Loading AI tools
politico, dirigente d'azienda e giornalista italiano (1942-2022) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Francesco Mandarini (Perugia, 14 marzo 1942 – Perugia, 15 marzo 2022) è stato un politico, dirigente d'azienda e giornalista italiano.
Francesco Mandarini | |
---|---|
Presidente della Regione Umbria | |
Durata mandato | 11 maggio 1987 – 10 ottobre 1992 |
Predecessore | Germano Marri |
Successore | Francesco Ghirelli |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista Italiano |
Professione | giornalista, dirigente d'azienda |
È ricordato come una delle personalità più influenti e carismatiche della sinistra umbra nel corso del Novecento[1] — «uno dei padri della Regione», nelle parole di Alberto Stramaccioni[2] — oltreché per essere stato il «primo operaio a ricoprire ruoli istituzionali di primissimo piano».[1]
Dapprima operaio e poi impiegato presso la Perugina, qui iniziò a impegnarsi politicamente venendo eletto segretario del consiglio di fabbrica.[3] All'età di 25 anni entrò nelle file del Partito Comunista Italiano (PCI), in concidenza col periodo delle nascenti istituzioni regionali;[1] a 28 anni fu il più giovane assessore regionale d'Italia, addetto al bilancio nella giunta umbra presieduta da Pietro Conti (1970-1976).[1]
Esponente della cosiddetta seconda generazione del PCI, quella che negli anni Settanta aveva ormai superato l'esperienza della Resistenza, l'operato di Mandarini si concentrò sui bisogni del movimento operaio, giovanile e studentesco, cosa che, almeno inizialmente, lo pose in contrasto con le posizioni ufficiali del Partito.[2] In tal senso si mostrò critico anche verso le politiche dell'Unione Sovietica, pur non mettendo mai in discussione il ruolo della sinistra nella difesa degli interessi dei lavoratori e nella valorizzazione delle istituzioni rappresentative, trovandosi spesso affine alla visione di Pietro Ingrao.[2]
Fu consigliere e assessore regionale dal 1970 al 1992, segretario della federazione perugina del PCI dal 1975 al 1982 e infine presidente della giunta regionale dell'Umbria dal 1987 al 1991: in quest'ultima veste si guadagnò il soprannome di «presidente "operaio"» per via dei suoi trascorsi.[1] Sul piano pratico, rilevante fu il suo contributo nella riforma della macchina burocratica regionale oltreché nel pieno utilizzo dei fondi europei per far fronte ad arretratezze e squilibri dell'economia umbra, preludio a una maggiore collaborazione tra settore pubblico e privato.[2]
Contrario alla svolta che portò il PCI a sciogliersi per confluire nel nuovo Partito Democratico della Sinistra, si dimise da governatore pur continuando a ricoprire il ruolo di consigliere fino al termine del mandato.[2] Non riconoscendosi più, da allora, in alcun partito della sinistra,[2] negli anni Novanta proseguì nell'impegno politico divenendo tra i promotori e redattori della rivista regionale Micropolis,[3] pubblicata assieme a il manifesto, nonché membro del consiglio di amministrazione della cooperativa che gestisce il manifesto stesso;[4] allo stesso tempo venne ospitato come editorialista sulle pagine del Corriere dell'Umbria.[2]
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.