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9ª elezione amministrativa generale per 13 delle 15 regioni ordinarie italiane Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le elezioni regionali italiane del 2010 si tennero domenica 28 e lunedì 29 marzo.
Elezioni regionali del 2010 | |||||||||||
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13 regioni | |||||||||||
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Coalizioni per regione dopo le elezioni | |||||||||||
Riguardarono 13 delle 15 regioni a statuto ordinario,[1] e si svolsero insieme al primo turno delle elezioni amministrative.
Sono inoltre notevoli in quanto ultime elezioni regionali a seguire l'originario carattere di elezioni generali, coinvolgenti nella stessa data tutte (o comunque quasi tutte, come in questo caso e nel 2005) le 15 regioni ordinarie, mentre in seguito tale consultazione elettorale assunse un calendario sfalsato.
La Legge Tatarella regola il voto in molte regioni, e si basa su un sistema misto per quattro quinti proporzionale, e per un quinto maggioritario plurinominale. Tuttavia la Toscana, le Marche, la Puglia, la Calabria e la Campania si sono separate dalla normativa nazionale e organizzano da sé le proprie elezioni, con una normativa locale.
Le precedenti elezioni regionali del 2005 avevano coinvolto 14 regioni italiane, delle quali 12 erano state aggiudicate alla coalizione di centro-sinistra, L'Unione, mentre le restanti 2 allo schieramento di centro-destra, la Casa delle Libertà. Da sottolinerare, comunque, almeno due importanti mutamenti.
Inoltre, dopo il 2005 hanno già tenuto elezioni regionali il Molise nel 2006, il Friuli-Venezia Giulia, la Sicilia, la Valle d'Aosta e il Trentino-Alto Adige nel 2008 e la Sardegna nel 2009. In Molise, Sicilia, Friuli-Venezia Giulia e Sardegna si è avuta la vittoria del centro-destra, in Trentino-Alto Adige quella dei partiti autonomisti locali appoggiati dal centro-sinistra e in Valle d'Aosta si è riconfermata al governo della regione l'Union Valdotaine, che non faceva riferimento a nessuna delle due coalizioni maggiori.
Rispetto alle elezioni del 2005 viene meno il sistema imperniato sulla presentazione, in tutto il territorio nazionale, di coalizioni aventi la medesima articolazione interna. I poli entro i quali si registrano gli accordi elettorali sono i due partiti maggiori: il Popolo della Libertà e il Partito Democratico.
In alcune regioni, le forze politiche del centro-sinistra hanno promosso elezioni primarie per la scelta dei candidati alla presidenza di regione e dei candidati consiglieri regionali.
Esiste una controversia sulla ricandidatura ad un terzo mandato dei presidenti della giunta regionale eletti con suffragio universale e diretto già prima dell'entrata in vigore della legge 165/2004. In tale condizione versano Roberto Formigoni e Vasco Errani.
La loro ricandidatura è contestata a livello accademico[2][3], in quanto in violazione della legge 165/2004, art. 2[4], che stabilisce la non immediata rieleggibilità allo scadere del secondo mandato consecutivo del presidente della giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto.
Pure escludendo il mandato 1995-2000, in cui Formigoni venne eletto dal Consiglio regionale, e non a suffragio universale e diretto, Formigoni ha governato i successivi due mandati (2000-2005 e 2005-2010). Chi sostiene la candidabilità di Formigoni per un quarto mandato si giustifica sostenendo che il mandato in corso nel 2004 non sarebbe computabile, perché già iniziato all'entrata in vigore della legge 165/2004. Ciò posticiperebbe al 2015 l'effettiva operatività del divieto di rielezione, facendo così cadere la ratio della norma, volta ad evitare il formarsi di rendite politiche e di accumulo di potere personale[5]. Nelle stesse condizioni si trova Vasco Errani[6].
Una sentenza della Cassazione (n. 2001 del 2008) ha escluso la possibilità di ricandidatura per i sindaci in una fattispecie analoga[3].
Anche il Ministro Raffaele Fitto si è espresso per la fattibilità di un terzo mandato[7].
Il Popolo della Libertà ha presentato in ritardo le liste per il collegio della provincia di Roma, restando escluso dalla competizione elettorale in tale provincia[8], nonostante disposizioni ministeriali dicessero[9] "Il cancelliere non può rifiutarsi di ricevere le liste dei candidati, i relativi allegati e il contrassegno o contrassegni di lista neppure se li ritenga irregolari o se siano presentati tardivamente". Il Tribunale di Roma ne ha respinto l'istanza di ricorso[10].
