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periodo storico dell'Iran nel IX-XI secolo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La locuzione intermezzo iraniano,[1] o rinascimento persiano, rappresenta un periodo storico che ha visto l'ascesa di varie dinastie musulmane native iraniche nell'altopiano iranico, dopo il VII secolo, con la conquista islamica dell'Iran e la caduta dell'impero sasanide. Il termine è degno di nota poiché è stato un interludio tra il declino del califfato abbaside e del potere degli arabi e il "revival sunnita" con l'emergere, nell'XI secolo, dei turchi selgiuchidi. Il risveglio iraniano consisteva nel sostegno iraniano basato sul territorio e, soprattutto, in uno spirito e una cultura rianimati da un nazionalismo iraniano in forma islamica.[2] Le dinastie e le entità iraniane che componevano l'Intermezzo iraniano erano i Tahiridi, i Saffaridi, i Sagidi, i Samanidi, gli Ziyaridi, i Buyidi e i Sallaridi.[3]
Secondo lo storico Alison Vacca[4], l'intermezzo iraniano "in realtà includeva un certo numero di altre dinastie minori iraniane, principalmente curdi, nelle ex province califfali di Armenia, Albania e Azerbaigian iraniano".[5] Secondo Vacca qeste erano Rawadidi, Marwanidi e Shaddadidi.[5] Lo storico Clifford Edmund Bosworth, nella seconda edizione della Encyclopedia of Islam, sostiene che Minorsky considera i Rawadidi come fioriti nel periodo dell'intermezzo iraniano.[6]
I Tahiridi, (Persiano: سلسله طاهریان) erano una dinastia iraniana che governava la parte nord-orientale della Grande Persia, nella regione del Khorasan (composta da parti degli attuali Iran, Afghanistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan). La capitale tahiride si trovava a Nishapur.
I Saffaridi (in persiano سلسله صفاریان), erano una dinastia iraniana[7] che regnò sul Sistan (861–1003), una regione storica nell'Iran sud-orientale e nell'Afghanistan sud-occidentale.[8] La loro capitale era Zaranj.
I Sagidi (in persiano ساجیان), erano una dinastia islamica che regno dal 889–890 fino al 929. Regnarono sull'Azerbaigian e parte dell'Armenia, prima da Maragheh e Barda e poi da Ardabil.[9] Provenivano dalla provincia di Ushrusana, in Asia centrale, ed erano di origine iraniana (Sogdiani)[10][11].
I Samanidi (in persiano سلسلهٔ سامانیان), noti anche come Impero samanide (819–999)[12] (in persiano سامانیان Sāmāniyān) furono una dinastia imperiale[13] in Asia centrale e nel Grande Khorasan, che prese il nome dal suo fondatore, Saman Khuda, che si convertì all'Islam sunnita[14] nonostante provenisse da una famiglia della nobiltà teocratica zoroastriana.[15]
Con le loro radici che affondano nella città di Balkh (nell'attuale Afghanistan), i Samanidi promossero le arti, dando origine al progresso della scienza e della letteratura, e quindi attrassero studiosi come Rudaki e Avicenna. Mentre era sotto il controllo dei Samanidi, Bukhara era una rivale di Baghdad nella sua gloria. Gli studiosi notano che i Samanidi fecero rivivere il persiano più dei Buyidi e dei Saffaridi, pur continuando a patrocinare l'arabo in misura significativa. Tuttavia, in un famoso editto, le autorità samanidi dichiararono che "qui, in questa regione, la lingua è persiana, e i re di questo regno sono re persiani".[16]
Gli Ziyaridi (in persiano زیاریان) erano una dinastia iraniana di lingua gilaki che regnò sul Tabaristan dal 930 al 1090. Nella sua massima estensione, governò gran parte dell'Iran odierno, occidentale e settentrionale.
I Buyidi, noti anche come Impero buyide[17] erano persiani di lingua caspica[18][19][20][21] originari del Daylam. Fondarono una confederazione che controllava la maggior parte dell'Iran e dell'Iraq odierni nel X e nell'XI secolo. In effetti, come iraniani dailamiti, i Būyidi fecero rivivere consapevolmente i simboli e le pratiche della dinastia sasanide persiana. Infatti, a partire da 'Adud al-Daula usarono l'antico titolo sasanide di Shāhanshāh (persiano: شاهنشاه), che letteralmente significa re dei re.
I Sallaridi (noti anche come Musafiridi o Langaridi) erano una dinastia persiana islamica nota principalmente per il suo dominio dell'Azerbaigian iraniano, dell'Azerbaigian e di una parte dell'Armenia dal 942 al 979.
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