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musical di Riccardo Cocciante e Pasquale Panella Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giulietta e Romeo è un'opera popolare (per espressa dichiarazione dell'autore della musica non deve essere considerato un musical) con musiche di Riccardo Cocciante e testi di Pasquale Panella, tratto dalla novella del vicentino Luigi Dalla Porta. La regia dello spettacolo è di Sergio Carrubba della Danny Rose di Parigi.
Giulietta e Romeo | |
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Musiche | Riccardo Cocciante |
Testi | Pasquale Panella |
Lo spettacolo segna il ritorno di Cocciante al teatro musicale dopo il successo di Notre-Dame de Paris e vede il musicista collaborare nuovamente con Panella (i cui testi in italiano saranno utilizzati anche per eventuali rappresentazioni all'estero).
Un'anteprima dell'opera è stata presentata, dallo stesso Cocciante, il 16 settembre 2006 all'interno del Colosseo, mentre l'opera vera e propria ha debuttato il 1º giugno 2007 all'Arena di Verona, per poi dare il via ad una tournée italiana (Cocciante ha espresso il desiderio di realizzare una versione cinematografica dello spettacolo[senza fonte]).
Lo spettacolo mantiene alcuni elementi caratteristici del lavoro precedente, prendendo le distanze dalla concezione tradizionale del musical tanto sotto il profilo drammatico-musicale che dal punto di vista dell'allestimento, realizzato in forma semiscenica (sebbene con una maggiore teatralità rispetto a Notre Dame de Paris) con canzoni e coreografie eseguite indipendentemente dai cantanti (quasi tutti tra i 15 e i 18 anni, che si alternano nei vari ruoli durante le varie serate) e dai ballerini e non da performer unici.
Per l'allestimento dello spettacolo, il regista Sergio Carrubba ha unito esperienze e professionalità provenienti dai vari settori dello spettacolo (cinema, teatro, tv, ...) per creare una nuova forma di allestimento ed un nuovo tipo di spettacolo, il "Cinema dal vivo" (creato in collaborazione con Pasquale Mari, light designer dell'opera).
Giulietta e Romeo per la prima volta al mondo[senza fonte] presenta scenografie dinamiche animate e tridimensionali realizzate dal gruppo creativo Maximage Experience by Danny Rose diretto da Paola Ciucci (direttrice artistica dello spettacolo). Le scenografie sono infatti proiettate in 3D sulla scena (disegnata dallo scenografo Daniele Spisa). La scenografia interagisce infatti in tempo reale con il cast sul palco:
«...tutto cambia con lo schioccare di un dito o meglio, di un clic: è la “scenografia dinamica animata”, un capolavoro mai visto a teatro, una sorta di proiezione tridimensionale che rinasce a ogni scena, precisa e puntuale, capace di trasformare il palco seguendo le parole e i loro sentimenti. È la prima volta che la scenografia diventa davvero strumento del dramma e non solo luogo spesso distante e obbligato all’impersonalità, da complicatezze sceniche...Quando Romeo e Giulietta si dichiarano, i diecimila del pubblico trattengono il fiato, allora giganteschi anelli tridimensionali galleggiano nell’aria, pieni di luce e stelle, un balletto cosmico di una dolcezza che porta via i pensieri...»
I costumi sono realizzati da Gabriella Pescucci, già premio Oscar per L'età dell'innocenza di Martin Scorsese, mentre il cubano Narciso Medina Favier è autore delle coreografie.
In totale sono circa 400 le persone che hanno lavorato alla preparazione e alla produzione dell'opera popolare, tra cantanti, ballerini, musicisti, équipe di regia, di produzione e tecnici.
1 € per ogni biglietto dell'opera venduto nel mondo nei primi otto anni viene destinato all'AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro)[senza fonte].
L'opera popolare racconta la storia di due giovani veronesi, Giulietta e Romeo, il cui amore è fortemente contrastato da due famiglie, i Capuleti e i Montecchi. I due giovani vivranno intensamente il loro amore, che però alla fine si trasformerà in un dolore atroce.
Differenze rispetto all'opera di Shakespeare;
Romeo: Marco Vito, Flavio Gismondi, Daniele Carta Mantigli
Giulietta: Tania Tuccinardi, Alessandra Ferrari, Maria Francesca Bartolomucci, Denise Faro
Mercuzio: Gian Marco Schiaretti, Francesco Capodacqua
Benvolio: Angelo Del Vecchio, Damiano Borgi
Tebaldo: Valerio Di Rocco, Gaetano Caruso
Nutrice: Silvia Querci, Chiara Luppi
Frate Lorenzo: Fabrizio Voghera, Luca Maggiore
Padre Montecchi: Francesco Antimiani, Giuseppe Pellingra
Padre Capuleti: Giuseppe Pellingra, Francesco Antimiani
Principe Escalus: Alessandro Arcodia, Gaetano Caruso
Clan Montecchi & Capuleti: Andrea Manganotto, Antonio Orler, Giacomo Salvietti, Nikolas Torselli, Alessio Spini, Luca Peluso, Valentina Beretta, Chantal Copello, Valentina Soncin, Scilla Zizifo, Damiano Bisozzi, Burim Cerloj (Rimi),Giovanni Fusco, Kal Guglielmelli, Elisa Petrolo
I atto
II atto
Sin dai tempi di Notre-Dame de Paris la definizione dell'opera popolare come genere teatrale è stato oggetto di accesi dibattiti tanto tra gli esperti di teatro musicale quanto tra gli stessi musicisti, puntualmente ripresentatesi in occasione di Giulietta e Romeo.
C'è chi nega la separazione tra musical e opera popolare, considerando velleitarie le pretese di autonomia e diversità concettuale, imputando inoltre agli autori l'incapacità di definire nettamente i caratteri e i confini del genere; accuse che Cocciante e i suoi sostenitori negano totalmente, sottolineando la diversa radice e la netta distinzione tra i due generi. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, il musicista ha riaffermato con determinazione questa tesi, portando a sostegno le differenze stilistiche e concettuali e imputando al musical un linguaggio anacronistico e inadeguato al pubblico contemporaneo. Le dichiarazioni dell'artista hanno contribuito ad alimentare la querelle circa la natura dell'opera popolare. Ha destato particolare scalpore l'affermazione secondo cui "I musical hanno un linguaggio polveroso, che non ha legami col presente. È musica di 50 anni fa. Che non interessa i giovani. Sono dei riciclaggi", che ha scatenato accese polemiche da parte dei sostenitori di questo genere musicale. [2] [3]
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