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cantautore e compositore ceco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Karel Kryl (Kroměříž, 12 aprile 1944 – Monaco di Baviera, 3 marzo 1994) è stato un cantautore e compositore ceco, autore di molte canzoni di protesta contro il regime comunista e post-comunista nel suo paese.
«Bratříčku nevzlykej, to nejsou bubáci
vždyť už jsi velikej, to jsou jen vojáci
přijeli v hranatých železných maringotkách.»
«Fratellino non piangere, non sono gli orchi delle favole
guarda che sei grande ormai, sono soltanto soldati
arrivati su carri di ferro quadrati.»
Karel Kryl nasce il 12 aprile 1944 a Kroměříž, nella Cecoslovacchia invasa dalla Germania nazista (ora Repubblica Ceca). I suoi genitori erano Karel Kryl e Marie Krylová. Suo padre era proprietario di una piccola tipografia, che fu confiscata alla famiglia nel 1948 in seguito al colpo di stato comunista avvenuto in quell'anno. Kryl voleva diventare un vasaio, per questo dal 1958 al 1962 studia e si diploma presso una scuola specializzata in ceramiche, solo successivamente deciderà di prendere la strada della musica e della poesia. Nel 1968 Kryl si trasferisce a Praga per lavorare alla Televisione Cecoslovacca. Nel tempo libero suona le sue canzoni in numerosi piccoli locali.
Dopo che il 21 agosto 1968 le forze del Patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia per reprimere il movimento riformista della Primavera di Praga, Kryl rilascia il suo album Bratříčku, zavírej vrátka (Fratellino, chiudi la porta). Le canzoni dell'album descrivono la sua percezione della disumanità del regime ed il suo punto di vista riguardo alla vita sotto le regole del comunismo. L'album viene pubblicato all'inizio del 1969 e dopo breve tempo censurato e rimosso dagli scaffali.
Nel 1969 Kryl lascia la Cecoslovacchia per partecipare ad un festival musicale a Dommershausen, nella Germania Ovest. Sapendo che se fosse tornato in patria sarebbe stato incarcerato, decide di chiedere asilo politico e di restare. In Germania consegue nuovamente l'esame di maturità nel 1973 e continua a studiare storia dell'arte alla Ludwig Maximilian University of Munich, senza però ottenere un titolo.[1]
Durante la maggior parte del tempo trascorso in esilio, Kryl lavora per Radio Free Europe e pubblica diversi album, contenenti brani cantati non solo in ceco, ma anche in polacco e tedesco. Molte delle canzoni da lui scritte in questo periodo, in patria diventeranno icone e simboli di protesta. Sempre in questi anni, Kryl tiene diversi tour in Scandinavia, Nord America ed Australia.[2]
«Tornò, un giorno, Karel Kryl alla sua gente e al suo amore. Ed è ancora emozionante guardarlo in un documentario mentre stringe mani, parla con la gente e, arrampicato su una tettoia, improvvisa un concerto per un pubblico di giovani, nati dopo che lui era già partito ma che conoscono a memoria le sue canzoni...»
Nel novembre del 1989, durante la Rivoluzione di velluto, Kryl torna in Cecoslovacchia per assistere al funerale di sua madre. Nonostante un iniziale entusiasmo per la nuova situazione del suo paese, rimane poi deluso dalla trasformazione della società[4]. Continua a scrivere canzoni criticando la trasformazione del governo. Il 3 marzo 1994, un mese prima del suo cinquantesimo compleanno, Karel Kryl muore inaspettatamente a Monaco[5] per via di un infarto.
Karel Kryl pubblicò un solo album in Cecoslovacchia (Bratříčku, zavírej vrátka)[6], ma pubblicò molti album durante l'esilio, un esempio può essere Tekuté písky.
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