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arcidiocesi della Chiesa cattolica in Francia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'arcidiocesi di Besançon (in latino Archidioecesis Bisuntina) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Francia. Nel 2022 contava 569.000 battezzati su 617.000 abitanti. È retta dall'arcivescovo Jean-Luc Bouilleret.
Arcidiocesi di Besançon Archidioecesis Bisuntina Chiesa latina | |||
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Diocesi suffraganee | |||
Belfort-Montbéliard, Nancy, Saint-Claude, Saint-Dié, Verdun | |||
Arcivescovo metropolita | Jean-Luc Bouilleret | ||
Vicario generale | Éric Poinsot, Christophe Bazin | ||
Presbiteri | 131, di cui 117 secolari e 14 regolari 4.343 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 33 uomini, 327 donne | ||
Diaconi | 36 permanenti | ||
Abitanti | 617.000 | ||
Battezzati | 569.000 (92,2% del totale) | ||
Stato | Francia | ||
Superficie | 9.732 km² | ||
Parrocchie | 67 (13 vicariati) | ||
Erezione | II secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Giovanni | ||
Santi patroni | San Ferruccio San Ferreolo | ||
Indirizzo | 3 rue de la Convention, 25041 Besançon CEDEX, France | ||
Sito web | diocese-besancon.fr | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Francia | |||
L'arcidiocesi comprende i dipartimenti francesi del Doubs (eccetto il paese di Montbéliard) e dell'Alta Saona (eccetto Héricourt).
Sede arcivescovile è la città di Besançon, dove si trova la cattedrale di San Giovanni.
Il territorio si estende su 9.732 km² ed è suddiviso in 67 parrocchie e 13 decanati.
La provincia ecclesiastica di Besançon comprende le seguenti suffraganee:
Vesontio era la capitale ed il principale centro del popolo dei Sequani; all'epoca di Diocleziano divenne metropoli della provincia romana della Maxima Sequanorum, come attestato dalla Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[1]
Verso la fine del II secolo il vescovo sant'Ireneo di Lione inviò due presbiteri, originari di Atene in Grecia, san Ferruccio (Ferjeux in lingua francese) e suo fratello san Ferreolo (Ferréol), che evangelizzarono il popolo dei sequani e secondo la tradizione furono all'origine della Chiesa di Besançon. Vennero entrambi martirizzati verso il 212 e diventeranno i santi patroni di Besançon.
Una diocesi è attestata per la prima volta con il vescovo Pancario, il cui nome è indicato negli atti dello pseudo concilio di Colonia del 346. Dopo di lui è attestato, attorno al 444, il vescovo Chelidonio. Con l'affermarsi dell'organizzazione ecclesiastica, Vesontio divenne sede metropolitana della provincia ecclesiastica, modellata su quella civile, che comprendeva le diocesi suffraganee di Avenches (poi Losanna) e di Basilea, a cui fu aggiunta quella di Belley.
La diocesi fu annientata durante il periodo delle invasioni barbariche (i Burgundi e gli Alamanni invasero la Sequania a partire dal IV secolo dopo la fine della dominazione romana). Successivamente si riorganizzò all'inizio del VII secolo in epoca merovingia, quando i re franchi cacciarono o assimilarono i barbari.
Verso la fine del VI secolo il cristianesimo poté diffondersi e consolidarsi grazie all'opera dei monaci missionari irlandesi, tra i quali l'abate san Colombano fondatore dell'abbazia di Luxeuil nel 590, una delle più importanti e conosciute della Francia e matrice di centinaia di monasteri nel regno Franco grazie ai suoi monaci, fra cui spicca san Gallo. Saccheggiata dai Saraceni nel 732, fu ricostruita da Carlo Magno ed affidata ai Benedettini.
Durante il periodo carolingio i conti di Borgogna detennero il potere temporale ed esercitarono ampia influenza presso gli arcivescovi, che comunque rivestivano un ruolo di primaria importanza.
Nel XII secolo, la diocesi diede alla Chiesa il papa Callisto II, originario di Quingey ed eletto nell'abbazia di Cluny in Borgogna, promotore del pellegrinaggio a Santiago di Compostela.
In questo periodo si moltiplicano le abbazie di nuova fondazione, soprattutto cistercensi: sono i principali centri di resistenza allo scisma episcopale dell'imperatore Federico Barbarossa, sovrano della Franca Contea e dell'arcivescovato di Besançon.
Dal XIII al XVI secolo, epoca della riforma protestante, le istituzioni cattoliche subirono un declino. In quest'epoca difficile per le comunità cristiane, l'arcidiocesi fu il rifugio di molti cattolici che fuggivano dalla Svizzera e soprattutto dei vescovi suffraganei di Losanna e di Basilea, cacciati dalle loro sedi episcopali dalla vittoria dei riformisti.
