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architetto italiano (1891-1983) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Innocenzo Sabbatini (Osimo, 19 marzo 1891 – Osimo, 1983) è stato un architetto italiano.
Il primo contatto con l'architettura avviene presso lo zio materno, l'architetto Costantino Costantini, ha la possibilità di consultare libri e soprattutto stampe con soggetti architettonici; di queste prime esperienze serberà sempre memoria. Interrotti gli studi a 13 anni, muove i primi passi nel mondo del lavoro svolgendo la sua attività fin da allora nel campo dell'edilizia. La prematura attività edilizia fa nascere in Sabbatini il desiderio di approfondimenti culturali che coincide con la necessità di un riconoscimento scolastico che tarderà a realizzarsi.
Intorno al 1907 I.S. viene assunto dal Comune di Osimo come “assistente edile” e in quella veste ha la possibilità di realizzare i suoi primi progetti “in stile liberty”. Alla fine del 1913 si trasferisce a Roma dove già si trovava il cugino ingegnere Innocenzo Costantini impiegato come progettista presso l'ancor giovane Istituto per le Case Popolari (ICP). infatti in quegli anni lavora, seppure saltuariamente, come disegnatore e assistente di cantiere presso l'ICP; ma il suo apprendistato si amplia frequentando gli studi di Pio e Marcello Piacentini, di Arnaldo Foschini e del conterraneo Quadrio Pirani.
D'altra parte Sabbatini approfitta di questi anni per approfondire le proprie conoscenze artistiche frequentando, in maniera non sistematica, vari corsi tra i quali quello di Cesare Bazzani al Museo Artistico Industriale, di Pirani all'Accademia di Belle Arti e la Scuola libera del nudo all'Accademia inglese di via Margutta. Tutto ciò porta qualche frutto se, nel 1915, viene premiato al Concorso Gregoriano, indetto dalla Congregazione dei Virtuosi al Pantheon.
Nel 1916 viene arruolato e mandato a Pistoia, prima, e poi a Milano dove ha occasione di mostrare all'architetto Gaetano Moretti alcuni suoi elaborati che lo porteranno ad ottenere l'ambito attestato rilasciato dalla Regia Accademia di Belle Arti di Milano, sul quale è scritto: “In seguito agli esami qui sostenuti e a cui fu ammesso dietro presentazione dei titoli e dopo un esperimento preliminare, è stato conferito al Sig. Sabbatini Innocenzo, figlio di Pasquale, nativo di Osimo, il Diploma di Professore di Disegno Architettonico. Milano 6-1-1918”.
Alla fine del 1918 viene assunto nell'Ufficio Progetti dell'Istituto Case Popolari di Roma e come primo incarico gli viene affidata la progettazione del complesso di Trionfale II per il quale erano già state redatte le piante da Costantini, capo dell'Ufficio; questi, memore della comune regione d'origine, consiglia al giovane architetto di rifarsi per i prospetti ai modi neo-medievali che Pirani aveva usato per il quartiere San Saba.
In questo periodo frequenta l'Associazione Amatori e Cultori di Architettura e contemporaneamente ha contatti con Gustavo Giovannoni per il quale Sabbatini avrà una grande stima anche se sarà sempre molto critico nei riguardi del "barocchetto", da quello patrocinato, ma con il quale d'altronde avrà stretti rapporti in occasione dei lavori nell'iniziale intervento alla Garbatella e poi sulla piazza di Montesacro.
Nel 1927 Sabbatini ottiene l'iscrizione all'Albo professionale degli Ingegneri e Architetti di Roma e, nello stesso anno, diviene capo dell'Ufficio Progetti dell'ICP. In quegli anni riceve numerosi consensi per le opere realizzate all'interno dell'ICP e, in occasione del Congresso per le Abitazioni e i Piani Regolatori tenuto a Roma nel 1929, gli viene espresso un plauso particolare per il “bell'edificio dell'Asilo alla Garbatella” e per il “magnifico esito della visita agli Alberghi Suburbani.
Per contrasti sopravvenuti all'interno dell'ICP nel 1929 Sabbatini rassegna le dimissioni e nel 1931 abbandona definitivamente l'Istituto. Da questo momento si dedica alla libera professione con studio a Roma.
Dal 1929 l'attività professionale di Sabbatini si svolge attraverso rapporti con piccoli imprenditori e costruttori romani per i quali elabora diversi progetti che non sono al livello del linguaggio e delle sperimentazioni raggiunte negli anni precedenti. In questo periodo c'è una ripresa di contatto con la natia Osimo nella quale trova una committenza privata ma poi anche pubblica di un certo rilievo e nel contempo tenta la strada della partecipazione a concorsi nazionali spesso senza molta fortuna.
Nel 1940, in seguito al primo premio assegnato al suo progetto nel concorso per “tipi di case minime”, riprende i contatti con l'ICP di Roma per il quale realizza in fasi successive il quartiere di via della Bufalotta, in seguito demolito.
Pur continuando a mantenere lo studio professionale a Roma, l'attività di Sabbatin dal 1945 si svolge prevalentemente a Osimo e nelle Marche alla ricerca di un'affermazione professionale che in effetti si realizza soprattutto con committenze ecclesiastiche per le quali riemerge quel linguaggio espressionista in forma di elevazione e copertura delle chiese “come le squame di una pigna”. Dal 1955 Sabbatini è affiancato dal figlio architetto in importanti opere a Osimo come case d'abitazione e l'Istituto S. Carlo, nonché il Piano Regolatore Generale.
A seguito di un malore, Innocenzo Sabbatini viene ricoverato all'ospedale di Osimo, dove muore nel 1983 ed è sepolto in una tomba da lui stesso realizzata precedentemente per la sepoltura della moglie.
Nel 1971 con la pubblicazione del libro di Accasto, Fraticelli e Nicolini ha inizio l'interesse per l'opera dell'ICP di Roma e di Sabbatini caduto nell'oblio; dopo un primo saggio monografico sulla rivista “Capitolium”, Bruno Regni e Marina Sennato intensificano le ricerche su Sabbatini fino alla realizzazione, prima, di una mostra alla galleria A.A.M di Roma sulle opere fino al 1940, quindi nel 1982 a Osimo nel prestigioso Palazzo Campana con una mostra su tutta l'opera architettonica di Sabbatini e nell'occasione viene pubblicato il libro “Innocenzo Sabbatini. Architetture tra tradizione e rinnovamento”. Da quel momento singoli studiosi e cattedre universitarie approfondiranno gli studi su Sabbatini e sul ruolo all'interno del Novecento in architettura e della “Scuola romana”, da un'altra parte si è intensificato un particolare interesse per alcune opere come gli Alberghi suburbani (da parte dell'Osservatorio sul Moderno a Roma) e il Cinema-teatro Palladium (da parte della Terza Università).
Si tralasciano i primi timidi passi nel mondo dell'architettura delle modeste realizzazioni a Osimo di cui l'unica testimonianza è stata la fonte orale di Sabbatini, mentre il primo “documento” è la partecipazione ad un progetto con lo zio Costantini[1]:
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