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architetto italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giacomo Moraglia (Milano, 7 luglio 1791 – Milano, 1º febbraio 1860) è stato un architetto italiano.
Molto attivo in Lombardia e nel Canton Ticino, opera in quel periodo storico che ha visto susseguirsi numerose vicende storiche e di profondi cambiamenti. Allievo alla facoltà di architettura dell'Accademia di Brera, ha tra gli altri Giocondo Albertolli come maestro. Epigono del neoclassicismo, il Moraglia è architetto molto prolifico, realizza centinaia di costruzioni oltre a intervenire per restauri su molti edifici (tre ospedali, varie fabbriche, una ventina di chiese, oratori e seminari, scuole, ville e teatri).
A Milano progettò l'arco di Porta Comasina (1826) e dieci anni più tardi i relativi caselli daziari (1836); si occupò inoltre del restauro della chiesa di Santa Maria della Visitazione. Dal 1841 al 1847 cura la ricostruzione del Palazzo Melzi alla Cavalchina, oggi via Manin[1]. Sue sono le due sculture a figura intera che si vedono nelle nicchie in facciata della chiesa di Santa Maria alla Porta di Milano. Inoltre, progettò la chiesa Parrocchiale di Santa Giustina, nel quartiere Affori, edificata a partire dal 1857. A Monza progettò la chiesa di San Gerardo e completò il Seminario Arcivescovile; a Gorgonzola si occupò invece del campanile della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio e dell'edificazione dell'Ospedale Serbelloni. Fra gli interventi eseguiti nel Canton Ticino: il Palazzo Civico di Lugano, il Teatro Sociale di Bellinzona, la chiesa di San Carlo e la Villa Ghisler di Magadino. Forse ultimo tra i suoi numerosi progetti, è la chiesa di Monteolimpino (1857), a nord di Como.
Morì quasi settantenne a Milano il 1º febbraio 1860 e fu sepolto al Fopponino di Porta Vercellina, oggi non più esistente.
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