Nel 1742 Besançon cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Saint-Claude. Il territorio dell'arcidiocesi coincise fino al XVIII secolo con la contea di Borgogna (o Franca Contea comprensiva della contea di Montbéliard), ed era suddiviso in 16 decanati e circa 900 parrocchie. Prima della rivoluzione, l'arcidiocesi era compresa fra le diocesi di Toul e di Saint-Dié a nord, la diocesi di Basilea ad est, quella di Losanna a sud-est, e le diocesi di Saint-Claude e di Langres ad ovest.
In virtù del concordato, il 29 novembre 1801 la diocesi di Saint-Claude fu soppressa e l'arcidiocesi di Besançon ne annesse il territorio, che contestualmente venne a coincidere con i tre dipartimenti di Doubs, dell'Alta Saona e del Giura. Il 6 ottobre 1822 fu ristabilita la diocesi di Saint-Claude con territorio ricavato da quello di Besançon; in questa occasione fu anche ridefinita la provincia ecclesiastica, che comprendeva come suffraganee le diocesi di Strasburgo, Metz, Verdun, Belley, Saint-Dié e Nancy.
In seguito alla Guerra franco-prussiana, il territorio di Belfort, rimasto francese, fu scorporato dalla diocesi di Strasburgo, passata alla Germania, e annesso dall'arcidiocesi di Besançon.
Il 3 novembre 1979 l'arcidiocesi ha ceduto un'altra porzione di territorio (Territorio di Belfort, il Paese di Montbéliard e il cantone di Héricourt) a vantaggio dell'erezione della diocesi di Belfort-Montbéliard.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. I più antichi cataloghi episcopali di Besançon sono piuttosto tardivi e terminano tutti, di prima mano, con il vescovo Hugues de Salins († 1067). Louis Duchesne distingue questi cataloghi in tre differenti tipologie, ognuna con le sue varianti e documentate da copie diverse. Curiosamente, la tipologia B omette quei vescovi che, nell'XI secolo, erano considerati intrusi o di dubbia vita morale: questo è un chiaro indizio che il catalogo aveva un uso liturgico.
L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 617.000 persone contava 569.000 battezzati, corrispondenti al 92,2% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 565.000 | 574.000 | 98,4 | 1.008 | 943 | 65 | 560 | 188 | 1.678 | 892 | |
1959 | 730.000 | 760.000 | 96,1 | 1.135 | 1.040 | 95 | 643 | 157 | 2.014 | 902 | |
1970 | 740.000 | 782.879 | 94,5 | 874 | 824 | 50 | 846 | 50 | 1.750 | 885 | |
1980 | 475.500 | 501.450 | 94,8 | 641 | 608 | 33 | 741 | 86 | 1.297 | 748 | |
1990 | 503.000 | 528.000 | 95,3 | 489 | 459 | 30 | 1.028 | 4 | 81 | 913 | 770 |
1999 | 500.000 | 535.000 | 93,5 | 339 | 326 | 13 | 1.474 | 16 | 60 | 710 | 76 |
2000 | 510.000 | 550.412 | 92,7 | 329 | 318 | 11 | 1.550 | 16 | 58 | 685 | 76 |
2001 | 512.000 | 550.412 | 93,0 | 321 | 310 | 11 | 1.595 | 19 | 56 | 672 | 67 |
2002 | 500.000 | 552.793 | 90,4 | 311 | 299 | 12 | 1.607 | 19 | 60 | 638 | 67 |
2003 | 500.000 | 550.412 | 90,8 | 296 | 285 | 11 | 1.689 | 19 | 55 | 606 | 67 |
2004 | 500.000 | 550.412 | 90,8 | 278 | 266 | 12 | 1.798 | 21 | 54 | 597 | 67 |
2006 | 500.000 | 550.000 | 90,9 | 258 | 250 | 8 | 1.937 | 24 | 50 | 565 | 67 |
2012 | 533.000 | 583.729 | 91,3 | 215 | 202 | 13 | 2.479 | 29 | 46 | 415 | 67 |
2015 | 578.400 | 608.500 | 95,1 | 190 | 177 | 13 | 3.044 | 31 | 41 | 399 | 67 |
2018 | 567.000 | 614.375 | 92,3 | 168 | 155 | 13 | 3.375 | 30 | 40 | 334 | 67 |
2020 | 568.400 | 615.800 | 92,3 | 160 | 145 | 15 | 3.552 | 35 | 41 | 318 | 67 |
2022 | 569.000 | 617.000 | 92,2 | 131 | 117 | 14 | 4.343 | 36 | 33 | 327 | 67 |
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