San Saba (rione di Roma)
21º rione di Roma Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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San Saba, detto popolarmente il piccolo Aventino, è il ventunesimo rione di Roma, indicato con R. XXI.
R. XXI San Saba | |
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Le Terme di Caracalla | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Città | Roma |
Circoscrizione | Municipio Roma I |
Data istituzione | 21 agosto 1921 |
Codice | 121 |
Superficie | 1,11 km² |
Abitanti | 3 374 ab. |
Densità | 3 048,43 ab./km² |
Di istituzione recente (benché di antica urbanizzazione), si trova al margine del grande polmone verde e archeologico del complesso Terme di Caracalla - Circo Massimo - Palatino.
Il rione confina con: Celio, quartieri Ardeatino (Municipio Roma VIII) e Ostiense (Municipio Roma VIII), Testaccio, Ripa.
Il rione San Saba prende il nome dal monastero e relativa chiesa che furono per secoli dopo la caduta dell'impero la sua unica presenza abitata.
Attorno al VII secolo alcuni eremiti s'insediarono sulle rovine di quella che era stata la caserma (statio) della IV coorte dei vigiles, opportunamente collocata in un luogo da cui si poteva dominare con lo sguardo una gran parte del territorio sudest della città, tra l'attuale Porta San Paolo - che per i romani era Porta Ostiensis - e Porta San Sebastiano - che per i romani era la Porta Appia.
Verso l'VIII secolo, monaci orientali provenienti dalla comunità fondata a Gerusalemme da San Saba presero possesso del sito, e vi istituirono un monastero che nel IX secolo era considerato il più importante della città, e dal quale si irradiava in questi secoli una vivace attività diplomatica verso Costantinopoli e il mondo barbarico.
Il monastero divenne col tempo assai ricco: possedeva, fra l'altro, il castello di Marino e il castello di Palo. La sua proprietà passò nei secoli dai benedettini ai cluniacensi, ai cistercensi, e dal 1573 al Collegio Germanico-Ungarico, retto dai Gesuiti che lo tengono ancor oggi.
Come mostrano le foto dell'epoca, ancora all'inizio del '900 la chiesa e il monastero di San Saba erano in piena campagna. Il primo piano regolatore di Roma (del 1909), produsse nel 1921, fra l'altro, i nuovi rioni popolari di San Saba e Testaccio, gli ultimi due rioni dentro le mura, scorporati dal territorio di Ripa.
Dopo l'unità d'Italia, il piano regolatore di Roma capitale aveva destinato a verde pubblico la zona, contigua alla Passeggiata Archeologica. Tra il 1907 e il '14 il Blocco Popolare che governava la città in quegli anni (radicali, repubblicani e socialisti, sindaco Ernesto Nathan) fece realizzare dall'Istituto Case Popolari sul Piccolo Aventino, fra la chiesa e le mura, 10 lotti di edilizia residenziale destinati alla piccola borghesia impiegatizia, tra gli ultimi insediamenti residenziali programmati dentro le mura aureliane.
Il rione fu progettato, come le case popolari di Testaccio, dall'allora giovane Quadrio Pirani, e in onore dell'intenzione programmatoria le strade ebbero nomi di grandi architetti: Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini, Baccio Pontelli e il Palladio, Pirro Ligorio e il Bramante e via architettando danno il proprio nome a vie tranquille, larghe il giusto, alberate.
Situato com'è sulla spianata in cima ad un cocuzzolo, il rione è percorso da salite e scalinate che digradano verso le mura o verso il sottostante Testaccio. Le case "popolari" sono villini bifamiliari ognuno con il suo giardinetto, e palazzine di non più di 4 piani, con appartamenti luminosi e cortili spaziosi, ognuna rivestita di una cortina di mattoni dello stesso colore della cortina antica della chiesa e delle mura.
D'azzurro al crescente lunare d'argento in capo e l'arco di Diana d'oro in punta (allusivo a Diana Aventina).[1]
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