Collezione Rospigliosi
raccolta di opere d'arte / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
La collezione Rospigliosi è stata una collezione d'arte nata a Roma nel Seicento e appartenuta alla famiglia di origini pistoiesi dei Rospigliosi.[1]
Avviata da Giulio Rospigliosi, futuro papa Clemente IX, la collezione fu smembrata in gran parte tra il XIX e il XX secolo. La componente superstite, composta da circa 100 dipinti, tra cui alcuni di Luca Giordano, Antoon van Dyck, Mattia Preti, Carlo Maratta, Sebastiano Conca, Claude Lorrain e Guercino, è conservata nel romano palazzo Pallavicini Rospigliosi ed è oggi di proprietà della Coldiretti.[1] Un altro notevole blocco di dipinti invece confluì nel Novecento nel Museo di Roma a palazzo Braschi, mentre ancora un altro entrò per lasciti ereditari nella collezione Pallavicini, famiglia di origini genovesi con cui quella Rospigliosi ne condivise dal Settecento l'edificio romano di rappresentanza e con cui è stata legata da un rapporto di parentela e da altri vincoli che a più riprese hanno intrecciato le vicissitudini dei due casati e di conseguenza delle due collezioni d'arte.[1]
Non accessibile al pubblico, la collezione costituisce allo stato attuale una delle più importanti raccolte d'arte di proprietà privata a Roma dopo quelle delle famiglie Pallavicini (custodita nello stesso palazzo), Colonna e Doria-Pamphilij.[1]