Build Back Better World (Ricostruire meglio, B3W) è un'iniziativa presentata il 12 giugno 2021 al G7 tenuto a Carbis Bay, in risposta alla Nuova via della seta cinese per lo sviluppo delle infrastrutture nei paesi a basso e medio reddito.[1]

Blue Dot Network

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Conferenza stampa dell'Indo-Pacific Business Forum di Bangkok (4 novembre 2019)

Il 4 novembre 2019, il sottosegretario di Stato statunitense per lo sviluppo economico, l'energia e l'ambiente Keith Krach ha presentato l'iniziativa Blue Dot Network (BDN) all'Indo-Pacific Business Forum di Bangkok, a margine del 35º vertice dell'ASEAN, con gli omologhi australiano e giapponese, per lo sviluppo economico dell'Indo-Pacifico,[2] con una dotazione iniziale di 60 miliardi di dollari da United States International Development Finance Corporation (DFC), Japan Bank for International Cooperation (JBIC) e l'australiano Department of Foreign Affairs and Trade (DFAT).[3]

Il sottosegretario Krach ha annunciato i principi del Blue Dot Network, che si basano sul «rispetto per la trasparenza e la responsabilità, la sovranità della proprietà e delle risorse, il lavoro locale e i diritti umani, lo stato di diritto, l'ambiente e solide pratiche governative in materia di appalti e finanziamenti».[4] Krach ha inoltre comunicato l'impegno di 2 milioni di dollari a favore del comitato direttivo, invitando gli altri membri del G7 a unirsi all'iniziativa.[4]

Il 19 ottobre 2020, a nome dei dodici paesi dell'Iniziativa dei tre mari, la presidente estone Kersti Kaljulaid ha approvato l'iniziativa Blue Dot Network nel corso del vertice di Tallinn, in Estonia.[5]

Il 7 giugno 2021, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha ospitato nella sede di Parigi la prima riunione dell'Executive Consultation Group del Blue Dot Network, composto da 150 alti dirigenti del settore privato, della società civile e del mondo accademico per fornire un meccanismo di certificazione dei progetti infrastrutturali di qualità trasparente e sostenibile.[6] Il 21 marzo 2022, con la terza riunione dell'Executive Consultation Group, l'OCSE ha pubblicato «Una proposta per un quadro di certificazione globale per la qualità degli investimenti infrastrutturali».[7][8]

Build Back Better World

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Foto di gruppo dei leader partecipanti al G7 del 2021

L'iniziativa Build Back Better World è stata presentata al G7 tenuto a Carbis Bay (Cornovaglia) l'11-13 giugno 2021, con la determinazione di sconfiggere il COVID-19 e ricostruire meglio (build back better).[9] Il titolo era stato suggerito dal presidente Joe Biden, in riferimento al Build Back Better Plan statunitense, un piano presentato nel marzo 2021 che prevede fondi per 4 000 miliardi di dollari da investire in dieci anni in infrastrutture e settori strategici come semiconduttori, energie rinnovabili e veicoli elettrici, in competizione con la Cina.[10]

Build Back Better World è stata presentata come «un'iniziativa costruttiva per soddisfare le enormi esigenze di infrastrutture dei paesi a basso e medio reddito» e affrontare la competizione strategica con la Cina.[11]

Obiettivi

Il comunicato finale ha sottolineato l'impegno «per garantire un futuro più pulito, più verde, più libero, più equo e più sicuro» per il pianeta:[9]

  • porre termine alla pandemia e creare le strutture appropriate per rafforzare le difese collettive contro le minacce alla salute globale;
  • promuovere piani di ripresa per la creazione di posti di lavoro, investire in infrastrutture, guidare l'innovazione, sostenere le persone, indipendentemente da luoghi o persone, dall'età, dall'etnia o dal genere;
  • sostenere un commercio più equo e libero, un'economia globale più resiliente e un sistema fiscale globale più equo; collaborare per garantire le frontiere future dell'economia e della società globale, dal cyberspazio allo spazio esterno;
  • sostenere una rivoluzione verde che crei posti di lavoro, riduca le emissioni e limiti l'aumento delle temperature globali a 1,5 °C; impegno a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, dimezzando le emissioni entro il 2030; conservare o proteggere almeno il 30% dei nostri territori e dei nostri oceani entro il 2030;
  • rafforzare i partenariati con gli altri paesi del mondo, con investimenti per le infrastrutture per una crescita pulita e verde; un nuovo accordo con l'Africa, anche aumentando il sostegno del Fondo monetario internazionale e mantenere l'impegno di 100 miliardi di dollari, ogni anno entro il 2025, a favore dei paesi a basso e medio reddito;
  • sfruttare la forza della democrazia, della libertà, dell'uguaglianza (in particolare quella di genere), dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani per rispondere alle domande più grandi e superare le sfide più grandi.

Partnership for Global Infrastructure and Investment

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Foto di gruppo dei leader partecipanti al G7 del 2022

L'iniziativa Partnership for Global Infrastructure and Investment (Partenariato per le infrastrutture e gli investimenti globali, PGII) è stata presentata al G7 tenuto a Schloss Elmau (Baviera) il 26-28 giugno 2022, in continuità con le decisioni del G7 del 2021, «come offerta congiunta per ridurre la carenza di investimenti per infrastrutture sostenibili, inclusive, resilienti ai cambiamenti climatici e di qualità nei mercati emergenti e nei paesi in via di sviluppo, basata su una cooperazione intensificata, valori democratici e requisiti elevati».[12]

I capi di Stato e di governo hanno segnalato i progressi compiuti nell'ultimo anno nella promozione degli investimenti a livello locale nella produzione di vaccini e farmaci. Sulla base del partenariato avviato con il Sudafrica alla COP26,[13] verranno avviati nuovi partenariati per una transizione energetica giusta con India, Indonesia, Senegal e Vietnam.[14]

L'iniziativa mira a mobilitare sino a 600 miliardi di dollari tra investimenti pubblici e privati, con particolare attenzione alle infrastrutture di qualità entro il 2027,[14] di cui 300 miliardi di euro dall'Unione europea (fondi del Global Gateway),[15] 200 miliardi dagli Stati Uniti,[16] 65 miliardi dal Giappone.[17]

Note

Voci correlate

Collegamenti esterni

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