specie di pianta della famiglia Campanulaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La campanula dei ghiaioni (nome scientifico Campanula cochleariifoliaLam., 1785) è una pianta erbacea perenne, dai fiori blu a forma di campana, appartenente alla famiglia delle Campanulaceae.[1][2]
Fatti in breve Come leggere il tassobox, Classificazione APG IV ...
Campanula con foglie di coclearia
Campanula soldanina
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Il nome generico (campanula) deriva dalla forma a campana del fiore; in particolare il vocabolo deriva dal latino e significa: piccola campana.
Dalle documentazioni risulta che il primo ad usare il nome botanico di “Campanula” sia stato il naturalista belga Rembert Dodoens, vissuto fra il 1517 e il 1585. Tale nome comunque era in uso già da tempo, anche se modificato, in molte lingue europee. Infatti nel francese arcaico queste piante venivano chiamate “Campanelles” (oggi si dicono “Campanules” o “Clochettes”), mentre in tedesco vengono dette “Glockenblumen” e in inglese “Bell-flower” o “Blue-bell”. In italiano vengono chiamare “Campanelle”. Tutte forme queste che derivano ovviamente dalla lingua latina.[3] L'epiteto specifico (“cochleariifolia”) deriva dalla parola greca"kochlarion" o dal latino"cocleare" (= "cucchiaio") e insieme alla seconda parte del nome (folia) significa "con foglie a forma di cucchiaio" e fa riferimento alle sue foglie basali rotonde (o anche "simile alle foglie di Cochlearia" dove Cochlearia L. è un genere di piante della famiglia delle Brassicaceae).[4][5] Il nome comune (“dei ghiaioni”) deriva dall'habitat nel quale si trova più frequentemente questa pianta.
Il nome scientifico di questa specie è stato definito per la prima volta dal naturalista, zoologo, botanico enciclopedista e chimico francese Jean-Baptiste de Lamarck (1744-1829) nella pubblicazione "Encyclopédie méthodique. Botanique. Paris - 1 (2):. 5781785" del 1785.[6]
Queste piante possono arrivare fino a 5– 15cm di altezza (massimo 30cm). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Se stropicciata o spezzata la pianta rilascia un succo lattiginoso (contengono infatti lattice lattescente e accumulano inulina).[7][8][9]
Parte ipogea: la parte ipogea del fusto consiste in un rizoma sottile ma tenace e ramoso; il portamento di questo rizoma è strisciante tra i sassi e forma un tappeto con le foglie basali che si appoggiano ai suoi fascetti sterili (fusti senza fiori).
Parte epigea: la parte epigea del fusto è composta da diversi fusti ascendenti e gracili, questi si presentano inoltre nudi e incurvati nella parte alta.
Foglie
Tutte le foglie sono semplici e quelle lungo il fusto sono disposte in modo alterno.
Foglie basali: le foglie basali possono espandersi come un tappeto (appoggiandosi alla parte strisciante del fusto), hanno la lamina cuoriforme o subrotonda e sono grossamente dentate. Contrariamente ad altre specie simili le foglie basali sono persistenti alla fioritura. Dimensione delle foglie basali: larghezza 8– 10mm; lunghezza 7– 12mm.
Foglie cauline: le foglie cauline sono più allungate e progressivamente sempre più ristrette fino ad apparire filiformi e lineari. Anche queste foglie sono dentate. Dimensione delle foglie cauline: quelle inferiori 4 x 7mm; quelle superiori 3 x 22mm.
Infiorescenza
Per ogni fusto si ha normalmente un racemo di uno o due fiori (raramente fino a 6). Ma dal momento che ogni pianta può generare numerosi fusti fiorali, nel complesso questa specie si presenta sempre come un tappeto di fiori.
Fiori
I fiori sono tetra-ciclici, ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo (in questo caso il perianzio è ben distinto tra calice e corolla) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono gamopetali, ermafroditi e attinomorfi. Il fiore può essere lungo dai 10 ai 20mm e più e si presenta pendulo tramite un peduncolo la cui grossezza è pari alla ramificazione finale de fusto. I boccioli sono penduli come i fiori.
Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
K (5), C (5), A (5), G (2-5), infero, capsula
Calice: il calice ha delle lacinie erette e un po' patenti la cui lunghezza è circa la metà del calice. Dimensione delle lacinie: 3– 8mm.
Corolla: il colore della corolla è azzurro– violetto a volte pallido. È divisa in 5 lobi, ma in certi individui gli elementi della corolla possono trovarsi in soprannumero. La lunghezza dei lobi non raggiunge 1/3 della lunghezza totale della corolla. Dimensione della corolla: 10– 20mm.
Androceo: gli stami dell'androceo sono 5 con antere, libere (ossia saldate solamente alla base) e filamenti sottili ma membranosi alla base. Le antere sono più brevi dei filamenti staminali. Il polline è 3-porato, spinuloso e rosato oppure giallastro.
