Culto micaelico presso i Longobardi
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Il culto micaelico si sviluppò presso i Longobardi dopo la conversione al cattolicesimo del popolo germanico, avvenuta dopo il loro stanziamento in Italia (568) e completata durante il regno di Cuniperto (688-700). I Longobardi riservarono una particolare venerazione all'arcangelo Michele, al quale attribuirono le virtù guerriere un tempo adorate nel dio germanico Odino[1]. All'arcangelo i Longobardi dedicarono diversi edifici religiosi in tutta Italia; in particolare, nel territorio del ducato di Benevento sorgeva il santuario di San Michele Arcangelo, fondato prima dell'arrivo dei Longobardi ma da questi adottato come santuario nazionale a partire dalla loro conquista del Gargano (VII secolo)[1]. La devozione all'arcangelo rimase tra le più sentite durante l'intero regno longobardo, accanto a quelle di Giovanni Battista, del Salvatore e, in misura minore, di un altro santo "guerriero", san Giorgio.