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vescovo e santo romano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Aspreno, o Asprenato secondo il Martirologio Romano (Napoli, I secolo – Napoli, 3 agosto 79), è stato un vescovo e santo romano.
Sant'Aspreno | |
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Luca Giordano, I Santi Patroni di Napoli (Bacolo, Eufebio, Francesco Borgia, Aspreno, e Candida) adoranti il Crocifisso, XVII secolo, Napoli, Palazzo Reale | |
Vescovo di Napoli | |
Nascita | Napoli, I secolo |
Morte | Napoli, 3 agosto 79[1] |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 3 agosto |
Attributi | Bastone pastorale |
Patrono di | Napoli; invocato contro l'emicrania |
Fu il primo vescovo di Napoli, secondo quanto riportano le Gesta episcoporum Neapolitanorum[2] e il Catalogus episcoporum Neapolitanorum;[3] il suo nome appare commemorato al 3 agosto nel calendario marmoreo di Napoli.[4] Secondo questi testi la sua guida pastorale sarebbe stata di circa 23 anni, all'epoca degli imperatori Traiano e Adriano. Fu particolarmente ricolmo d'amore verso i poveri e si dimostrò sempre disponibile verso qualsiasi persona al di là del ceto e della condizione sociale, il suo speciale carisma fece accrescere la comunità cristiana napoletana. La sua memoria cade il 3 agosto.
Aspreno avrebbe ricevuto il Kerigma cristiano dall'apostolo Pietro che, giunto da Antiochia diretto a Roma, si sarebbe fermato a Napoli dove avrebbe guarito da un male una vecchia la quale si sarebbe convertita e sarebbe poi divenuta Santa Candida la Vecchia. Candida avrebbe portato da Pietro proprio Aspreno, anch'egli infermo. La storia narra che, a guarigione avvenuta, Aspreno si convertì e quando Pietro dovette lasciare Napoli per Roma consacrò l'uomo vescovo poiché nel frattempo la comunità cristiana era divenuta ampia e necessitava di un pastore. Avrebbe fatto costruire l'edificio di culto di Santa Maria del Principio, dove poi sarebbe sorta la Basilica di Santa Restituta e quindi il Duomo di Napoli. La storia attribuisce ad Aspreno anche la fondazione della Basilica di San Pietro ad Aram, prima chiesa napoletana, dove è ancora presente l'altare su cui Pietro avrebbe celebrato il Sacrificio eucaristico.
Sepolto secondo la tradizione nell'oratorio della chiesa napoletana di Santa Maria del Principio, recenti ricerche hanno affermato che i suoi resti si trovassero nelle Catacombe di San Gennaro e furono traslati per decisione del vescovo di Napoli Giovanni IV lo Scriba (842-849) nella basilica Stefania dove tutt'oggi riposano sotto l'altare della cappella che porta il suo nome.
Nella cappella del Tesoro di san Gennaro vi è, insieme a quello di Gennaro e degli altri 50 santi patroni della città di Napoli, il suo busto d'argento e nella cappella delle reliquie del Duomo di Napoli è conservato quello che la tradizione ritiene essere il bastone con cui l'apostolo Pietro lo guarì dalla malattia.
Nella chiesa di Sant'Aspreno al Porto a lui dedicata si trova il suo Pastorale. Una seconda chiesa dedicata ad Aspreno a Napoli si chiama Sant'Aspreno ai Crociferi.
Fu il primo patrono di Napoli, dal 1673 è venerato come secondo patrono della città.
È particolarmente invocato per curare l'emicrania.
Il Martirologio Romano, riformato a norma dei decreti del concilio Vaticano II, ricorda il santo vescovo il 3 agosto con queste parole:[5]
«A Napoli, sant'Asprenato, primo vescovo della città.»
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