Il frutto è una capsula pendula e deiscente, triloculare con molti semi. La capsula è deiscente per valve basali.
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama - api e farfalle anche notturne). In queste piante è presente un particolare meccanismo a "pistone": le antere formano un tubo nel quale viene rilasciato il polline raccolto successivamente dai peli dallo stilo che nel frattempo si accresce e porta il polline verso l'esterno.[9]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento, essendo molto minuti e leggeri – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Habitat: questa pianta frequenta in preferenza le zone alpine fra i ghiaioni e macereti; ma è possibile trovarla anche nei campi e lungo i muri (o anche rocce verticali in alta quota), oppure lungo i corsi d'acqua. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.[11]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 800 ai 3000 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano, subalpino e alpino, e in parte quello collinare e quello nivale.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologicoCampanula cochleariifolia appartiene alla seguente comunità vegetale:[11]
Formazione: comunità delle fessure e delle rupi e dei ghiaioni
Classe: Asplenietea trichomanis
Ordine: Potentilletalia caulescentis
La famiglia di appartenenza della Campanula cochleariifolia (Campanulaceae) è relativamente numerosa con 89 generi per oltre 2000 specie (sul territorio italiano si contano una dozzina di generi per un totale di circa 100 specie); comprende erbacee ma anche arbusti, distribuiti in tutto il mondo, ma soprattutto nelle zone temperate. Il genere di questa voce appartiene alla sottofamigliaCampanuloideae (una delle cinque sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Campanulaceae) comprendente circa 50 generi (Campanula è uno di questi). Il genere Campanula a sua volta comprende 449 specie (circa 50 nella flora italiana) a distribuzione soprattutto circumboreale, ossia hanno origine dai territori delle zone temperate dell'emisfero boreale (una ventina e forse più sono originarie dell'America del Nord). È comunque dalle regioni mediterranee che si pensa abbia avuto inizio la distribuzione, nel resto del mondo, di queste piante.[10][12][13]
Il Sistema Cronquist assegna al genereCampanula la famiglia delle Campanulaceae e l'ordine delle Campanulales mentre la moderna classificazione APG la colloca nell'ordine delle Asterales (stessa famiglia). Sempre in base alla classificazione APG IV sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella in testa a questa voce).
Il numero cromosomico di C. cochleariifolia è: 2n = 34.[14]
Variabilità
La specie è molto polimorfa sia per la presenza o no di peli (da quasi glabra a densamente ispida) che nella forma della corolla (da normalmente campanulata, a emisferica, o anche imbutiforme) che nella forma delle foglie basali, ma anche nel colore del fiore.
Ibridi
La Campanaula cochleariifolia con la Campanula scheuchzeri forma il seguente ibrido:
Campanula x murrii Dalla Torre & Sarnth., 1912
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[15]
Campanula bellardii All.
Campanula bellardii var. delpontei (Chabert) Bég.
Campanula bellardii var. hoppeana (Rupr. ex Rchb.) Bég.
Campanula bellardii var. paniculata (Nägeli ex Rchb.) Bég.
Campanula bellardii var. pubescens (F.W.Schmidt) Bég.
Campanula cespitosa var. bellardii (All.) Nyman
Campanula cespitosa var. pubescens (F.W.Schmidt) A.DC.
Nella tabella seguente sono messi a confronto i caratteri morfologici delle due specie (Campanula scheuchzeri e Campanula rotundifolia) molto simili alla Campanula cochleariifolia:
Rotundifolia
Scheuchzeri
Cochleariifolia
Altezza
60cm
30cm
15cm
Foglie basali
con picciolo, rotonde
cuoriformi, assenti alla fi.
ovali o subrotonde
Foglia cauline
lineari-lanceolate
lineari canalicolate
progressivamente ristrette
Infiorescenza
racemo pauciflora anche su rami laterali
fiore unico (raro 2-3)
racemi (2-6 fiori)
Fiore
bocciolo eretto, fiore pendulo
bocciolo pendulo, fiore eretto, poi pendulo
bocciolo pendulo, fiore pendulo
Corolla
12–25mm
16–25mm
10–20mm
Androceo
antere lunghe come i filamenti
antere più lunghe dei filamenti
antere più brevi dei filamenti
Gineceo
ovario glabro o papilloso
ovario liscio
ovario liscio
Distribuzione in Italia
Nord
Nord - Centro
Nord - Centro
Altitudine
100– 2000 m
1400– 2600 m
800– 3000 m
Habitat
prati, pendii sassosi
pascoli e brughiere
ghiaioni e macereti
Cucina
In certe zone montane si usano i fiori e le foglie come insalata.
La campanula cochleariifolia in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 24 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 41, Berlin, Heidelberg, 2007.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.