'alfabetizzazione rurale pensata dall'ente.
Nell'agosto del 1954, durante il III Congresso Indigenista Interamericano, a La Paz (Bolivia) viene approvato l'alfabeto fonetico per le lingue quechua e aymara.
Nel 1975, il Ministero dell'Istruzione peruviano nomina una Commissione di Alto Livello per realizzare la Legge di Ufficializzazione della Lingua Quechua. Contiene l'Alfabeto Basico Generale del Quechua, approvato dal Ministero mediante la Risoluzione Ministeriale n. 4023-75-ED.
Questo alfabeto, che è quello utilizzato attualmente, impiega l'alfabeto latino. La grafia, fatta eccezione per le vocali u e i, rimane invariata (mantiene una sola pronuncia). L'utilizzo del punto interrogativo è solo didattico, in quanto in quechua si usano i suffissi -chu, -tah e -ri. Analogamente, anziché il punto esclamativo, viene utilizzato il suffisso -ma.
il Padre Nostro (dal quechua meridionale)
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