Nella stessa regione il 2 marzo è stata rifiutata anche l'ammissione del listino della candidata governatrice del centro-destra Renata Polverini a causa della presentazione come allegato di un documento inesistente, e della mancanza di una firma[11], poi riammesso due giorni dopo[12].
Il 1º marzo 2010 la Corte d'Appello di Milano ha decretato la non ammissione del listino di Formigoni per mancanza del numero minimo di firme necessarie alla presentazione, a seguito di 514 firme riscontrate irregolari[13]. Il 3 marzo la Corte d'Appello ha respinto il ricorso della stessa lista, rilevando un numero ancora minore di firme valide[14][15]. Come conseguenza sarebbero state escluse dalla competizione elettorale tutte le liste collegate al candidato Formigoni, comprese Popolo della Libertà e Lega Nord. Il 6 marzo il TAR della Lombardia ha accolto il ricorso di Formigoni e riammesso le liste in quanto ha trovato infondate le presunte irregolarità[16]. La riammissione non si basa dunque sul decreto-legge interpretativo.
Il 5 marzo 2010, a ridosso delle attese pronunce dei TAR, il governo ha emanato un decreto legge al fine di suggerire ai tribunali una interpretazione autentica della normativa e così garantire l'ammissione al voto delle liste escluse[17][18]. Tale decreto è stato giudicato incostituzionale da più parti[19][20], in quanto infrange esplicitamente la legge 400 del 23 agosto 1988, la quale sottrae la materia elettorale a qualsiasi possibile effetto dei decreti legge. Nonostante questo decreto-legge le liste escluse dalla competizione elettorale nel Lazio non sono state riammesse.
Il decreto prevede che[21][22]:
L'utilizzo del decreto, per quanto di tipo interpretativo, ha sollevato diversi rilievi di tipo giuridico:
Per giustificare il provvedimento, da ambienti governativi e della maggioranza si è fatto riferimento come precedente alla legge 29 marzo 1995, n. 90, che spostava in avanti di due giorni i termini (non ancora scaduti) per la presentazione delle liste, accorciando la campagna elettorale. Tale decreto Dini non fu convertito in legge perché, intervenendo a procedimento già aperto, fu ritenuto incostituzionale da tutti i gruppi parlamentari; venne invece approvata per via parlamentare una leggina di sanatoria, la n. 102/1995[25]. In tale occasione il centrodestra si mostrò compattamente contrario al decreto, nel rispetto intransigente della normativa puntuale. Secondo Gustavo Selva (presidente della I Commissione alla Camera) esiste "un interesse preminente dell'ordinamento a che le regole elettorali siano assolutamente certe per cui non è possibile tener conto delle situazioni contingenti e particolari che si verificano quando è in corso il relativo procedimento"[25]. Secondo Leopoldo Elia, in tale occasione: "si vorrebbe alludere ad una nozione di indisponibilità, sia per il Parlamento sia per il Governo, ad intervenire in un procedimento elettorale già in corso, per evitare che si possa anche oggettivamente alterare l'andamento delle elezioni, favorendo alcuni e danneggiando altri, o comunque mettendo in posizione di disparità i diligenti, cui dovrebbe soccorrere l'insieme delle regole elettorali, ed i meno diligenti o meno avveduti. Tutto ciò è evidentemente inammissibile e deve perciò essere escluso dall'orizzonte futuro della decretazione d'urgenza"[26].
Il 13 aprile 2010 la Camera dei Deputati approvò un emendamento soppressivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 5 marzo 2010, n. 2920. A seguito della reiezione del decreto-legge fu presentato un disegno di legge per la sanatoria degli effetti del decreto legge non convertito. Il disegno di legge fu approvato dalla Camera il 15 aprile 2010 ed il 20 aprile 2010 dal Senato, divenendo la legge 22 aprile 2010, n. 60, quando oramai le elezioni si erano già svolte senza le liste escluse.
