Canepa (San Marino)
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Canepa è una curazia (frazione) del castello di Città di San Marino nella Repubblica di San Marino.
Canepa curazia | |
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Localizzazione | |
Stato | San Marino |
Castello | Città di San Marino |
Territorio | |
Coordinate | 43°55′55.99″N 12°26′55″E |
Altitudine | 450 m s.l.m. |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | RSM-47890 |
Prefisso | dall'Italia e dal Vaticano: 0549, da tutti gli altri paesi: +378 |
Fuso orario | UTC+1 |
Targa | RSM |
Nome abitanti | canepesi |
Cartografia | |
La curazia di Canepa, pur essendo tra le più prossime alla Città di San Marino presenta caratteristiche di verde incontaminato e selvaggio.[1] Questa peculiarità la rende suggestiva e tuttora inidonea ad intenso sviluppo urbanistico, ma fin dal XIV secolo è stata oggetto di interesse in quanto funzionale per la costruzione di mulini, necessari per la molitura dei cereali.[2][3]
È un'area naturalistica tutelata, ed al suo interno, si trova la 'Grotta di Canepa' o 'Grotta del Bando', un anfratto, creatosi naturalmente per opera di carsismo e movimenti tettonici,[4] adatto solo a speleologi provetti, per le frequenti ed anguste strettoie, che si snoda attualmente per 700 metri attualmente esplorati tra le viscere del Monte Titano, e che prosegue secondo valutazioni per altri 300 metri.[5] Il gruppo locale di esperti speleologi ha allestito un campo base all'interno che può ospitare fino a sei persone per consentire a chi proviene da lontano di poter anche soggiornare in grotta durante le attività di escursione e ricerca.[6] In questa zona sono presenti la forra di Canepa,[7] uno squarcio di 40 metri tra le rocce che si conclude, tra cascate o cascatelle che, favoriscono con le loro acque, l'abbondare della incolta vegetazione boschiva di carpini, frassini, aceri e cerri nel fosso di Canepa.[4]
Nel territorio di Canepa è presente la chiesa - cappella di Ca' Centino, dedicata a Santa Maria del Soccorso,[4] di proprietà della Compagnia della Madonna di Cà Centino. Breve e larga scalinata in pietra, un breve portico ad accompagnare i fedeli alla porta d'ingresso della struttura composta di una sola navata.[8] Edificata nel 1700, descritta nel Catasto Pelacchi del (1775-1777),[9] dal 2010 al 2014 è stata oggetto di profondo restauro e il 30 maggio 2015 è stata riaperta al culto alla presenza dei Capitani reggenti e delle altre massime autorità statali e religiose con il rito officiato da Mons. Andrea Turazzi, vescovo della diocesi di San Marino-Montefeltro.[8]
La zona del fosso di Canepa, grazie alla forza delle acque, agevolate dalle ripide pendenze, è diventata luogo ideale per la presenza di mulini molitori, databili dal XIV secolo, particolarmente originali per il sistema del meccanismo delle macine.[4] Il primo, di cui si trova documentazione, risale ad un atto testamentario del 1615, mentre quattro sono chiaramente censiti per la prima volta nel Catasto Pelacchi del XVIII secolo.[1] Nel 1655 il naturalista britannico John Ray lascia traccia scritta di otto mulini, di cui alcuni per la preparazione della polvere pirica;[10] attualmente sono solo sei quelli ancora presenti, purtroppo in uno stato di conservazione molto precario, nonostante interventi, che hanno solo rallentato il declino di questo patrimonio storico-culturale.[2] Nei pressi degli antichi mulini si svolge dal 2021 una tappa del festival itinerante Macinare Cultura - Festival dei Mulini Storici in compartecipazione di patrocinio con la regione Emilia-Romagna con la presenza nel 2023 del sassofonista Mario Marzi.[11][12]
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