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Nel fenomeno fisico della diffusione molecolare, la diffusività di materia è il potenziale scalare della velocità delle particelle nel mezzo all'interno del quale esse si trovano.
La diffusività è definita come l'opposto dell'antigradiente della velocità[1] (è cioè legata alla velocità come l'energia potenziale è legata alla forza)
Come tutte le diffusività, ha le dimensioni di .
Nel caso di moto browniano il campo di velocità è isotropo, cioè la particella tende a muoversi senza direzioni preferenziali ovunque si trovi. Se la velocità è uniforme il coefficiente di diffusione diventa una costante nelle coordinate spaziali:
questa condizione viene rappresentata da un'equazione di Laplace: la diffusività è armonica.
La diffusività risulta sperimentalmente:
Per tenere conto di queste e altre proprietà si utilizza come modello la relazione di Stokes-Einstein:
dove:
La diffusività materiale viene introdotta per comodità nel calcolo della corrente diffusa:[2]
dove ΔC è la differenza di concentrazione e Δx è la lunghezza del tratto che si considera.
ΔC/Δx corrisponde nella versione esatta al gradiente spaziale della concentrazione.[3]
Con margini di errore generalmente accettabili vale la relazione:
dove:
Un'equazione in questa forma è conosciuta come equazione di Arrhenius.
Tipicamente la diffusione è inversamente proporzionale alla densità massica: nell'aria è 10.000 volte più grande che nell'acqua; per esempio il diossido di carbonio in aria ha un coefficiente pari a 16 mm²/s, mentre in acqua è pari a 0,0016 mm²/s.
Il calcolo della diffusività di materia può essere effettuato utilizzando equazioni teoriche, correlazioni empiriche o analogie, che vengono scelte in base al sistema in studio.
Il coefficiente di diffusione può essere ricavato con l'approssimazione di Chapman-Enskog,[4] valida nel caso di gas monoatomici in condizioni di bassa densità.[5]
Dall'applicazione di tale teoria discende che:[6]
dove:
L'analogia di Chilton-Colburn esprime un legame tra le grandezze fisiche che regolano il trasferimento di materia e le grandezze fisiche che regolano il trasferimento di calore. Questa relazione può essere utilizzata per stimare il coefficiente di scambio di materia facendo riferimento a un sistema in cui si abbia trasferimento di massa.[1]
L'analogia di Chilton-Colburn si può scrivere nella forma:[1]
essendo:
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