Elezioni politiche in Italia del 1976
7ª elezione del Parlamento della Repubblica Italiana / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Le elezioni politiche in Italia del 1976 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si tennero domenica 20 e lunedì 21 giugno 1976[1]. Furono le prime elezioni politiche con il voto ai diciottenni[2].
Elezioni politiche in Italia del 1976 | ||||
---|---|---|---|---|
Stato | Italia | |||
Data |
20-21 giugno | |||
Legislatura | VII legislatura | |||
Assemblee | Camera dei deputati, Senato della Repubblica | |||
Legge elettorale | Proporzionale classico | |||
Affluenza | 93,40% ( 0,14%) | |||
Liste | ||||
Camera dei deputati | ||||
Voti | 14 209 519 38,71% |
12 615 650 34,37% |
3 540 309 9,64% | |
Seggi | 262 / 630 |
228 / 630 |
57 / 630 | |
Differenza % | 0,05% |
7,22% |
0,03% | |
Differenza seggi | 4 |
49 |
4 | |
Senato della Repubblica | ||||
Voti | 12 227 353 38,88% |
10 637 772 33,83% |
3 208 164 10,20% | |
Seggi | 135 / 315 |
116 / 315 |
29 / 315 | |
Differenza % | 0,81% |
6,23% |
0,51% | |
Differenza seggi | 25 |
4 | ||
Distribuzione del voto alla Camera | ||||
Governi | ||||
Andreotti III (1976-1978) | ||||
Andreotti IV (1978-1979) | ||||
Andreotti V (1979) | ||||
Le consultazioni videro prevalere nuovamente la Democrazia Cristiana, pressoché stabile, ma per la prima volta il primato fu seriamente insidiato dal Partito Comunista Italiano che, ottenendo un impetuoso aumento di consensi, si fermò a pochi punti percentuali dai democristiani maturando il miglior risultato della sua storia. Nel complesso l'area del centrosinistra (DC-PSI-PSDI-PRI) mantenne la maggioranza assoluta dei voti e dei seggi ma risultò ridimensionata soprattutto per il forte arretramento dei socialdemocratici. Divenne quindi fondamentale il sostegno dei socialisti senza i quali il centro non era più autosufficiente. Tuttavia la formula del centrosinistra «organico» fu temporaneamente abbandonata e iniziò la breve parentesi dei governi di unità nazionale che prese il nome di compromesso storico. Anche la destra missina perse notevoli consensi dopo il boom delle precedenti elezioni, così come i liberali che persero più della metà dei propri voti ottenendo il loro minimo storico. Infine, per la prima volta, entrarono in parlamento eletti del Partito Radicale, e forze più a sinistra del PCI, rappresentate da Democrazia Proletaria.