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linea della metropolitana di Parigi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La linea 6 della metropolitana di Parigi è una delle 16 linee di metropolitana che servono Parigi, in Francia. Tale linea costituisce la parte meridionale di un percorso ferroviario circolare (con la linea 2 che ne forma la parte settentrionale). È la sesta linea più frequentata del sistema e si sviluppa su di un viadotto sopraelevato per più di metà del percorso.
Linea 6 | |
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Rete | Metropolitana di Parigi |
Stato | Francia |
Città | Parigi |
Apertura | 1909 |
Ultima estensione | 1942 |
Gestore | RATP |
Caratteristiche | |
Stazioni | 28 |
Lunghezza | 13,6 km |
Distanza media tra stazioni | 504 m |
Trazione | metropolitana su gomma |
Materiale rotabile | MP 73 e MP 89CC |
Statistiche | |
Passeggeri giornalieri | - |
Passeggeri annuali | 100,7 milioni (2004) |
Mappa della linea | |
Essendo stata una buona parte delle stazioni della linea 6 costruita su viadotti, il percorso offre delle belle vedute di Parigi, come quella da Pont de Bir-Hakeim tra Passy e Bir-Hakeim che dà sulla Torre Eiffel.
La linea 6 passa, inoltre, vicino a numerosi luoghi d'interesse:
Sulla linea 6 è stata girata una famosa scena del film Il poliziotto della brigata criminale (1975), nella quale il commissario Letellier (Jean-Paul Belmondo) sale in maniera rocambolesca a bordo del convoglio MP 73 nº 6527 in corsa, strisciando e camminano a lungo sul tetto per inseguire un criminale, col quale ingaggia un conflitto a fuoco a bordo di un vagone, avendo infine la meglio[1][2]. In seguito, diverse persone tentarono imprudentemente di emularlo, spesso rimettendoci la vita.[senza fonte]
Nel racconto di Julio Cortazár Manoscritto trovato in una tasca del 1974, ambientato nella metropolitana di Parigi e contenuto nella raccolta Ottaedro, vengono citate le stazioni della linea 6: Denfert-Rocherau, Pasteur, Raspail, Montparnasse-Bienvenüe, La Motte-Picquet, Corvisart e Daumesnil. Il racconto si fonda su un gioco di "coincidenze" che l'io-narrante si impone. Nel testo il gioco è così spiegato: "La regola del gioco era questa, un sorriso nel vetro del finestrino e il diritto di seguire una donna e sperare disperatamente che la sua linea coincidesse con quella che avevo deciso io prima di ogni viaggio; e allora – sempre, finora –, vederla prendere una diversa direzione e non poterla seguire, obbligato a tornare al mondo di sopra e entrare in un caffè e continuare a vivere finché poco a poco, ore o giorni o settimane, la sete reclamando di nuovo la possibilità che tutto coincidesse finalmente, donna e vetro di finestrino, sorriso accettato o rifiutato, coincidenze di treni e allora finalmente sì, allora il diritto di avvicinarmi e di pronunciare la prima parola, spessa di tempo ristagnante, di interminabile vagare nel fondo del pozzo fra i ragni del crampo".
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