Liste | Voti | % |
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Centro-destra[29] | 12.190.360 | 49,04 |
Centro-sinistra[29] | 10.887.409 | 43,80 |
UDC e alleati[30] | 773.942 | 3,11 |
Movimento 5 Stelle | 515.132 | 2,07 |
Federazione della Sinistra | 207.853 | 0,84 |
Italia dei Valori | 106.646 | 0,43 |
Forza Nuova | 44.489 | 0,18 |
Lista dei Grilli Parlanti | 36.999 | 0,15 |
Io Amo la Lucania | 29.107 | 0,12 |
Rete dei Cittadini | 14.685 | 0,06 |
Lista Bonino-Pannella | 13.892 | 0,06 |
Veneti Independensa | 12.891 | 0,05 |
Partito Nasional Veneto | 9.066 | 0,05 |
Partito di Alternativa Comunista | 7.376 | 0,03 |
Movimento Politico contro l'Indifferenza | 4.936 | 0,02 |
Partito Comunista dei Lavoratori | 3.512 | 0,01 |
Totale | 24.858.295 | |
Schede bianche/nulle | 1.087.310 | |
di cui bianche | 360.037 | |
Votanti | 27.065.612 | |
Elettori | 40.831.503 |
N.B.: Nel periodo intercorso fra le elezioni regionali del 2005 e quelle del 2010, le forze politiche sono state notevolmente attraversate da fenomeni di scissioni, fusioni e confluenze, tali da rendere inevitabili delle forzature nei confronti. Pertanto, per il PdL si è considerata la somma FI+AN, per il PD Uniti nell'Ulivo e DS+DL, per la FdS PRC+PdCI, per il PSI lo SDI.
Aventi diritto: | 40.831.503/37265503 | |||
Votanti: | 25.959.632 | 63,58% | ||
Schede nulle | 1.101.337 | |||
di cui bianche | 360.037 | |||
Partito | Voti | % | Seggi | Diff. |
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Il Popolo della Libertà[31] | 6.003.106 | 26,74 | 176 | +6 |
Partito Democratico | 5.851.371 | 26,07 | 192 | -30 |
Lega Nord[32] | 2.749.875 | 12,25 | 58 | +32 |
Italia dei Valori | 1.565.336 | 6,97 | 46 | +39 |
Unione di Centro | 1.248.866 | 5,56 | 36 | 0 |
Renata Polverini Presidente[33] | 646.774 | 2,88 | 17 | - |
Sinistra Ecologia Libertà[34] | 478.187 | 2,13 | 18 | - |
Federazione della Sinistra[35] | 476.069 | 2,12 | 10 | -38 |
Movimento 5 Stelle[36] | 390.092 | 1,74 | 4 | - |
SEL-Partito Socialista Italiano[37] | 163.307 | 0,73 | 2 | - |
MPA-Nuovo PSI-Italiani nel Mondo-PRI[38] | 159.993 | 0,71 | 4 | - |
La Destra[39] | 156.715 | 0,70 | 3 | - |
FdS-Verdi[40] | 144.458 | 0,64 | 3 | - |
La Puglia Prima di Tutto[41] | 139.379 | 0,62 | 4 | -1 |
Alleanza per l'Italia[42] | 135.263 | 0,60 | 3 | - |
Noi Sud[43] | 131.025 | 0,58 | 2 | - |
Lista Bonino Pannella[44] | 124.014 | 0,55 | 2 | +2 |
Popolari UDEUR[45] | 123.172 | 0,55 | 2 | -16 |
Partito Pensionati[46] | 118.461 | 0,53 | 2 | +1 |
Federazione dei Verdi[47] | 115.722 | 0,52 | 2 | -14 |
La Puglia per Vendola[41] | 109.382 | 0,49 | 6 | - |
Scopelliti Presidente[48] | 102.090 | 0,45 | 6 | - |
I Pugliesi per Rocco Palese[41] | 95.070 | 0,42 | 2 | - |
Alleanza di Centro-Democrazia Cristiana[49] | 88.573 | 0,39 | 1 | - |
Partito Socialista Italiano[50] | 78.661 | 0,35 | 3 | -7 |
Autonomia e Diritti[48] | 71.945 | 0,32 | 4 | - |
Campania Libera[38] | 69.589 | 0,31 | 1 | - |
Insieme per Bresso[51] | 61.476 | 0,27 | 1 | |
