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album degli Inti-Illimani del 1975 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Inti-Illimani 3 - Canto de pueblos andinos è un album del gruppo musicale cileno Inti-Illimani, pubblicato nel 1975. È il loro terzo album pubblicato in Italia.
Inti-Illimani 3 - Canto de pueblos andinos album in studio | |
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Artista | Inti-Illimani |
Pubblicazione | 1975 |
Durata | 33:30 |
Dischi | 1 |
Tracce | 12 |
Genere | Folk[1] Nueva Canción Chilena[1] Musica andina |
Etichetta | I Dischi Dello Zodiaco |
Registrazione | febbraio 1975 ai Vedette Records Sound Studios |
Formati | LP, MC, CD |
Inti-Illimani - cronologia | |
Registrato nel febbraio del 1975, questo disco è costituito esclusivamente da brani già pubblicati dal gruppo in album precedenti, in gran parte provenienti da Inti-Illimani e Canto de pueblos andinos vol. 1. Il gruppo prosegue qui il progetto di reincisione dei più significativi brani registrati prima del golpe di Augusto Pinochet e che pensavano oramai non più recuperabili.[2]
Nel periodo che va dalla fondazione del gruppo all'immediata vigilia del golpe (1967-1973) gli Inti-Illimani avevano sempre alternato dischi contenenti soprattutto brani legati al movimento della Nueva Canción Chilena (più esplicitamente politici) con dischi che guardavano alla tradizione musicale delle Ande e anche nei loro primi anni di esilio continuano questa alternanza decidendo quindi di pubblicare un disco apparentemente meno politico e meno legato alla cronaca di quei mesi.
All'interno della copertina è presente uno scritto, attribuito al gruppo, che spiega il senso di questa operazione e nel quale si legge, tra l'altro:
«La musica delle popolazioni andine non è una musica morta, non è cimelio da museo, bensì fonte ricca di suoni magici, retaggio da coltivare e difendere. In questo disco, uniti da un comune denominatore, sono incisi temi del folklore, temi che fanno parte del patrimonio popolare e temi di autori contemporanei che hanno fatto della musica popolare la loro arma in questa lotta per la dignità, per la vera indipendenza [...] Naturalmente, si tratta di un piccolo campionario di quella stupenda varietà di ritmi e melodie che ci viene offerta dai paesi andini ma questo campionario è stato messo insieme da uomini che amano questa terra e i suoi abitanti e che ne condividono la lotta.[3]»
Rispetto alle versioni originali, i brani differiscono soprattutto per una migliore qualità delle registrazioni, dovuta al personale e ai macchinari dei Vedette Records Sound Studios, dove registravano, e alle parti della quena eseguite da un diverso, e migliore, interprete (José Miguel Camus).[2]
Il disco fu pubblicato, in tempi diversi, in svariati paesi del mondo, sempre con identica track-list, ma con le copertine a volte cambiate e, in alcuni casi, anche con il titolo modificato.
All'interno del disco sono anche presenti delle brevi note introduttive per ognuno dei 12 brani che lo compongono unitamente ad alcuni dei testi cantati (tradotti in italiano e inglese). Il brano qui intitolato Lamento del indio era stato precedentemente pubblicato dal gruppo con il titolo Los arados.
Nella prima edizione il disco aveva come copertina l'immagine di un uomo andino nell'atto di suonare un flauto (forse una quena), alla fine degli anni settanta, quando la EMI acquisisce il catalogo italiano degli Inti-Illimani, il disco viene ristampato modificando completamente la grafica originale, all'immagine realistica dell'uomo andino viene sostituita quella (stilizzata in stile murales) di una figura umana che suona una specie di flauto di pan (forse dei sikus), inoltre il logo Inti-Illimani, in questa seconda edizione e a differenza della prima, viene scritto in maniera assai poco fedele all'originale. Questa nuova immagine comparirà in tutte le ulteriori ristampe, compresa quella che a metà degli anni novanta farà la CGD nel rieditare il disco in formato CD.
Durata totale: 33:26
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