Elettrotreno FS ETR.450
ETR ad assetto variabile / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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L'ETR.450 è un elettrotreno ad assetto variabile di tipo attivo, ad alta velocità, prodotto dalla Fiat Ferroviaria, entrato in servizio sulla relazione Roma-Milano della rete ferroviaria italiana delle FS con l'orario estivo del 1988. Ha svolto servizio fino al 6 gennaio 2015. L'intera flotta di elettrotreni è stata dismessa e destinata alla demolizione[1], eccetto il 450.03 che è stato assegnato al parco rotabili storici della Fondazione FS Italiane[2].
Elettrotreno FS ETR.450 | |
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Elettrotreno | |
Un ETR.450 nei pressi di Ancona | |
Anni di progettazione | 1982 |
Anni di costruzione | 1985-1992 |
Anni di esercizio | 1988-2015 |
Quantità prodotta | 15 convogli |
Costruttore | Fiat Ferroviaria, Ercole Marelli |
Lunghezza | 26900 mm (casse con cabina) 24700 mm (casse intermedie) |
Capacità | 390 posti: 126 di 1ª classe e 264 di 2ª classe |
Interperno | 18900 mm |
Passo dei carrelli | 2450 mm |
Rodiggio | (1A)(A1), riferito a ciascuna cassa |
Diametro ruote motrici | 890 mm |
Rapporto di trasmissione | 34/63 |
Potenza oraria | Su 8 elementi 5568 kW |
Potenza continuativa | 5008 kW |
Velocità massima omologata | 250 km/h (vedi testo) |
Alimentazione | 3000 V = |
Evoluzione diretta dei suoi antenati, l'elettromotrice prototipo FIAT Y 0160 e l'Elettrotreno FS ETR.401 (primo treno al mondo in esercizio regolare dotato della tecnologia dell'assetto variabile), rispetto ai suoi predecessori poté fruire di numerose migliorie e venne realizzato in configurazione di convoglio bloccato composto da 9 elementi.
Il treno originariamente poteva raggiungere una velocità massima di 250 km/h, utilizzando motori distribuiti su tutto il convoglio (2 per cassa escluso il rimorchio) e alimentati con corrente continua a 3 kV. Grazie ad esso l'Italia divenne il secondo paese d'Europa, dopo la Francia, ad avere in orario treni che superavano la soglia dei 200 km/h. Nel 1989 consentì inoltre la riduzione della percorrenza tra Roma e Milano, dalle 4 ore e 55 minuti dei treni InterCity più veloci, a sole 3 ore e 58 minuti. Il bilancio di un anno di esercizio, con 1500000 km percorsi dalla flotta dei "Pendolini" nel 1989 documentò una sola richiesta di riserva (guasto e fermo in linea) a cui la stampa del tempo diede forte rilievo, con l'immagine di un E.626 che trainava un "Pendolino" in avaria. Tale risalto risulterà ingiustificato in quanto statisticamente il bilancio dei primi 6 anni di esercizio si concluse con solo 0,78 guasti per milione di chilometri, a fronte di 13 guasti per milione delle E.633[3].