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nobile e genealogista italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Ferdinando della Marra (o de Marra)[1], noto come Ferrante della Marra (Napoli, fine XVI secolo – post 1641), è stato un nobile e genealogista italiano, duca di Guardia Lombardi[2].
Ferrante della Marra | |
---|---|
Duca di Guardia Lombardi | |
In carica | 1611 – 1629 |
Predecessore | Francesca di Lannoy |
Successore | Luigi della Marra |
Nome completo | Ferdinando della Marra[1] |
Trattamento | Duca |
Nascita | Napoli, fine XVI secolo |
Morte | post 1641 |
Dinastia | Della Marra |
Consorte | Beatrice della Tolfa |
Figli | Luigi |
Religione | Cattolicesimo |
Scarsissime sono le notizie sulla biografia del genealogista Ferrante della Marra[2]. Membro di una famiglia nobile di origine normanna, nacque a Napoli verso la fine del XVI secolo[2]. Nell'anno 1600 soggiornò a Firenze presso il granduca di Toscana Ferdinando I de' Medici[2]. Nel 1607 acquistò per 49 000 ducati da Francesca di Lannoy il feudo di Guardia Lombardi e nel 1611 ne divenne duca, da cui l'appellativo di "Duca della Guardia" con cui fu poi sempre identificato[2]. Il ducato a partire dal 1629 venne governato dal figlio Luigi († 1635), avuto dalla moglie Beatrice della Tolfa[2]. La sua opera più famosa è costituita dai Discorsi delle famiglie estinte, forastiere, o non comprese ne' Seggi di Napoli, imparentate colla Casa della Marra, pubblicata postuma a Napoli da Camillo Tutini, nella quale ricostruisce le genealogie delle famiglie nobili del Regno di Napoli arricchendole di aneddoti[2]. Prosieguo dell'opera è Ruina di case napoletane del suo tempo, composta a Napoli tra il 1624 e il 1631, in cui illustra il destino delle famiglie di cui aveva scritto prima[2]. In essa l'autore mostra come le casate appaiano impotenti di fronte alla corruzione e ai tumulti del sistema politico dell'epoca e come, prese da un forte senso di disperazione, collassino inesorabilmente verso lo sterminio e l'autodistruzione[2]. Camillo Tutini fece inoltre pubblicare nel 1649, sempre nella città partenopea e su volontà dello stesso autore, in forma non tipografica le Memorie della fameglia della Marra, opera prima di Ferrante, che intendeva darla alle stampe proprio in tale anno[1]. Ferrante della Marra morì dopo il 1641[2].
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