Esecuzione di Gesù secondo i Testimoni di Geova
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L'esecuzione di Gesù secondo i Testimoni di Geova si è svolta con modalità diverse da come tradizionalmente viene raffigurata dalla cristianità, in quanto questi «non credono [...] che Gesù sia morto su una croce, [bensì] su un palo verticale senza alcun braccio trasversale»[1]. Sostengono «che Dio disapprova il culto in cui si fa uso di immagini e simboli, inclusa la croce» (Deuteronomio 4:15-19; 1 Corinti 10:14), per cui anche gli aspetti devozionali sono radicalmente diversi dalla maggioranza delle chiese[2].
I testi del Nuovo Testamento, scritti in greco koinè, riportano che Gesù fu messo a morte su una struttura definita dalla parola greca σταυρός (stauròs)[3][4][5][6] e Luca con gli apostoli Pietro e Paolo usarono anche la parola ξύλον (xylon) per riferirsi allo strumento di tortura sul quale fu inchiodato Gesù[7][8][9]. I Testimoni di Geova sostengono che con tali termini gli evangelisti designassero un singolo palo verticale, rendendo, nella loro Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, stauròs come "palo di tortura"[10]. Questa loro interpretazione si contrappone alla convinzione tradizionale del resto della cristianità secondo la quale Gesù sarebbe morto su una croce composta, ossia costituita «nella forma più tradizionale (ma non più antica), da due legni, uno orizzontale l'altro verticale, posti trasversalmente»[11]. Ritenendo la croce composta legata a simboli cruciformi di origine pagana, i Testimoni di Geova considerano l'adorazione[12][13] per la Santa Croce e la sua devozione una pratica di idolatria.[14][15][16][17][18]