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genere di ciclismo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il ciclismo su pista è un genere di ciclismo che si svolge in un velodromo, su una pista formata da due rettilinei e da due curve inclinate in modo particolare per vincere la forza centrifuga. Si utilizzano biciclette specifiche, estremamente rigide e a scatto fisso, prive di freni e di cambio di velocità, con alta penetrazione aerodinamica. Il ciclista che si cimenta in una delle tante competizioni su pista è detto pistard.
Nel 1892 si disputò il primo campionato mondiale a Londra, in occasione della fondazione della International Cyclist Association. Le gare inclusero prove di velocità e di mezzofondo. Nella terza edizione, disputata a Colonia, fece la sua apparizione il professionismo, e di conseguenza alcune gare furono riservate a coloro che percepivano compensi.[1]
In Italia la passione per il ciclismo su pista sbocciò verso la fine dell'Ottocento grazie alle imprese dei fratelli Nuvolari e di Romolo Buni, detto il Piccolo diavolo nero, celebre anche per la sua memorabile sfida con Buffalo Bill. Dal 1900 al 1915 il ciclismo su strada divenne più popolare di quello su pista, a causa di maggior interesse della stampa, ed i pistard in quegli anni si dovettero accontentare di grandi accoglienze solo negli Stati Uniti, in Germania, Paesi Bassi, Francia e Danimarca[1]. Tra le gare più seguite si imposero il mezzofondo (a ruota di una motocicletta guidata dall'allenatore), la velocità ed il record dell'ora, che attirò le attenzioni dei più importanti atleti e fu migliorato una ventina di volte durante il primo decennio del Novecento. Il periodo fra le due guerre espresse un numero elevato di fuoriclasse, a cominciare dal belga Jef Scherens, vincitore di ben sei titoli consecutivi e capace di ritornare al successo anche dopo l'interruzione bellica.
Dagli anni sessanta in poi si sono messi in evidenza atleti di scuole differenti; basti citare l'italiano Antonio Maspes, il francese Daniel Morelon e il giapponese Koichi Nakano nella velocità singola e tandem, la scuola sovietica, tedesca, italiana e francese nell'inseguimento. Alcuni ciclisti su pista professionisti sono stati anche professionisti su strada e viceversa, divenendo a volte anche velocisti di successo: Alfredo Binda, Learco Guerra, Costante Girardengo, Eddy Merckx, Erik Zabel, Mark Cavendish e Bradley Wiggins.
Il ciclismo su pista è oggi molto popolare nei paesi dell'Europa Centro-occidentale (Francia, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Belgio), in Giappone (soprattutto per la specialità del keirin) e in Australia e Nuova Zelanda.
In passato il ciclismo su pista ha conosciuto una grossa diffusione negli Stati Uniti (con un picco di popolarità negli anni trenta, con la Sei giorni organizzata al Madison Square Garden), in Italia e nell'Unione Sovietica.
Una bicicletta da pista è un tipo di bicicletta a scatto fisso disegnata appositamente per ciclismo su pista in un velodromo. A differenza delle biciclette da corsa, usate per il ciclismo su strada, mancano di cambio e marce multiple nonché dei freni, usano un singolo pignone fisso e nessun meccanismo a ruota libera[1]. Gli pneumatici sono piuttosto stretti e generalmente gonfiati a pressioni ben oltre quelle usate nel ciclismo su strada nel tentativo di minimizzare la resistenza al rotolamento causata dall'attrito e dalla deformazione dell'insieme pneumatico+camera d'aria (in quanto a maggiori pressioni corrisponde una minore impronta a terra, e un relativo minor schiacciamento del copertone).
Vi sono numerose tipologie di gara nel ciclismo su pista:[2]
Una competizione su pista molto popolare è la Sei giorni, nella quale coppie di corridori si affrontano appunto per sei giorni di gara in alcune delle specialità sopra elencate. Ciascuna gara attribuisce un punteggio. La più importante è l'americana, che ogni giorno conclude il programma, perché i giri conquistati o perduti valgono ai fini della classifica finale: le coppie che hanno dei giri di vantaggio sono classificate per prime anche se hanno meno punti.
Una tecnica particolare del ciclismo su pista è il surplace.
Va citata infine la disciplina del record dell'ora: non si tratta di una vera e propria gara, ma della prova di un singolo corridore che tenta di coprire in un'ora la maggior distanza possibile (con partenza da fermo).
Il ciclismo su pista fa parte del programma olimpico estivo fin dalla I Olimpiade dell'era moderna (Atene 1896). La partecipazione fino a Barcellona 1992 era riservata ai soli ciclisti dilettanti, mentre da Atlanta 1996 sono ammessi anche i professionisti.
Il campionato del mondo si tiene ogni anno in primavera in uno dei maggiori velodromi mondiali; di rilievo anche gli eventi dell'annuale Coppa del mondo. Nel corso dell'anno si corrono varie gare, fra cui anche la Sei giorni.
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