Cronologia della Resistenza italiana
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Qualsiasi cronologia della Resistenza italiana non può che cominciare con il Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943. Eppure, i venti mesi di Resistenza (fino al 25 aprile 1945) "sono il risultato di una scelta che viene da lontano"[1] e presuppongono innanzitutto il fallimento delle iniziative belliche fasciste[2]. Gli avvenimenti che più da vicino riguardano la guerra partigiana come guerra di liberazione del suolo italiano dall'invasore nazifascista si intersecano poi con diversi filoni dello scenario nazionale e internazionale, in cui si muovono alcuni attori principali, specialmente legati alla storia della Resistenza:
- gli Alleati e la loro avanzata in Italia
- le formazioni partigiane, raggruppate dal giugno 1944 nel Corpo Volontari della Libertà
- il Regio Esercito italiano
- l'Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia
- i partiti politici italiani
- la Chiesa cattolica
- gli operai italiani
- la Repubblica Sociale Italiana
- il Terzo Reich
- la monarchia sabauda e il cosiddetto Regno del Sud
Gli eventi che precedono immediatamente l'inizio della Resistenza italiana e che ne rappresentano un importante presupposto sono:
- lo sbarco degli Alleati in Sicilia (Operazione Husky, che tra il 9 e il 10 luglio dà avvio alla campagna d'Italia, dopo la precedente Operazione Corkscrew dell'11-12 giugno)
- l'approvazione dell'Ordine del giorno Grandi (nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943), che sostanzialmente prevede da parte del Capo del Governo Benito Mussolini la restituzione del comando delle forze armate al re Vittorio Emanuele III
- la destituzione e l'arresto di Mussolini (25 luglio): questo fatto rappresenta la ripresa (ancora in forma embrionale) di una attiva cultura politica in Italia[3]
La Resistenza, in quanto decisa fase di rottura rispetto al ventennio fascista, prende dunque avvio solo dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia e dopo le due manovre parallele (di monarchia sabauda e di una parte del regime fascista) per svincolare il Regno d'Italia da Mussolini e quindi dall'alleanza con il Terzo Reich. L'obbiettivo è quello di "accreditare, verso gli Alleati non meno che verso la società italiana, l'esistenza e l'autorevolezza di un nuovo ceto politico"[4]. Raramente questo obbiettivo si presenterà integrato con lo scenario europeo e i destini della seconda guerra mondiale: in essa l'Italia non rappresenta uno scenario di primaria importanza[5], per cui la maturità dei tempi e la scansione delle varie fasi della guerra partigiana non sono decise da ragioni interne ma, più spesso, da scadenze imposte dall'esterno[4]. A questo proposito, scrive Santo Peli che "la Resistenza probabilmente è durata troppo poco"[6].