Abbazia di Notre-Dame de Jouarre
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L'abbazia di Notre-Dame de Jouarre (in francese abbaye Notre-Dame de Jouarre) è un'antica e famosa abbazia francese, sita nel dipartimento Senna e Marna, regione dell'Île-de-France, ancor oggi abitata da una comunità di monache benedettine.
Abbazia di Notre-Dame de Jouarre | |
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Chiesa abbaziale di Notre-Dame de Jouarre | |
Stato | Francia |
Regione | Île-de-France |
Località | Jouarre |
Indirizzo | 6 rue Montmorin, rue de la Tour-de-l'Abbaye e rue de l'Abbaye |
Coordinate | 48°55′36″N 3°07′55″E |
Religione | cattolica |
Ordine | ordine di San Benedetto |
Diocesi | Meaux |
Stile architettonico | arte preromanica |
Inizio costruzione | 630 |
Sito web | Sito ufficiale. |
Fondata verso il 630 da Adone di Jouarre,[1] sull'esempio di san Colombano, l'abbazia era un monastero doppio, comprendente cioè un convento maschile ed uno femminile, posti sotto un'unica autorità.
La cripta di epoca merovingia contiene i cenotafi dei fondatori conservatisi fino ai nostri giorni (su uno di questi compare un'effigie del Tetramorfo che è considerata la più antica di Francia).
Nei secoli IX e X l'abbazia era un'importante mèta di pellegrinaggi nella sfera d'influenza di Aquisgrana, centro del Sacro Romano Impero.
Nell'XI e nel XII secolo si formò intorno all'abbazia un borgo fortificato che costituì il primo nucleo dell'attuale città di Jouarre.
La notte di san Bartolomeo (1572), la badessa Carlotta di Borbone-Montpensier, convertitasi al protestantesimo, fuggì verso la Germania, nascosta in un carretto di fieno.[2]
Nel XVII secolo la badessa Giovanna di Borbone costruì un'imponente chiesa di stile classico, che fu poi venduta, pietra su pietra, durante la Rivoluzione francese. La badessa Giovanna di Lorena, amica personale della regina Anna d'Austria, accoglieva sovente quest'ultima nell'abbazia.
Nel XVIII secolo la badessa Caterina-Enrichetta di Montmorin di Saint-Hérem fece costruire la grande ala, ancor oggi abitata da una comunità di religiose benedettine. Le monache, disperse nel 1792, riacquistarono a poco a poco una gran parte degli edifici venduti come beni nazionali, ma le terre non tornarono mai più all'abbazia.
Nel XIX secolo la ripresa dell'abbazia fu assicurata da un gruppo proveniente dall'abbazia di Pradines, nella regione della Loira.
La comunità di suore che attualmente risiede nell'abbazia vive secondo la Regola di San Benedetto, ora et labora. Esse dividono la loro giornata fra i momenti di preghiera e quelli di fabbricazione di presepi e statuette in ceramica, smalto a pieno fuoco, terracotta dipinta e smaltata.[4]
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