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gruppo musicale italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Gli Africa Unite sono un gruppo musicale rocksteady-dub-reggae nato a Pinerolo (TO) nel 1981[1]. Il nome deriva dall'omonima canzone di Bob Marley, artista al quale si sono sempre direttamente ispirati. Sono considerati dalla critica la band più autorevole del panorama reggae italiano[2].
Africa Unite | |
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Paese d'origine | Italia |
Genere | Dub Rocksteady Reggae |
Periodo di attività musicale | 1981 – in attività |
Album pubblicati | 13 |
Studio | 9 |
Live | 2 |
Raccolte | 2 |
Sito ufficiale | |
Gli Africa Unite nascono nel 1981 come Africa United, da un'idea di Bunna e Madaski, entrambi di Pinerolo, per una serata-tributo a Bob Marley, con la formazione completata dal batterista Ras Cal (Marcello Tamietti)[3]. L'attività prosegue in modo frammentario, con il solo Bunna a gestire l'instabile organico e Madaski impegnato in band di area post-punk (Suicide Dada la principale), e nel 1984 viene documentata dal demo con quattro pezzi Peace, Love, Freedom[1][4]. Nel 1986, con il ritorno di Madaski, il gruppo, completato da Ras Cal e dal bassista Mario "Doc"/"Mista Drake" Manduca, inizia a fare sul serio e nel 1987 autoproduce con il marchio Spliff A Dada il mini-LP Mjekrari; il titolo, che significa barbiere, prende spunto da un'insegna di un negozio di San Basile, piccolo paese d'origini arbëreshë del cosentino in cui gli Africa United si esibiscono spesso[5]. L'album è ispirato al reggae di Bob Marley e contiene anche un brano in italiano (Nella mia città); i consensi affermano il gruppo nel circuito reggae italiano e lo portano ad aprire il concerto romano di U Roy.
Nel 1988 arriva il secondo mini-LP autoprodotto, Llaka, sulla scia del precedente, dedicato al poeta sudafricano Benjamin Moloise[1]; nell'organico, accanto a Bunna, Madaski e Ras Cal, ci sono ora il bassista Ciro Cirri, il percussionista Papa Nico (Nicola Paparella)[3], con trascorsi di batterista punk in alcune band torinesi quali Rough e Blue Vomit e la vocalist di origini olandesi Sharon May Linn (che rimarrà nella band fino a "People Pie" del 2001).[3] In questo periodo, la band apre alcune date italiane di King Sunny Adé e di Linton Kwesi Johnson e suona in un concerto a Padova per Amnesty International.
Il lavoro successivo, People Pie, arriva nel 1991 e incrementa il successo del gruppo, proponendo un sound più raffinato e aperto ad altre influenze caraibiche[1]; nel disco, il primo con l'ex Deafear e futuro leader dei Subsonica) Max Casacci, già collaboratore esterno, nel ruolo di chitarrista, autore e coproduttore, e il sassofonista Paolo "The Angelo" Parpaglione, si alternano diversi batteristi tra i quali Sergio Pollone (in arte Drummy Sir Jo), poi componente stabile. Nello stesso anno, un fitto calendario di esibizioni, tra le quali il festival Arezzo Wave e una a Negril, in Giamaica[6], come apertura per Gregory Isaacs, porta all'accordo con l'etichetta milanese Vox Pop e alla pubblicazione, nel 1992, dell'EP Cantè, debutto della band con il nome cambiato in Africa Unite[6].
Nel 1993 è la volta di Babilonia e poesia, primo album cantato quasi interamente in italiano, al quale fanno seguito concerti in Francia, nei Paesi Bassi, in Regno Unito e al Festival di Babilonia in Iraq[6]. Dopo il tour entra nella band il bassista Cato (Gianluca Senatore). Nel 1995 il brano Il partigiano John viene incluso nella compilation Materiale resistente e poi ripreso nell'album Un sole che brucia. Subentra alla batteria Davide Graziano, già in People Pie, e la band suona al festival Les Transmusicales di Rennes. Nel 1996, a seguire il tour poi documentato dall'album In diretta dal sole (edito dalla PolyGram), Casacci abbandona la formazione[5].
Nel 1997 esce Il gioco, con il nuovo chitarrista Ru Catania; al disco seguono numerosi concerti, tra i quali uno alla quarta edizione del festival Rototom Sunsplash. Nel gruppo entra un trombonista, Gigi De Gaspari aka Mr. T-bone, e nel 2000 esce Vibra[2]. In quel periodo gli Africa Unite sono attivi contro la pena di morte, e inseriscono nell'album una canzone schierata, dal titolo Sotto pressione, il cui video viene girato in collaborazione con le associazioni umanitarie Amnesty International, Comunità di Sant'Egidio e Nessuno Tocchi Caino. Nel 2001 esce 20, album dedicato a Bob Marley in occasione del ventennale della morte. Successivamente si uniscono al gruppo Kikke alla Tastiera e Paolo Baldini dei B.R. Stylers al basso a sostituire Cato. Con questi nuovi membri la band realizza due nuovi album, Mentre fuori piove nel 2003 e Controlli nel 2006.
Nel 2010 esce Rootz, definito dal gruppo stesso il disco "del ritorno alle origini", per le sonorità roots reggae nonché i testi di denuncia (Political reggae), realizzato con la collaborazione di diversi artisti, tra cui Alborosie, Franziska, Mama Marjas, Mellow Mood e Patrick Benifei dei Casino Royale. Sempre nello stesso anno conflusce nel gruppo Ale Soresini, ex batterista dei Reggae National Tickets, in sostituzione di Davide Graziano.[7]
Nel 2011 la band festeggia i trent'anni di carriera, celebrati con il libro autobiografico Trent'anni in levare. Storia della storia di Africa Unite (Chinaski Edizioni) a firma di Bunna e Madaski e con una tournée europea; si ricordano le date di Berlino, Bruxelles, Londra, L'Aia, Dublino, Parigi, Madrid, Barcellona, Valencia e la conclusiva di Lugano, nella quale viene annunciato l'uscita dalla band del chitarrista Ru Catania.
Il 2013 segna il ventennale di Babilonia e poesia e per questo importante anniversario gli Africa Unite, ad aprile, portano in tour quel disco con la stessa formazione dell'epoca[8]. Il mese successivo partecipano al concerto del Primo Maggio di Roma[9].
Nel 2015 esce Il punto di partenza, album totalmente autoprodotto e distribuito in free download sul sito della band[10].
Nel 2022 esce Non è fortuna, al quale segue sul finire della prima metà del 2023 un tour estivo di presentazione, prima del quale il chitarrista Marco "Benz" Gentile comunica tramite social l'abbandono del gruppo.
Compilation
2007 - Diritti N.O.N umani - brano: Muoio Goodbye[11]
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