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Il Corti benedettine del padovano è un vino a DOC prodotto nelle province di Padova e Venezia.
Disciplinare DOC Stato Italia Decreto del 30 novembre 2011 Regolamenta le seguenti tipologie: |
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Fonte: Disciplinare di produzione[1] |
Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia già segnalava le virtù dei vini prodotti nelle aree paludose dell'Adige; dopo il crollo dell'economia imperiale, a partire dall'853 sorsero numerosi monasteri benedettini, i cui monaci ripristinarono le coltivazioni e regimarono le acque. Le terre furono assegnate a famiglie contadine come gastaldie, ognuna dedicata a un santo; i prodotti principali erano il frumento e il vino, che venivano conferiti alle Corti dei monasteri per poi partire verso le vicine città. In epoca napoleonica gli ordini monastici furono soppressi e i beni delle Corti annessi al demanio. In seguito gli appezzamenti passarono nel patrimoni di ricche famiglie venete, che proseguirono le coltivazioni e nel XIX secolo ampliarono la commercializzazione dei prodotti.[2]
La zona di produzione comprende l'intero territorio dei comuni di Agna, Anguillara Veneta, Arre, Arzergrande, Bagnoli di Sopra, Bovolenta, Brugine, Candiana, Cartura, Casalserugo, Conselve, Due Carrare, Legnaro, Maserà di Padova, Pernumia, Piove di Sacco, Polverara, Ponte San Nicolò, Pontelongo, Sant'Angelo di Piove di Sacco, San Pietro Viminario, Terrassa Padovana, Tribano e parte dei comuni di Albignasego, Battaglia Terme, Codevigo, Correzzola, Monselice, Pozzonovo in provincia di Padova;
l'intero territorio dei comuni di Cona e Cavarzere in provincia di Venezia
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