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Epica di Gesar di Ling
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L’Epica di Re Gesar, anche scritto Geser (particolarmente in contesti mongoli) o Gesser o Kesar, è un ciclo epico, ritenuto risalire al XII secolo, che racconta le gesta dell'eroe culturale Gesar [1], impavido signore del leggendario regno di Ling. Composto in varie forme di poesia e prosa aventi come stile tipico di rappresentazione lo shuochang cinese[2] e cantato in molte zone dell'Asia centrale e del nord est dell'Asia meridionale, la sua versione classica è rintracciabile nel Tibet centrale.[3] Un centinaio di bardi di questa narrazione epica[4] sono tuttora attivi nella cosiddetta "cintura Gesar" della Cina[5]. La tradizione è mantenuta viva da centinaia di cantastorie tibetani, mongoli, buriati, balti, ladakhi e tu ovvero mongour, e l'epica ha suscitato viva curiosità da parte degli studiosi come una delle poche tradizioni orali epiche sopravvissute in forma di arte performativa. Oltre agli intrecci conservati da minoranze cinesi come i bai, i naxi, i pumi, i lisu, gli iuguri[6] e i salar[7], ulteriori versioni dell'epica si riscontrano anche in Pakistan — tra i balti del Baltistan e i burúšo di Hunza e Gilgit [8], oltre che presso calmucchi e ladakhi[9][10], in Sikkim, Bhutan, Nepal, tra svariate etnie tibeto-birmane, popolazioni di lingue turche e tribù tunguse[11]. La sua prima versione stampata è stato un testo mongolo pubblicato a Pechino nel 1716.[12]
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L'epica si compone di un amplissimo corpus di versioni, ciascuna delle quali a sua volta con molte varianti, e secondo alcuni sarebbe la più lunga del mondo.[13] Sebbene non esista un testo definitivo, l'attuale compilazione cinese soltanto delle versioni tibetane ha riempito 120 volumi, più di un milione di versi[14] divisi in 29 "capitoli".[15] Secondo conteggi occidentali, più di 50 libri sarebbero a questo punto pubblicati in Cina, India e Tibet.[13]
Uno studioso tibetano ha scritto:
«Come le straordinarie epiche greche e indiane e il Kalevala, il Re Gesar è una fulgida perla nel tesoro culturale di questo mondo e un importante contributo dato dal nostro Tibet alla civiltà dell'uomo.»
('Jam-dpal rgyal-mtsho, The Singers of the King Gesar Epic)