Loading AI tools
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Emenone (810 circa – Rancogne, 22 giugno 866) fu conte di Poitiers dall'828 all'839.
Emenone | |
---|---|
Conte di Poitiers | |
In carica | 828 – 839 |
Predecessore | Bernardo I |
Successore | Ranulfo I |
conte d'Angouleme | |
In carica | 863 – 866 |
Predecessore | Turpione |
Successore | Vulgrino I |
Nascita | 810 circa |
Morte | Rancogne, 22 giugno 866 |
Consorte | Sancha[1] |
Figli | Ademaro Adalelmo |
Non si conoscono gli ascendenti.
Molto probabilmente fu insediato conte di Poitiers, nell'828, dopo la morte di Bernardo I, infatti è citato in un documento che lo cita accanto alla corte del re d'Aquitania, Pipino I, a Chasseneuil[2].
Secondo le Chartes de l´abbaye de Nouaillé de 678 à 1200 (Poitiers) (ed. 1936) del frate P. de Monsabert, tra l'831 e l'832, Enemone fece uno scambio di terreni con l'abate di Nouaillé[3].
Emenone fu sostenitore del re d'Aquitania, Pipino I, e alla sua morte, secondo il monaco e storico, Ademaro di Chabannes, approvò l'elezione a re d'Aquitania, il figlio di Pipino I, Pipino II, opponendosi all'imperatore, Ludovico il Pio, che invase il Poitou e scacciò dalla contea Enemone e suo fratello Bernardo[4]. Emenone si rifugiò in Angoulême, presso il terzo fratello Turpione[2].
Forse Emenone fu uno dei due notabili fatti prigionieri dal wali di Arnedo e di Tudela, Musa ibn Musa, quando, tra l'850 e l'852, fece un'incursione nel sud della Francia[2]. La loro liberazione fu ottenuta dopo la pacificazione avvenuta tra il re di Francia, Carlo il Calvo e Musa[2], ora Wali anche di Saragozza.
Emenone, senza alcun titolo è citato in un documento dell'agosto 857, per una donazione all'abbazia di Nouaillé[5].
Sempre, secondo il monaco e storico, Ademaro di Chabannes, Emenone divenne conte di Angoulême, nell'863, dopo la morte del fratello Turpione, ucciso dai Vichinghi[6]
La morte di Emenone, conte di Angouleme[7], avvenne, 22 giugno 866[8], dopo uno scontro col cugino, Landrico, conte di Saintes, per il possesso del castello di Bouteville[2]. Sempre, secondo il monaco e storico, Ademaro di Chabannes, Emenone morì, per le ferite procurategli da Landrico circa due anni dopo la morte del fratello Turpione[6]. La morte lo colse a Runconia, otto giorni dopo aver ucciso Landrigo in combattimento[9], lasciando un figlio in tenera età, Ademaro[10]. Emenone fu tumulato ad Angoulême, nell'abbazia del beato Eparchio[6][10].
Della moglie di Emenone non si hanno molte notizie, ma secondo alcune fonti era una robertingia, la figlia del conte di Blois, di Troyes e di Châteaudun, Oddone I di Troyes[2] e di sua moglie, Guandilmoda (o Guandilmode), che compare assieme al marito in una donazione del marzo 849[11], mentre secondo altri era la sorella del duca di Guascogna, Sancho I Lopez, di nome Sancha[1]. Emenone e la moglie ebbero due figli:
Se la moglie era la figlia di Oddone I, il figlio era[11]:
Se la moglie era Sancha il figlio era[1]:
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.