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33º esecutivo della Repubblica Italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Governo Andreotti III è stato il trentatreesimo esecutivo della Repubblica Italiana, il primo della VII legislatura.
Governo Andreotti III | |
---|---|
Stato | Italia |
Presidente del Consiglio | Giulio Andreotti (DC) |
Coalizione | DC |
Legislatura | VII Legislatura |
Giuramento | 30 luglio 1976 |
Dimissioni | 16 gennaio 1978 |
Governo successivo | Andreotti IV 13 marzo 1978 |
Rimase in carica dal 30 luglio 1976[1][2] al 13 marzo 1978[3], per un totale di 591 giorni, ovvero 1 anno, 7 mesi e 13 giorni.
Fu il primo governo della storia della Repubblica ad annoverare tra i propri membri una donna, Tina Anselmi (al dicastero del Lavoro), fu chiamato "Governo della non sfiducia"[4][5] o "Governo di solidarietà nazionale"[6], in quanto superò la votazione di fiducia in parlamento attraverso l'astensione del Partito Comunista Italiano di Enrico Berlinguer.
Ottenne la fiducia al Senato della Repubblica il 6 agosto 1976, con 136 voti favorevoli, 17 contrari e 69 astenuti.
Ottenne la fiducia alla Camera dei deputati l'11 agosto 1976, con appena 258 voti favorevoli, 44 contrari[4] e ben 303 astenuti sui 605 presenti.
Il governo si dimise per permettere un rimpasto favorevole a far entrare nella maggioranza, ma con appoggio esterno, il PCI.[7]
Le elezioni del 1976 continuano ad assicurare la maggioranza relativa alla DC, ma il suo primato (38,7%) è insidiato dai comunisti che, anche grazie alla prima volta dei diciottenni al voto, raggiungono il massimo storico col 34,4%.[8] Due terzi delle aule parlamentari sono controllate da due soli partiti, con la differenza che la DC è cresciuta a spese dei suoi tradizionali alleati laici, il PCI ha invece resistito all'erosione della nuova sinistra rappresentata da Democrazia Proletaria (alleanza tra PDUP, Avanguardia operaia e Lotta Continua) e Partito Radicale, che conquistano in totale dieci seggi alla camera ed entrano per la prima volta in parlamento.
Immediate conseguenze di questa situazione sono l'elezione di Pietro Ingrao alla presidenza della camera, prima volta di un comunista dopo Umberto Terracini alla costituente, e la formazione di numerose giunte locali PCI-PSI con la DC all'opposizione.
La DC è chiamata ad esprimere il presidente del consiglio ma non può governare alleandosi col PSI, che dopo la flessione elettorale vive un momento di crisi interna, e non può cercare l'appoggio dei partiti laici, suoi tradizionali alleati, anch’essi ridimensionati dal risultato delle urne. Scartata l'ipotesi di ripetere le elezioni, seppure a prezzo di estenuanti consultazioni, l’unica soluzione è quella "di un monocolore appoggiato, o tollerato, da una vasta maggioranza che comprenda anche i comunisti"[9] perché, scrive Indro Montanelli[10] "la DC ha bisogno dei comunisti e dei socialisti: questo lo dice l'aritmetica, non lo diciamo noi".
Presieduto da Giulio Andreotti il primo dei governi di solidarietà nazionale ha una vita non facile per la tendenza dei cinque partiti dell'astensione (PCI, PSI, PSDI, PRI, PLI) di mantenere un margine di manovra politica.
Camera dei deputati | Seggi | |
---|---|---|
Democrazia Cristiana Südtiroler Volkspartei Totale Maggioranza |
262 3 265 | |
Partito Comunista Italiano Partito Socialista Italiano Movimento Sociale Italiano Partito Socialdemocratico Italiano Partito Repubblicano Italiano Democrazia Proletaria Partito Liberale Italiano Partito Radicale Totale Opposizione |
229 57 35 15 14 6 5 4 365 | |
Totale | 630 |
Senato della Repubblica | Seggi | |
---|---|---|
Democrazia Cristiana Südtiroler Volkspartei Union Valdôtaine Totale Maggioranza |
135 2 1 138 | |
Partito Comunista Italiano Partito Socialista Italiano Movimento Sociale Italiano Partito Socialdemocratico Italiano Partito Repubblicano Italiano Partito Liberale Italiano Totale Opposizione |
116 30 15 7 7 2 177 | |
Totale | 315 |
Regione | Presidente | Ministri | Sottosegretari | Totale |
---|---|---|---|---|
Lazio | 1 | 2 | 6 | 9 |
Lombardia | - | 6 | 4 | 10 |
Veneto | - | 3 | 5 | 8 |
Puglia | - | 1 | 6 | 7 |
Campania | - | 3 | 2 | 5 |
Sicilia | - | 1 | 4 | 5 |
Sardegna | - | 1 | 3 | 4 |
Marche | - | 1 | 2 | 3 |
Calabria | - | - | 3 | 3 |
Liguria | - | 1 | 1 | 2 |
Emilia-Romagna | - | - | 2 | 2 |
Umbria | - | - | 2 | 2 |
Basilicata | - | 1 | - | 1 |
Friuli-Venezia Giulia | - | - | 1 | 1 |
Piemonte | - | - | 1 | 1 |
Toscana | - | - | 1 | 1 |
Trentino-Alto Adige | - | - | 1 | 1 |
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