Moderati[51] | 58.010 | 0,26 | 1 | - |
Io Sud-MPA[41] | 57.901 | 0,26 | 0 | - |
Insieme per la Calabria (PRI-UDEUR-Nuovo PSI)[48] | 53.158 | 0,24 | 2 | - |
Liste Civiche per Biasotti[52] | 45.261 | 0,20 | 1 | - |
Lista Civica Cittadini/e per Bonino[33] | 40.097 | 0,18 | 1 | - |
Alleanza di Popolo[38] | 39.444 | 0,18 | 1 | - |
SEL-Federazione dei Verdi[53] | 37.698 | 0,17 | 1 | - |
Unione Nord Est[54] | 34.697 | 0,15 | 1 | |
Verdi Verdi[55] | 33.411 | 0,15 | 1 | 0 |
Socialisti Uniti - PSI[48] | 33.000 | 0,15 | 0 | - |
Federazione dei Verdi-L'Altro Sud[38] | 29.493 | 0,13 | 0 | - |
Alleanza di Centro[56] | 28.422 | 0,13 | 0 | - |
Noi con Burlando[52] | 27.607 | 0,12 | 1 | - |
Forza Nuova[57] | 25.496 | 0,11 | 0 | - |
Slega la Calabria[48] | 21.145 | 0,09 | 0 | - |
Io Resto in Calabria[48] | 20.443 | 0,09 | 0 | - |
Alleanza Riformista (PSI-MRE-UPC-DC)[58] | 19.701 | 0,09 | 1 | - |
Popolari Uniti[59] | 19.045 | 0,08 | 1 | - |
Rete Liberal Sgarbi[33] | 15.537 | 0,07 | 0 | - |
SDI-Socialisti Uniti-Socialisti e Liberali-Partito Socialista Italiano[51] | 14.077 | 0,06 | 0 | - |
Per la Basilicata (Noi Sud-UDEUR-Centro Popolare Riformista-PLI-altro)[59] | 13.913 | 0,06 | 1 | - |
Lista dei Grilli Parlanti-No Euro[51] | 13.186 | 0,06 | 0 | 0 |
Pensionati e Invalidi[51] | 12.564 | 0,06 | 0 | - |
Il Popolo della Vita-La Voce dei Consumatori[33] | 12.531 | 0,06 | 0 | - |
Al Centro con Scanderebech[51] | 12.154 | 0,05 | 0 | - |
Io Amo la Lucania[59] | 11.980 | 0,05 | 1 | - |
Insieme per il Presidente (PRI-Movimento per l'Italia-altri)[58] | 9.555 | 0,04 | 0 | - |
Movimento per le Autonomie[59] | 8.516 | 0,04 | 1 | - |
Veneti Indipendensa[54] | 7.879 | 0,03 | 0 | - |
Rete dei Cittadini | 7.860 | 0,04 | 0 | - |
Lega Padana Piemont[51] | 7.805 | 0,03 | 0 | - |
Riformisti Lucani-Federazione dei Verdi[59] | 6.839 | 0,03 | 0 | - |
Liste Civiche Marche[60] | 6.274 | 0,03 | 0 | - |
Partito Nasional Veneto[54] | 6.226 | 0,03 | 0 | - |
Fiamma Tricolore[61] | 6.134 | 0,03 | 0 | - |
Nuovo PSI[62] | 6.023 | 0,03 | 0 | -5 |
Partito di Alternativa Comunista[41] | 5.834 | 0,03 | 0 | - |
Federazione Pensionati-Alleanza Democratica[52] | 5.723 | 0,02 | 0 | - |
Gente d'Italia[52] | 5.398 | 0,02 | 0 | - |
Liga Veneto Autonomo[54] | 4.390 | 0,02 | 0 | - |
Piemontesì-Popolari-Region Autonoma[51] | 4.150 | 0,02 | 0 | - |
Forza Toro[51] | 3.494 | 0,02 | 0 | - |
Consumatori[51] | 2.826 | 0,01 | 0 | - |
Movimento Imprenditori Autonomi-Autonomia Lucana[59] | 2.644 | 0,01 | 0 | - |
Sui-Generis[59] | 2.262 | 0,01 | 0 | - |
Io Sud[59] | 1.720 | 0,01 | 0 | - |
La Destra-Movimento per le Autonomie[53] | 1.695 | 0,01 | 0 | - |
Il Centro (UDEUR-NES-Lega Italia-DC)[51] | 1.670 | 0,01 | 0 | - |
No Nucleare-No TAV[51] | 1.553 | 0,01 | 0 | - |
Alleanza per Torino[51] | 1.237 | 0,01 | 0 | |
Giovani Under 30[51] | 1.076 | 0,005 | 0 | - |
Partito Comunista dei Lavoratori[63] | 698 | 0,003 | 0 | - |
Totale | 22.447.423 | 100 | 624 | -12 |
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