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profumo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'acqua di Colonia è un profumo ottenuto dalla soluzione di oli eterici in etanolo diluito (80-90%). Nella sua versione originale[1] l'acqua di Colonia contiene da un 7% a un 15% d'essenza di profumo[2].
L'acqua di Colonia è composta da circa 25/30 essenze diverse. La base essenziale è il bergamotto, cui si aggiungono quelle di limone, arancia, mandarino, limetta, cedro e pompelmo. Inoltre può contenere olio di lavanda, neroli, rosmarino, timo, petitgrain, olio di gelsomino e issopo.
L'acqua di Colonia si differenzia dall'eau de toilette così come dall'eau de parfum per la differente quantità di essenza di profumo: essa, infatti, ne contiene dal 3% al 5%.
Attualmente il nome acqua di Colonia originale (Echt Kölnisch Wasser oppure Original Eau de Cologne) identifica un prodotto ad indicazione geografica protetta di Colonia[3] in Germania, dov'è tuttora prodotto.
Recenti studi hanno attribuito l'invenzione della formula dell'aqua mirabilis a Giovanni Paolo Feminis (circa 1660-1736), originario di Crana, piccola borgata che oggigiorno fa parte del comune di Santa Maria Maggiore in Val Vigezzo, in Piemonte[4], emigrato in giovanissima età in Germania e stabilitosi a Colonia nel 1693, proveniente da Magonza. Importante, per il successo della sua attività, fu l'amicizia e il sostegno di un mercante vigezzino emigrato a Maastricht, Giovanni Maria Farina (1657-1732). La creazione del prodotto era stata attribuita in precedenza da alcuni studiosi a Giovanni Maria Farina (1685-1766), commerciante originario di Santa Maria Maggiore, anche lui emigrato a Colonia insieme a due fratelli e nipote di Giovanni Maria di Maastricht.
A Feminis si deve la creazione di un'essenza profumata chiamata Aqua Mirabilis[5]. La formula di quell'Acqua passò alla morte di Feminis nelle mani del suo aiutante, Giovanni Antonio Farina, figlio di Carlo Gerolamo (1693-1762), come lo stesso attestò sulle etichette dei flaconi di profumo[6]. Una sentenza della Suprema corte dell'Impero tedesco[7], a Colonia, stabilì nel 1907 che l'inventore dell'acqua di Colonia fu Giovanni Paolo Feminis. Altrettanto certo è che un'acqua di Colonia venne prodotta e diffusa anche da Johann Maria Farina (1685-1766)[8] e dai suoi discendenti.
Il successo del distillato, che si diffuse in Europa con il nome di eau de Cologne[9][10], creò una forte concorrenza e diede luogo a molti contenziosi per la tutela del nome e del marchio e per contrastare le contraffazioni. Si trattava di un profumo nuovo e in contrapposizione con le pesanti essenze usate all'epoca. Durante il XVIII secolo, Giovanni Antonio e Giovanni Maria Farina (1685-1766) fecero di Colonia[11] la città del profumo, rendendola famosa a livello mondiale. Le ditte che produssero acqua di Colonia con o senza il nome Farina si moltiplicarono esponenzialmente e con esse i processi: uno nel 1736, fino a contarne trentanove nella sola Colonia nel 1865[12].
Amata e utilizzata da grandi personalità quali Goethe[13], Napoleone, Voltaire e la regina Vittoria, veniva esportata in tutto il mondo[14].
Nel 1900 poi, in occasione di un'esposizione organizzata dalla città di Colonia, artisti come Klee, Macke e Kandinskij disegnarono alcuni progetti per una nuova linea di confezioni; al termine della rassegna vennero scelti i disegni di Kandinskij.
La poesia di Yevgeny Yevtushenko, About Drinking, descrive l'autore di ritorno da un viaggio di caccia alle balene e l'arrivo in una piccola città dove il negozio locale ha finito gli alcolici e, come sostituto, si usa una cassa di Acqua di Colonia per bere.[15]
Buona notorietà ha il marchio 4711 attualmente prodotto dall'azienda Mäurer & Wirtz di Colonia in passato prodotto e commercializzato dall'azienda famigliare Mühlens GmbH & Co. KG nella Glockengasse.
Un grande produttore di acqua di Colonia fu un altro Farina, Jean-Marie Farina, che a Parigi creò nel 1806 la famosa Maison Jean Marie Farina[16] di rue St Honoré nº 333, di fronte al mercato e ai Giacobini, venduta nel 1840 a Jacques Collas. Quindi nel 1862 l'azienda venne ceduta ad Armand Roger et Charles Gallet per la somma elevatissima di 200.000 franchi. Roger&Gallet registrò in Francia il 17 maggio 1907, con il numero 6108, il marchio Eau de Cologne Jean-Marie Farina Extra Vieille[17].
Le ricette per fare l'acqua di Colonia sono sempre state segrete, e ancor oggi i profumieri produttori non pubblicano le loro formule sull'etichetta.
Nel 1857 Pietro Valsecchi, distillatore e liquorista, riferisce che esiste una moltitudine di ricette per la fabbricazione dell'acqua di Colonia, molte delle quali danno prodotti di qualità inferiore e vendute a prezzo esorbitante, e riporta le ricette dei principali produttori dell'epoca: Giovanni Maria Farina, Paolo Feminis, del Codice, di Cadet-Gassicourt, di Vourland, di Pléney, di Dyon, di Fabré (detta anche acqua dei Templari).[18]
Nel 1890 Paolo Carrara, maestro distillatore, descrive uno spirito composito detto acqua di Colonia e ne riporta tre ricette, la prima di Giovanni Maria Farina.[19]
Cento anni dopo la creazione dell'Acqua di Colonia, il profumo si trovò a competere con innumerevoli imitazioni, che la famiglia riuscì a far vietare dopo lunghi procedimenti legali[20]. Il procedimento legale si protrasse però per quasi ottant'anni e di conseguenza il termine Eau de Cologne divenne di uso comune. Il nome di un profumo esclusivo fu così abusato, fino a diventare un termine generico. Il fatto che le colonie false si moltiplicassero a un ritmo impressionante portò a una confusione diffusa. Sebbene tutti questi profumi leggeri avessero lo stesso nome, i loro odori erano radicalmente diversi. Di conseguenza, la gente non riuscì più ad attribuire il nome di acqua di colonia esclusivamente al profumo di Farina e associò il termine a qualsiasi profumo di minore concentrazione. Oggi in profumeria si usa distinguere tra eau de Parfum, eau de Toilette e eau de Cologne. Queste denominazioni si riferiscono alla loro concentrazione in essenze:
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