Evacuazione della Prussia Orientale
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Con evacuazione della Prussia Orientale (in tedesco Evakuierung von Ostpreußen; in russo Эвакуация Восточной Пруссии?) si intende lo spostamento della popolazione civile e del personale militare tedesco dalla regione tedesca e dal Territorio di Memel[2] avvenuto tra il 20 gennaio e il marzo del 1945, inizialmente organizzato e gestito dalle autorità statali naziste, ma presto trasformato in una caotica fuga dell'Armata Rossa.[3][4]
«In the case of the Nazi hierarchy it is often hard to tell where irresponsibility ended and inhumanity began.»
«Nel caso della gerarchia nazista è spesso difficile definire dove sia finita l'irresponsabilità e abbia avuto inizio la disumanità.»
(Antony Beevor, Berlino 1945)
Evacuazione della Prussia Orientale parte del fronte orientale della seconda guerra mondiale | |
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La Prussia Orientale era separata dalla Germania e dalla Prussia vera e propria dal corridoio polacco nel periodo tra le due guerre. L'area, divisa tra Unione Sovietica e Polonia nel 1945, si trova a 340 km a est dell'attuale confine polacco-tedesco.
La Prussia Orientale La Prussia in senso stretto | |
Data | 20 gennaio 1945 - marzo 1945 |
Luogo | Prussia Orientale e Territorio di Memel |
Esito | Circa 2.000.000 tra soldati e civili riescono a fuggire dai territori orientali del Terzo Reich |
Schieramenti | |
Comandanti | |
Perdite | |
75.000 - 100.000 civili[1] | |
Voci di operazioni militari presenti su Wikipedia | |
Questi eventi, che facevano parte dell'evacuazione dei civili tedeschi verso la fine della seconda guerra mondiale, non devono essere confusi con l'espulsione dalla Prussia Orientale avvenuta dopo la fine della guerra. L'area che fu evacuata non era il Gau della Prussia Orientale, ma la Prussia Orientale interbellica, dove la maggior parte delle persone possedeva già la cittadinanza tedesca. All'evacuazione presero parte anche cittadini tedeschi di Memel e di altre regioni vicine alla Prussia Orientale, che desideravano fuggire via mare, anche se nelle loro regioni non era stata annunciata alcuna evacuazione ufficiale.
L'evacuazione, ritardata da mesi, fu avviata per paura dell'avanzata dell'Armata Rossa durante l'offensiva della Prussia Orientale. Alcune parti dell'evacuazione furono pianificate come necessità militare, essendo l'Operazione Annibale l'operazione militare più importante coinvolta nell'evacuazione appunto. Tuttavia, molti rifugiati scesero in strada di propria iniziativa a causa delle segnalazioni di atrocità sovietiche contro i tedeschi nelle aree sotto il controllo sovietico. Sia i resoconti falsi che quelli reali delle atrocità sovietiche furono diffusi attraverso le notizie ufficiali e i mezzi di propaganda della Germania nazista e da voci che si diffusero tra le popolazioni militari e civili.
Nonostante avessero piani di evacuazione dettagliati per alcune aree, le autorità tedesche, compreso il Gauleiter della Prussia Orientale, Erich Koch, ritardarono l'azione fino al 20 gennaio, quando era troppo tardi per un'evacuazione ordinata, e i servizi civili e il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori furono infine sopraffatti dall'evacuazione. Molte migliaia di rifugiati morirono durante il periodo di evacuazione; diverse furono le cause: il panico causato dalla velocità dell'avanzata sovietica, l'elevato numero di civili coinvolti nel mezzo dei combattimenti e il rigido clima invernale. Le forze sovietiche presero il controllo della Prussia Orientale solo nel maggio 1945. Secondo la commissione Schieder della Repubblica Federale di Germania, la popolazione civile della Prussia Orientale all'inizio del 1944 era di 2.653.000 persone.[2] Questa contabilità, basata sulle tessere annonarie, includeva gli sfollati dei raid aerei dalla Germania Ovest e i lavoratori stranieri. Prima della fine della guerra furono evacuate circa 2 milioni di persone[2] nell'autunno del 1944, di cui 500.000[5] nell'autunno del 1944 e 1.500.000[2] dopo il gennaio 1945. Si stima che circa 600.000[2] rimasero nella Prussia Orientale controllata dai sovietici, nell'aprile-maggio 1945.[5]
Secondo uno studio del governo della Germania Occidentale del 1974, circa l'1% della popolazione civile fu uccisa durante l'offensiva sovietica.[6] Il servizio di ricerca della Germania Ovest riferisce che 31.940 civili della Prussia Orientale, tra cui anche Memel, sono stati confermati uccisi durante l'evacuazione.[7]